Tesi etd-09302015-124932 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BOTTARI, MARINA
URN
etd-09302015-124932
Titolo
La dimensione "fatica muscolare" nel Registro nazionale per la Distrofia Miotonica di Steinert: risultati di un protocollo di studio
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Siciliano, Gabriele
Parole chiave
- distrofia miotonica
- exercise test
- fatica
- fatigue
- FSS
- myotonic dystrophy
- test da sforzo
Data inizio appello
20/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Distrofia Miotonica (DM), la più comune forma di distrofia muscolare nell' adulto, venne descritta per la prima volta nel 1909 dal medico tedesco Hans Steinert, che la considerò una variante della miotonia congenita, e nello stesso anno da Batten e Gibb, che la riconobbero come entità clinica separata. È una malattia genetica rara a trasmissione autosomica dominante. Nel 1992 è stata identificata la mutazione responsabile della malattia che consiste in un’abnorme ripetizione di una tripletta trinucleotidica CTG (citosina-timina-guanina) a livello del gene DMPK sul cromosoma 19q13.3. Il gene coinvolto codifica per una protein chinasi Myotonic Dystrophy Protein Kinase (MDPK) la cui funzione non è ancora ad oggi del tutto nota.
Sono state avanzate diverse ipotesi alla base della patogenesi della DM1, come la teoria dell' aploinsufficienza della DMPK, una alterazione dell’espressione di geni limitrofi al DMPK, lo stress ossidativo, l'accumulo tossico intranucleare di trascritti RNA non tradotti. Attualmente, la principale ipotesi molecolare alla base della malattia prevede che ripetizioni instabili espanse determino una alterazione del metabolismo dell’mRNA e considera la DM1 come una patologia da “tossicità dell’RNA”. Da un punto di vista clinico, la malattia, che può esordire sia in età pediatrica che in età giovane-adulta, si caratterizza oltre che per l' interessamento muscolare con atrofia e debolezza associate a miotonia, è presente un coinvolgimento sistemico comprendente aspetti cardiaci, respiratori, gastrointestinali, oculari, coinvolgimento del sistema nervoso centrale, endocrino-metabolico e/o riproduttivo, nel tempo responsabili di disabilità crescenti e quindi conseguenze importanti anche da un punto di vita sociale. Tra le varie manifestazioni cliniche di questa complessa patologia neuromuscolare, la maggior parte dei pazienti con DM1 riferiscono, fin dall’esordio, una precoce fatica muscolare, che può essere definita come l’incapacità di mantenere il livello atteso di performance motoria nel tempo. Sia il muscolo scheletrico che il SNC possono essere coinvolti in modo indipendente nella DM1, di conseguenza due forme distinte di fatica sono possibili in questa malattia: una fatica ‘centrale’ secondaria ad atrofia corticale e a lesioni della sostanza bianca, e una fatica ‘periferica’ causata da atrofia delle fibre muscolari. Queste due componenti della fatica possono concomitare ed essere variamente espresse nei pazienti miotonici.
Sono state avanzate diverse ipotesi alla base della patogenesi della DM1, come la teoria dell' aploinsufficienza della DMPK, una alterazione dell’espressione di geni limitrofi al DMPK, lo stress ossidativo, l'accumulo tossico intranucleare di trascritti RNA non tradotti. Attualmente, la principale ipotesi molecolare alla base della malattia prevede che ripetizioni instabili espanse determino una alterazione del metabolismo dell’mRNA e considera la DM1 come una patologia da “tossicità dell’RNA”. Da un punto di vista clinico, la malattia, che può esordire sia in età pediatrica che in età giovane-adulta, si caratterizza oltre che per l' interessamento muscolare con atrofia e debolezza associate a miotonia, è presente un coinvolgimento sistemico comprendente aspetti cardiaci, respiratori, gastrointestinali, oculari, coinvolgimento del sistema nervoso centrale, endocrino-metabolico e/o riproduttivo, nel tempo responsabili di disabilità crescenti e quindi conseguenze importanti anche da un punto di vita sociale. Tra le varie manifestazioni cliniche di questa complessa patologia neuromuscolare, la maggior parte dei pazienti con DM1 riferiscono, fin dall’esordio, una precoce fatica muscolare, che può essere definita come l’incapacità di mantenere il livello atteso di performance motoria nel tempo. Sia il muscolo scheletrico che il SNC possono essere coinvolti in modo indipendente nella DM1, di conseguenza due forme distinte di fatica sono possibili in questa malattia: una fatica ‘centrale’ secondaria ad atrofia corticale e a lesioni della sostanza bianca, e una fatica ‘periferica’ causata da atrofia delle fibre muscolari. Queste due componenti della fatica possono concomitare ed essere variamente espresse nei pazienti miotonici.
File
Nome file | Dimensione |
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Tesi_M_Bottari.pdf | 1.56 Mb |
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