Tesi etd-09302005-123528 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Danesi, Maurizio
URN
etd-09302005-123528
Titolo
LA GESTIONE DELL'ASSORTIMENTO NELLE IMPRESE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE: IL CASO UNICOOP TIRRENO
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
ECONOMIA AZIENDALE
Relatori
relatore Angelini, Antonella
Parole chiave
- Grande distribuzione
Data inizio appello
20/10/2005
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2045
Riassunto
INTRODUZIONE
La gestione dell’assortimento nelle imprese commerciali è da sempre tema di dibattito in quanto materia di pratica applicazione all’interno di ognuno dei punti vendita che quotidianamente (o quantomeno periodicamente) ci troviamo a visitare per il soddisfacimento dei nostri bisogni attraverso l’acquisizione di prodotti.
Questo lavoro cerca di svolgere una doppia funzione: offrire una visione di ciò che rappresenta per le aziende della grande distribuzione un ottimale gestione dell’assortimento, e al contempo tentare di far comprendere ciò di cui il consumatore va alla ricerca, all’interno dei punti di vendita, al fine di effettuare una scelta il più consona possibile all’appagamento delle sue esigenze.
Infine ho cercato di indirizzare il contesto della gestione assortimentale verso un canale ancora più specifico, vale a dire nei confronti delle modalità gestorie degli acquisti alimentari deperibili, in particolar modo in riferimento al reparto ortofrutta.
Questo grazie anche allo svolgimento di uno stage formativo presso un punto di vendita, di Roma, della scarl Unicoop Tirreno, grazie al quale ho avuto l’opportunità reale di implementare alcune tipologie sperimentali di coordinazione e controllo dell’assortimento di talune fattispecie specifiche di prodotto (soprattutto IV Gamma) tipiche del reparto ortofrutta, con l’obiettivo di rendere più semplice l’effettuazione dell’ordinativo da parte del capo reparto e contemporaneamente di evitare una dispersione eccessiva dei prodotti trattati in sede di assortimento.
Il lavoro perciò è stato strutturato in quattro parti: un’analisi storica, una visione generica della gestione dell’assortimento nelle imprese commerciali, un esame più dettagliato nei confronti dell’assortimento in riferimento al reparto ortofrutta, ed infine il caso pratico effettuato presso Unicoop Tirreno.
Il primo capitolo affronta perciò l’evoluzione del dettaglio alimentare, e non alimentare, dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Questo in quanto la struttura della rete commerciale italiana, vale a dire occupazione, valore aggiunto e forme di distribuzione, deve essere dapprima analizzata dettagliatamente in un’ottica storica allo scopo di identificare le ragioni del ritardo nell’adozione dei moderni metodi distributivi. Perciò per meglio comprendere l’evoluzione continua manifestatasi in tale settore è occorso effettuare un piccolo quadro introduttivo, che fosse antecedente alla seconda metà del secolo scorso. In tal modo mi è stato possibile esplicare il perché del ritardo del nostro sistema distributivo nell’applicazione delle forme moderne di distribuzione.
Ancora oggi si sente parlare del sistema distributivo italiano come un apparato assai più arretrato rispetto a quelli degli altri paesi e ciò e dovuto essenzialmente al fatto che, mentre in tutti i paesi ad economia di mercato avanzata (quali ad esempio Francia, Germania, Spagna, ecc.) la grande distribuzione ha avuto da sempre un peso notevole, nel nostro territorio, per troppo a lungo, è rimasta radicata la cosiddetta “piccola distribuzione tradizionale”. Una grande quantità di piccoli negozi localizzati praticamente in ogni dove e che rappresentavano l’ossatura del sistema distributivo italiano.
Il secondo capitolo verte sulla gestione vera e propria che le imprese commerciali effettuano dell’assortimento, in un contesto di vincoli ed opportunità, o meglio di strutture e di logiche nelle scelte da effettuare. Perciò tale parte è stata incentrata soprattutto su tre materie: i due tipi di referenziamento possibile da parte di un’impresa commerciale (cioè rispettivamente referenziamento quantitativo e qualitativo), e la marca commerciale, in quanto rappresenta un fenomeno sempre più utilizzato per aumentare i margini di ricarico delle aziende distributrici e al contempo per fidelizzare sempre di più il cliente nei riguardi un marchio commerciale proprio (private label).
All’interno del terzo capitolo ho cercato di affrontare in un modo più diretto tutte le specificità che l’assortimento offre nella gestione di un “mondo” particolareggiato come quello dell’ortofrutta, inizialmente attraverso un panorama dettagliato dei consumi alimentari in Italia, ed in seguito, meno genericamente, in merito all’ortofrutta.
Il quarto capitolo tratta invece della mia esperienza personale all’interno del canale distributivo grazie alla possibilità offertami da Unicoop Tirreno di svolgere uno stage formativo presso uno dei suoi punti di vendita a Roma. In tal modo ho avuto la possibilità diretta di prendere visione di ciò che realmente avviene all’interno della filiera distributiva, di tutte le dinamiche gestorie di un punto di vendita, innanzitutto in merito al reparto ortofrutta.
