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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09282012-101041


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIARDINA, SIMONAMARIA
URN
etd-09282012-101041
Titolo
Ruolo dell'obesità materna nello sviluppo di rischio cardio-metabolico nella prole
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MOLECOLARE E CELLULARE
Relatori
relatore Iozzo, Patricia
relatore Guzzardi, Maria Angela
Parole chiave
  • rischio
  • obesità
  • cardiometabolico
Data inizio appello
18/10/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2052
Riassunto
L’obesità è una delle principali cause di malattie croniche - quali diabete mellito, malattie cardiovascolari e alcune forme di cancro – e, pertanto, di morte prevenibile nel mondo. La sua prevalenza ha portato l’organizzazione mondiale della sanità a riconoscerla ufficialmente come un’epidemia nel 1997.
La patogenesi delle complicanze dell’obesità è strettamente collegata con l’insulino-resistenza, l’iperglicemia e la dislipidemia, dovute alla compromissione dell’azione dell’insulina su organi e tessuti.
Sono numerosi gli studi condotti per chiarire gli effetti cardiovascolari dell’obesità. L’eccessivo peso corporeo è legato, infatti, a un ampio spettro di cambiamenti a livello cardiaco che vanno dagli effetti emodinamici all’aterosclerosi ed alla cardiopatia ipertrofica.
Lo sviluppo di insulino-resistenza nel tessuto miocardico è considerato un segno di vulnerabilità cardiovascolare, poiché riflette l’incapacità del cuore di passare – quando necessario - dall’utilizzo degli acidi grassi a quello del glucosio, che è un substrato più efficiente. Un aumentato afflusso di glucosio ed acidi grassi al cuore di soggetti obesi, legato all’insulino-resistenza del tessuto adiposo, muscolare ed epatico, è una potenziale causa e fattore aggravante del rischio cardiovascolare e dell’insulino-resistenza del miocardio. L’eccesso di substrati sembra aumentare la formazione di radicali liberi ed il danno ossidativo del miocardio. Le conoscenze attuali supportano il ruolo dello stress ossidativo come potenziale meccanismo patogenetico che lega le alterazioni metaboliche e la disfunzione d’organo. Il metabolismo ossidativo è stimolato nelle condizioni caratterizzate da insulino-resistenza e sindrome metabolica, ed il danno ossidativo al DNA nelle cellule periferiche del sangue è associato a queste condizioni, e a malattie cardiache di varia origine.
La predisposizione allo sviluppo di malattie cardiovascolari ed il ruolo dell’obesità e dell’insulino-resistenza nello sviluppo di malattie cardiovascolari potrebbero avere origine già durante la vita fetale.
Obesità e insulino-resistenza materne modificano l’ambiente intra-uterino e sono associate ad un rischio di aborto e di mortalità perinatale più elevati di quanto riscontrato in madri non affette. Secondo questa teoria, denominata programmazione fetale, il feto risponderebbe all’ambiente intra-uterino mettendo in atto un adattamento del proprio metabolismo che diviene permanente perché si realizza in un periodo critico dello sviluppo e della differenziazione cellulare. Si osserva, infatti, una predisposizione allo sviluppo di malattie cardiovascolari, diabete e obesità nella prole di madri obese.
Scopo di questo lavoro è quello di comprendere i meccanismi attraverso i quali l’ambiente metabolico materno possa influenzare lo sviluppo fetale e infantile. L’ipotesi principale è che l’ambiente uterino di donne obese induce una predisposizione allo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari nella prole. Ipotizziamo inoltre che i mediatori principali del rischio cardiovascolare, derivanti dall’obesità materna, siano l’insulino-resistenza miocardica, la riduzione del flusso coronarico e lo stress ossidativo. Considerando l’importanza della placenta come organo scambiatore tra la madre e il feto, si ipotizza che l’alterazione dell’ambiente uterino sia mediata da modifiche strutturali e funzionali di essa.
Questo lavoro prevede la esecuzione parallela di due studi, uno con un modello sperimentale, l’altro nell’uomo.
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