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Il ruolo della terapia intensiva nel modificare il tasso di sopravvivenza dei pazienti oncoematologici critici è tutt’oggi oggetto di dibattito viste le notevoli comorbidità ed il danno d’organo di questi pazienti. La ricerca di fattori di rischio in grado di predire l’outcome diviene mandatoria al fine di giustificare le enormi risorse che vengono utilizzate per la gestione dei malati oncoematologici critici. In questa tesi si analizzano i risultati che sono stati ottenuti in uno studio retrospettivo condotto su un gruppo di 21 pazienti ricoverati presso l’unità di terapia intensiva e rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Pisa in un periodo che va dal gennaio 2005 al maggio 2009. Di tali pazienti sono stati valutati al momento del ricovero: sesso, età, punteggi SOFA e SAPS2, tipo di supporto ventilatorio, PaO2/FiO2, bilirubina, creatinina, comorbidità, globuli bianchi, piastrine, l’uso o meno di farmaci inotropi, se il paziente è stato sottoposto a trapianto o meno. I dati che abbiamo ricavato sono poi stati valutati attravero il Ranksum test per le variabili continue e il test del Chi quadrato per le variabili categoriali. Tali test hanno dimostrato che solamente il tipo di supporto ventilatorio all’ingresso è una variabile statisticamente significativo nel determinare la prognosi del paziente. Il rapporto PaO2/FiO2 quale indice di compromissione della funzionalità respiratoria sfiora la significatività a testimonianza del fatto che la compromissione degli scambi gassosi è forse il principale fattore nel determinarminismo dell’outcome di tali pazienti
I risultati ottenuti sono poi stati confrontati con quelli presenti i letteratura.