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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09282022-095309


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GASPERINI, GABRIELE
URN
etd-09282022-095309
Titolo
La volpe e l'etica (Riflessioni morali su Machiavelli)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Bizzocchi, Roberto
controrelatore Lo Bartolo, Alessandro
Parole chiave
  • Volpe
Data inizio appello
14/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/11/2062
Riassunto
A oltre cinquecento anni dalla composizione del Principe, Machiavelli continua a essere oggetto di studio, con letture e riletture, stampe e ristampe in tutto il mondo. Insieme a Pinocchio, in assoluto, il libro italiano più tradotto nel mondo. A onor del vero, fino a non molto tempo fa, l’immagine di Machiavelli e l’aggettivo che ne derivava “machiavellico”, almeno tra i non addetti ai lavori, aveva – sempre - accezione negativa: astuto, privo di scrupoli e amorale.
Ogni epoca si è confrontata con il Segretario Fiorentino ed il Principe fornendo letture adattive legata allo Zeitgeist. Da qualche decennio, la rilettura anglosassone, grazie a studiosi come Hans Baron, John Pocock e Quentin Skinner, essenzialmente attraverso i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, ha fatto del Machiavelli il campione del repubblicanesimo, nonché modello di virtù civica. La storiografia machiavelliana, come un’emorragia, continua, e probabilmente continuerà, a sfornare saggi e opere di varia natura; solo in nord America, ogni anno, vengono pubblicare decine di opere che, in molti casi, ahimè, hanno veramente poco da aggiungere a quello che già sappiamo.
La conclusione del lavoro è centrata sull’aspetto che di Machiavelli mi interessa maggiormente: l’etica nel Principe. Una questione che sicuramente sta più a cuore a noi che al Segretario fiorentino perfettamente calato nelle problematiche della sua epoca. Una questione che per almeno quattrocento anni ha alimentato “la leggenda nera” del Principe; da libro “scritto dal dito di Satana”, secondo il cardinale Reginald Pole (1539), a “manuale per gangsters” definizione attribuita dal filosofo e matematico Bertrand Russell nel recentissimo Novecento. Mancanza di etica? Sospensione di giudizio etico e autonomia della politica, come ventilato da Benedetto Croce? Oppure, visione etica “altra”, tutta terrena e paganissima; per dirla con le parole di Isaiah Berlin: scegliere tra Gerusalemme e Atene . Una scelta tra due visioni etiche alternative, irriducibili e inconciliabili. Io credo che una delle analisi più lucide, puntuali e riabilitanti sul Principe e sulle reali motivazioni che mossero il Machiavelli ci venga proprio dal filosofo anglo-lettone. Una lettura, a mio modo di vedere, definitiva almeno per quanto concerne la comprensione della questione etica nel segretario fiorentino.
Con buona probabilità, la questione dell’etica nel Principe non avrà mai fine, non tanto perché la visione morale del fiorentino sia inesplicabile, quanto piuttosto perché la stessa, per i fautori di una fazione (Gerusalemme), appaia sostanzialmente inaccettabile. A causa di questo dualismo, di queste visioni inconciliabili, il Principe è condannato a una sempiterna e conflittuale attualità.

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