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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09292013-211759


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
MONDELLI, CARLO
URN
etd-09292013-211759
Titolo
Effetti delle benzodiazepine nel mutismo acinetico post-traumatico: descrizione di un caso clinico e dei correlati elettroencefalografici.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Rossi, Bruno
Parole chiave
  • trauma cranico
  • sindrome prefrontale
  • mutismo acinetico
  • catatonia organica
Data inizio appello
15/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’attenzione della ricerca moderna per i lobi frontali è documentata a partire dalla seconda metà dell’ottocento, con la descrizione del famoso caso di Phineas Gage, il primo paziente con lesioni frontali descritto in letteratura (1848). Da allora, le conoscenze sulle funzioni delle aree e dei circuiti frontali si sono approfondite in maniera esponenziale, soprattutto grazie alle ricerche condotte sull’uomo mediante le tecnologie di indagine neurofunzionale (come la tomografia ad emissione di positroni, PET, e la risonanza magnetica funzionale, fRM) e mediante evolute tecniche neurofisiologiche (come i potenziali evocati evento-correlati, ERP, e la stimolazione magnetica transcranica, TMS).
Il lobo frontale svolge numerose funzioni comportamentali, tra le quali risultano essere particolarmente importanti quelle relative alla pianificazione ed esecuzione del movimento del corpo e degli occhi, al linguaggio, alle funzioni cognitive ed alle emozioni.
La sindrome prefrontale include un insieme di segni e sintomi neurologici e psichici conseguenti proprio ad una lesione anatomica del lobo frontale dell’encefalo, che può essere dovuta, a sua volta, a: traumi, tumori (primitivi e metastatici), atrofia, emorragie ed infarti, ascessi batterici o amebici, localizzazioni di infezioni da toxoplasma, citomegalovirus, germi opportunisti in pazienti immunocompromessi, ecc. Alcuni aspetti delle sindromi prefrontali sono ben noti, altri meno; alcuni sintomi sono evidenti, altri possono sfuggire all’esplorazione con i tradizionali test psicometrici.
La sindrome prefrontale gioca un ruolo importante nelle difficoltà di reinserimento familiare e socio-lavorativo dei soggetti che hanno subito un trauma cranico, considerata la sua elevata incidenza soprattutto in età giovanile.
Lo scopo di questo lavoro è fornire una visione unitaria delle conoscenze neuroanatomiche, neurofunzionali, neuropsicologiche e cliniche mirate alla comprensione ed alla valutazione dei disturbi di origine frontale, con particolare attenzione a quelli post-traumatici. Partendo da ciò, si prenderà in esame soprattutto il mutismo acinetico, un quadro clinico proprio di una delle tre sindromi prefrontali classicamente descritte, quella mesiale, approfondendone le cause, i segni ed i sintomi e la diagnosi differenziale con altre condizioni patologiche. Successivamente si rapporterà il mutismo acinetico stesso alla catatonia organica, che verrà trattata ampiamente in tutti i suoi aspetti, mettendo in risalto le nuove conoscenze che si stanno affermando nell’ambito della letteratura scientifica. A supporto ed a suggello di tale trattazione verrà riportato un caso clinico molto significativo che è stato diagnosticato, trattato e seguito presso il reparto di Gravi Cerebrolesioni Acquisite dell’Ospedale di Cisanello di Pisa, evidenziando la reale possibilità che uno stato catatonico possa essere concomitante o sostitutivo di un apparente mutismo acinetico che, in questi casi, potrebbe essere risolto con un trattamento a base di benzodiazepine.
Note
La tesi in oggetto non è stata inserita correttamente nel data base dall’autore. L’autore stesso ed i relatori sono stati avvertiti di tale omissione.
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