La gestione dell’assortimento nelle imprese commerciali è da sempre tema di dibattito in quanto materia di pratica applicazione all’interno di ognuno dei punti vendita che quotidianamente (o quantomeno periodicamente) ci troviamo a visitare per il soddisfacimento dei nostri bisogni attraverso l’acquisizione di prodotti.
Questo lavoro cerca di svolgere una doppia funzione: offrire una visione di ciò che rappresenta per le aziende della grande distribuzione un ottimale gestione dell’assortimento, e al contempo tentare di far comprendere ciò di cui il consumatore va alla ricerca, all’interno dei punti di vendita, al fine di effettuare una scelta il più consona possibile all’appagamento delle sue esigenze.
Infine ho cercato di indirizzare il contesto della gestione assortimentale verso un canale ancora più specifico, vale a dire nei confronti delle modalità gestorie degli acquisti alimentari deperibili, in particolar modo in riferimento al reparto ortofrutta.
Questo grazie anche allo svolgimento di uno stage formativo presso un punto di vendita, di Roma, della scarl Unicoop Tirreno, grazie al quale ho avuto l’opportunità reale di implementare alcune tipologie sperimentali di coordinazione e controllo dell’assortimento di talune fattispecie specifiche di prodotto (soprattutto IV Gamma) tipiche del reparto ortofrutta, con l’obiettivo di rendere più semplice l’effettuazione dell’ordinativo da parte del capo reparto e contemporaneamente di evitare una dispersione eccessiva dei prodotti trattati in sede di assortimento.
Il lavoro perciò è stato strutturato in quattro parti: un’analisi storica, una visione generica della gestione dell’assortimento nelle imprese commerciali, un esame più dettagliato nei confronti dell’assortimento in riferimento al reparto ortofrutta, ed infine il caso pratico effettuato presso Unicoop Tirreno.
Il primo capitolo affronta perciò l’evoluzione del dettaglio alimentare, e non alimentare, dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Questo in quanto la struttura della rete commerciale italiana, vale a dire occupazione, valore aggiunto e forme di distribuzione, deve essere dapprima analizzata dettagliatamente in un’ottica storica allo scopo di identificare le ragioni del ritardo nell’adozione dei moderni metodi distributivi. Perciò per meglio comprendere l’evoluzione continua manifestatasi in tale settore è occorso effettuare un piccolo quadro introduttivo, che fosse antecedente alla seconda metà del secolo scorso. In tal modo mi è stato possibile esplicare il perché del ritardo del nostro sistema distributivo nell’applicazione delle forme moderne di distribuzione.
Ancora oggi si sente parlare del sistema distributivo italiano come un apparato assai più arretrato rispetto a quelli degli altri paesi e ciò e dovuto essenzialmente al fatto che, mentre in tutti i paesi ad economia di mercato avanzata (quali ad esempio Francia, Germania, Spagna, ecc.) la grande distribuzione ha avuto da sempre un peso notevole, nel nostro territorio, per troppo a lungo, è rimasta radicata la cosiddetta “piccola distribuzione tradizionale”. Una grande quantità di piccoli negozi localizzati praticamente in ogni dove e che rappresentavano l’ossatura del sistema distributivo italiano.
Il secondo capitolo verte sulla gestione vera e propria che le imprese commerciali effettuano dell’assortimento, in un contesto di vincoli ed opportunità, o meglio di strutture e di logiche nelle scelte da effettuare. Perciò tale parte è stata incentrata soprattutto su tre materie: i due tipi di referenziamento possibile da parte di un’impresa commerciale (cioè rispettivamente referenziamento quantitativo e qualitativo), e la marca commerciale, in quanto rappresenta un fenomeno sempre più utilizzato per aumentare i margini di ricarico delle aziende distributrici e al contempo per fidelizzare sempre di più il cliente nei riguardi un marchio commerciale proprio (private label).
All’interno del terzo capitolo ho cercato di affrontare in un modo più diretto tutte le specificità che l’assortimento offre nella gestione di un “mondo” particolareggiato come quello dell’ortofrutta, inizialmente attraverso un panorama dettagliato dei consumi alimentari in Italia, ed in seguito, meno genericamente, in merito all’ortofrutta.
Il quarto capitolo tratta invece della mia esperienza personale all’interno del canale distributivo grazie alla possibilità offertami da Unicoop Tirreno di svolgere uno stage formativo presso uno dei suoi punti di vendita a Roma. In tal modo ho avuto la possibilità diretta di prendere visione di ciò che realmente avviene all’interno della filiera distributiva, di tutte le dinamiche gestorie di un punto di vendita, innanzitutto in merito al reparto ortofrutta.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
La tesi non è consultabile. |