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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09282017-113430


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
FIASCHI, CHIARA
URN
etd-09282017-113430
Titolo
Valutazione istopatologica dell'applicazione di nuove protesi in polipropilene per la riparazione dei difetti della parete addominale in un modello murino
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Cantile, Carlo
correlatore Dott.ssa Burchielli, Silvia
controrelatore Prof.ssa Abramo, Francesca
Parole chiave
  • riduzione ernia
  • polipropilene
  • PCL
  • mes
  • ernia addominale
Data inizio appello
20/10/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2087
Riassunto
La tecnica chirurgica “tension free” per la risoluzione delle ernie addominali,con l’utilizzo di mesh in polipropilene , riduce il tasso di ricorrenza del laparocele e rende possibile la riduzione di difetti addominali anche estesi e altrimenti irreparabili.
Questa tecnica oggi è considerata gold standard dall’American College of Surgeon.
La mesh ideale deve essere chimicamente inerte, non deve evocare risposta infiammatoria, non cancerogena, non deve evocare risposte anafilattiche,deve poter essere modellata a seconda dell’utilizzo, essere economica,reperibile facilmente,capace di resistere allo stress meccanico e deve comportarsi da tessuto autologo.
Nel presente studio si sono testate due nuove protesi, sono mesh leggere macroporose e monofilamento, con strati di gelatina, PCL(policaprolattone), polipropilene ed un altro strato di policaprolattone.
Se comparate con il polipropilene da solo,le mesh composite sono capaci di determinare una migliore adesione cellulare ,crescita differenziazione ed attività dei fibroblasti; questo perché i copolimeri con il loro design 3D possono mimare la matrice extracellulare (ECM).
Una delle due mesh è inoltre funzionalizzata con ac.acrilico,per prevenire la delimitazione del polipropilene, questo perché un’esposizione del polipropilene agli organi viscerali prima che si sia formata fibrosi intorno alla protesi può determinare l’insorgenza di aderenze e fistole intestinali.
Nel nostro studio abbiamo considerato 36 ratti maschi Wistar divisi in due gruppi principali e 3 sottogruppi da 6 ratti con tre differenti end-point (7-45-90 giorni).
Ogni gruppo è stato sottoposto alla medesima tecnica chirurgica per impiantare le
mesh; un gruppo ha ricevuto la mesh funzionalizzata,l’altro la mesh non
funzionalizzata.
Ogni mesh ha lo strato di gelatina che si interfaccia con la parete addominale e lo strato
di policaprolattone che si interfaccia con i visceri.
Gli animali sono stati seguiti durante il periodo post operatorio fino all’end point stabilito dopodiché si è effettuata l’eutanasia.
A tutti i ratti è stata fatta un’analisi macroscopica il giorno dell’espianto; poi si è campionata con una exeresi la protesi con la parete addominale e si sono seguite le procedure di routine prima delle colorazioni istologiche.
Non ci sono differenze significative tra le due tipologie di protesi nelle variabili macroscopiche analizzate. Tre ratti hanno presentato adesioni viscerali.
L’analisi microscopica rileva un’infiammazione di media intensità con una minima reazione da corpo estraneo. L’ incapsulamento fibroso è buono sul versante a contatto con i visceri ma incompleto a livello dell’interfaccia parietale.
Lo strato di PCL a livello all’interfaccia viscerale è completamente scomparso.
L’analisi microscopica a 45 e 90 giorni è simile in entrambi i gruppi e rivela una lieve infiammazione e una lieve reazione da corpo estraneo.
L’incapsulamento fibroso inoltre in questi campioni è ben evidente e formato a livello viscerale ma discontinuo sul versante parietale.
In conclusione non ci sono differenze macro o microscopiche tra la protesi funzionalizzata e non funzionalizzata.
La protesi e ben tollerata dall’ospite, ad ogni modo probabilmente è necessario aggiungere un ulteriore end-point al fine di verificare come procede l’integrazione della mesh a livello della parete addominale.
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