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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09302012-213545


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BOCCOLINI, ALESSANDRA
URN
etd-09302012-213545
Titolo
Rischio Suicidario e Aree Problematiche Interpersonali in pazienti di genere maschile con Disturbi dell'Umore
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Mauri, Mauro
Parole chiave
  • disturbo bipolare
  • aree problematiche interpersonali
  • psicoterapia interpersonale (ipt)
  • suicidio
Data inizio appello
16/10/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/10/2052
Riassunto
Background: L’ideazione suicidaria, i propositi autolesivi, la presenza di specifici piani anticonservativi e i tentativi di suicidio sono molto frequenti nel decorso dei Disturbi dell’Umore. Numerosi sono i fattori che aumentano il rischio di condotte suicidarie. La specificità di questi fattori appare, tuttavia, limitata, a causa della loro diffusione sia nella popolazione generale, sia nei campioni clinici. La valutazione della multi-fattorialità associata all’aumento del rischio suicidario in soggetti che presentino un disturbo dell’umore, comprende i potenziali stressor interpersonali concomitanti con l’insorgenza dell’episodio in atto o con l’attuazione del gesto anticonservativo. Un modello di raccolta sistematica delle aree problematiche associate alla insorgenza degli episodi di un disturbo dell’umore è compreso nell’assessment della Psicoterapia Interpersonale (IPT) e della Psicoterapia Interpersonale e dei Ritmi Sociali (IPSRT), indicate sia per la Depressione Unipolare sia per il Disturbo Bipolare dalle linee guida dell’APA (2002, 2010). IPT e IPSRT considerano quattro aree problematiche principali: il contrasto di ruolo, la transizione di ruolo, il lutto ed il deficit interpersonale; IPSRT include anche una quinta area problematica: la ‘perdità del sé sano’ (‘lost healty self’).
Materiale e Metodo: la presenza di una o più aree problematiche interpersonali correlabili con l’insorgenza dell’episodio in atto e con l’eventuale concomitanza di condotte anticonservative è stata valutata in uno studio cross-sectional condotto presso la Clinica Psichiatrica di Pisa, con soggetti di sesso maschile ospedalizzati. E’ stato adottato come unico criterio di inclusione la diagnosi di un disturbo dello spettro dell’umore, secondo i criteri del DSM-IV. Sono state raccolte le principali variabili di tipo anagrafico, socio-economico e diagnostico. E’ stata, inoltre, considerata la presenza di tentativi di suicidio, ideazione o progettualità suicidaria al momento del ricovero e in anamnesi. Le aree interpersonali sono state valutate da un rater indipendente, con la ‘Interpersonal Problem Areas Rating Scale’.
Risultati: nel campione valutato (n=122), le aree problematiche sono così distribuite: deficit interpersonale, 44.3%; conflitto interpersonale, 41%; perdita del sé sano, 28.7%, transizione di ruolo, 21.3%; lutto 3.3%. I pazienti sono risultati essere affetti da disturbo bipolare nell’82% dei casi, depressione unipolare nel 7.4%, disturbo dell’umore con manifestazioni psicotiche nel 9% e ciclotimia nel restante 1.6% dei casi. Nel 43% dei pazienti s è riscontrata la presenza di almeno un tentativo di suicidio, in anamnesi o a motivo del ricovero attuale. Ideazione e pianificazione di progetti suicidari, rispettivamente nel 24 e nel 9% dei pazienti. È emersa una significativa maggior durata del numero totale di ospedalizzazioni nei pazienti con storia di tentativo i suicidio; si è riscontrata inoltre una minor durata globale di malattia nei pazienti con transizione di ruolo. L’esiguità numerica del campione non ha consentito di porre correlazione tra uno o più focus interpersonali e un aumento del rischio di condotte appartenenti allo spettro suicidario.
Conclusioni: questo studio preliminare ha confermato la diffusione delle aree interpersonali identificate da IPT e IPSRT in pazienti con disturbi dello spettro dell’umore. In particolare, il deficit interpersonale costituisce il focus più frequentemente rappresentato. Ulteriori studi saranno necessari su campioni più ampi per esplorare la correlazione tra specifiche aree interpersonali e la presenza di condotte suicidarie.
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