logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09302020-161239


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DEDA, SILDA
URN
etd-09302020-161239
Titolo
LA RAPPRESENTANZA FEMMINILE NELLE GIUNTE REGIONALI
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Sperti, Angioletta
Parole chiave
  • democrazia paritaria
  • pari opportunità
  • preferenza di genere
  • quote rosa
Data inizio appello
20/10/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2090
Riassunto
Il presente elaborato ha come obiettivo quello di analizzare come il problema della rappresentanza femminile non attiene ad un mero riconoscimento formale dei diritti di libertà, bensì ad un problema di democrazia sostanziale. Nel primo capitolo si è affrontato il lungo e faticoso cammino per la conquista dei diritti politici. Durante i lavori della redazione della Costituzione si precisò un obiettivo importante ovvero quello ottenere una parità giuridica tra uomini e donne. Si tratta di principi che hanno trovato pronto accoglimento nella Carta Costituzionale, ma che di fatto hanno tardato ad essere messi in pratica. La Corte Costituzionale con la storica sentenza n. 422 del 1995 affermò il principio di uguaglianza in senso formale in tema di elettorato attivo e tale pronuncia ha avuto moltissimi interventi critici in quanto basata su una falsa rappresentazione storica circa l’esclusione del principio di eguaglianza sostanziale e dell’ammissione solo di un principio formale. Per superare questo ostacolo posto dalla stessa Corte Costituzionale occorrerà attendere l’importante sentenza n. 49 del 2003 ove viene sancito l’importante principio per cui le liste dovranno essere formate tassativamente da ambo sessi e ciò rappresenta una sorta di overruling rispetto a quanto statuito in precedenza. Nel secondo capitolo si è analizzato la conquista del diritto di voto da parte delle donne per poi proseguire con tutte le leggi elettorali che si sono succedute nel tempo, volte proprio alla promozione della parità di genere: dalla Legge Mattarella fino ad arrivare alla L. n. 165 del 2017 che ha introdotto il sistema elettorale misto. Con il terzo capitolo si entra nel vivo del seguente elaborato: il problema delle giunte regionali. Si parte dalla riforma degli statuti, per poi proseguire con l’importante L. 20/2016 che ha “obbligato” le Regioni ad introdurre norme volte a promuovere la rappresentanza politica femminile, proseguendo con un’analisi comparativa delle varie leggi elettorali regionali. In particolar modo, si è analizzato la giunta Formigoni, bocciata per ben due volte in quanto non veniva rispettata la normativa sulle quote rosa. Con il caso Campano invece si è introdotto la doppia preferenza di genere, uno strumento innovativo in tema di pari opportunità che ha ottenuto l’avallo della Corte Costituzionale la quale ha lasciato aperto l'interrogativo sul quantum della limitabilità dell'atto politico, che costituisce l'elemento “chiave” per la definizione del problema.
Infine, per completezza d’indagine, si è analizzato il recentissimo D.L. 86/2020 con cui il Governo utilizzando il potere sostitutivo è intervenuto nei confronti della Regione Puglia (la quale più volte richiamata all’ordine e non avendo ottemperato all’obbligo di varare una legge elettorale in linea con le quote rosa) ha introdotto direttamente la doppia preferenza di genere. Tutto ciò rappresenta un monito nei confronti delle Regioni che ancora oggi non si sono adeguate alla normativa nazionale.
File