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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10012009-114407


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
SIRUGO, SIMONA
URN
etd-10012009-114407
Titolo
Le necropoli tardo romane della Sicilia sud orientale: indagine paleobiologica
Settore scientifico disciplinare
L-ANT/08
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
tutor Prof. Mallegni, Francesco
correlatore Prof. Di Stefano, Giovanni
Parole chiave
  • paleobiologia
  • periodo tardoantico
  • Sicilia
Data inizio appello
04/01/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/01/2050
Riassunto
La presente ricerca si propone di incrementare, dal punto di vista antropologico, la conoscenza delle necropoli e delle aree sepolcrali della Sicilia sud orientale in età tardoantica (verosimilmente comprese tra il III - V secolo d. C.).
L’area presa in considerazione include il territorio delle province di Siracusa e Ragusa con attestate oltre 200 testimonianze funerarie, tra catacombe, ipogei, arcosoli all’aperto e necropoli sub divo.
Dopo una rapida panoramica sui principali processi culturali che influenzarono le scelte insediamentali del territorio nel periodo in esame, lo studio si concentra sui meccanismi biologici e culturali che, in età tardoromana, contribuirono alla definizione fenotipica delle genti che abitarono questo territorio.
Attraverso l’analisi osteologica dei reperti umani si è tentato di tracciare, per quelle aree in cui quest’ultimi sono stati recuperati, un quadro esaustivo dello status vivendi tale da permettere di ipotizzare i modelli economici e di sussistenza che caratterizzarono la vita di tali individui.
Compito principale della ricerca sarà, dunque, quello di esaminare la numerosità del campione e ricostruirne le caratteristiche fisiche, gli aspetti demografici, nonché i principali modelli alimentari che hanno caratterizzato l’intera economia delle aree indagate, tenendo in considerazione l’orizzonte ecologico del territorio dell’epoca.
Si tenterà, inoltre, di identificare le lesioni scheletriche attribuibili a forme patologiche e di individuare la prevalenza di alcuni dei principali occupational markers, non associati ad una chiara natura eziologica, ma verosimilmente ricollegabili a modelli di stress (funzionali, patologico – nutrizionali), utili ad interpretare le generali condizioni di salute del campione.
Fondamentale sarà, infine, un confronto tra i modelli interpretativi individuati sulle necropoli in esame e quanto noto, invece, in letteratura per le altre zone della Sicilia, dell’Italia centro - meridionale e del bacino del Mediterraneo.
La scarsa - e/o addirittura inesistente - documentazione tafonomica, riconducibile ad un’annosa metodologia di scavo, volta essenzialmente a preferire il corredo o la struttura architettonica delle sepolture, piuttosto che il vero motivo d’essere della tomba, ovvero il defunto, costituisce senz’altro un punto di debolezza della presente ricerca.
Nessuna informazione si ha dallo scavo di queste necropoli su ciò che si definisce con il termine Archeotanatologia per indicare gli atteggiamenti delle antiche popolazioni di fronte alla morte ed i gesti funerari legati al trattamento ed alla gestione del corpo (tipologia di deposizione, relazioni tra ambiente interno ed esterno al cadavere, spazio di deposizione, tipologia di decomposizione, presenza di strutture, etc.). Risale, infatti, agli ultimi decenni la conquista del giusto valore riservato ai resti scheletrici provenienti da contesti archeologici, ed ancora più in generale, il riconoscimento dell’Antropologia sul campo come disciplina che definisce le metodologie di scavo e di rilievo dei reperti antropologici da sepolture e la Bioarcheologia, enfatizzante la componente umana biologica all’interno degli studi archeologici.
Di conseguenza, per ciò che riguarda il periodo analizzato nel presente lavoro, si attesta un quadro abbastanza soddisfacente ed ampio sui complessi architettonici funerari nella provincia di Siracusa e Ragusa a cui corrisponde, di contro, la pressoché totale assenza di testimonianze antropologiche dai rispettivi contesti.
La presente ricerca è articolata in 6 capitoli, distribuiti in tre parti, la prima delle quali è dedicata alle scelte metodologiche adottate per lo studio antropologico delle necropoli in questione.
Nel capitolo I, si illustreranno, dunque, i diversi metodi antropologici utilizzati per lo studio del materiale, effettuato dopo le fasi di restauro. Il rilevamento dei caratteri metrici, morfometrici, morfologici ed ergonomici; gli studi proposti per la diagnosi del sesso e dell’età alla morte (basati sull’osservazione scheletrica di una serie di peculiarità morfologiche e metriche); la metodica adottata per la ricostruzione paleodemografica delle aree indagate; i criteri di indagine paleonutrizionali, sulla base dello studio degli elementi in traccia nelle ossa e nel terreno di giacitura; le principali patologie delle comunità esaminate.
Le osservazioni avanzate si avvarranno dell’ausilio di schede di rilevamento appositamente realizzate, per sintetizzare e raccogliere il maggior numero di informazioni.
La seconda parte è interamente dedicata alla raccolta dei dati noti in letteratura sulle ricerche archeologiche delle necropoli dislocate nella Sicilia sud orientale (tra Siracusa e Ragusa). Si cercherà, in questa fase, di individuare le peculiarità di queste aree, per acquisire una visione complessiva della storia del territorio, indispensabile prima di concentrarsi sugli aspetti più specifici del lavoro (cap. II).
L’elaborato, si focalizzerà, a questo punto, sull’analisi dettagliata delle necropoli che, per aver restituito materiale scheletrico, sono oggetto del presente studio (c.da Treppiedi, Modica; c.da Mirio, S. Croce Camerina; c.da Stafenna, Noto). Si tratta di tre necropoli differenti per estensione e dislocazione geografica, che nel complesso, potrebbero fungere da paradigma delle comunità tardo antiche della Sicilia sud orientale.
Si analizzerà, nel capitolo III, la necropoli di c.da Treppiedi, il contesto di riferimento, le tipologie di sepoltura, per concentrarsi maggiormente sugli aspetti antropologici della necropoli. La stessa articolazione avrà anche il capitolo IV, dedicato alla necropoli di c. da Mirio a S. Croce Camerina.
La parte conclusiva del lavoro (parte terza), raccoglierà, infine nel capitolo V, i confronti con le altre necropoli tardoantiche della Sicilia (ivi compreso il sepolcreto di Stafenna, anch’esso studiato, per la prima volta, in occasione del presente lavoro) e del bacino del Mediterraneo, i cui studi e ricerche sono già noti in letteratura; il capitolo VI chiuderà il lavoro di ricerca, lasciando spazio alle considerazioni conclusive.
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