logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09282011-145943


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LORENZI, SILVIA
URN
etd-09282011-145943
Titolo
GALATTOGRAFIA E RISONANZA MAGNETICA NELLO STUDIO DELLA MAMMELLA SECERNENTE
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Caramella, Davide
Parole chiave
  • breast magnetic resonance
  • galactography
  • galattografia
  • mammella secernente
  • nipple discharge
  • risonanza magnetica mammaria
Data inizio appello
18/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2051
Riassunto
Scopo. Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare il ruolo della galattografia e della Risonanza Magnetica Mammaria (MRM) nella valutazione diagnostica di pazienti con secrezione patologica dal capezzolo. Dal momento che la diagnosi definitiva si ottiene con l’analisi istologica, questa è stata presa come gold standard di riferimento e posta a confronto con gli esiti degli esami di galattografia e MRM. Sulla base della corrispondenza tra la diagnosi di imaging e la diagnosi anatomopatologica abbiamo calcolato i valori di sensibilità, specificità e valore predittivo delle due metodiche.
Pazienti e metodi. Abbiamo condotto una ricerca nel nostro database di pazienti con secrezione dal capezzolo unilaterale monoporica sottoposte a galattografia, reclutando una popolazione di 175 pazienti valutate dal gennaio 2006 all’agosto 2011 presso la Senologia dell’Ospedale S. Chiara di Pisa. Sono state ulteriormente selezionate 104/175 pazienti che avevano una diagnosi istologica, ottenuta dall’esame anatomopatologico post-chirurgico o dall’analisi del prelievo bioptico. In 40/104 pazienti l’iter diagnostico è stato completato con MRM .
Risultati. La galattografia è stata eseguita con successo in 77/104 pazienti (74%). Nelle restanti 27/104 pazienti (26%) non è stato possibile avere un risultato diagnosticamente valido per stravaso del mezzo di contrasto (n = 7), assenza di secrezione al momento dell’esecuzione dell’esame (n = 6), difficoltà nell’incannulamento del dotto secernente (n = 13), presenza di capezzoli introflessi (n = 1). Nelle 77/104 pazienti con galattografia significativa abbiamo ottenuto i seguenti risultati: 61 veri positivi, 9 veri negativi, 4 falsi positivi e 3 falsi negativi. I dati della nostra casistica ci hanno permesso di ottenere questi valori relativi alla galattografia: specificità 69%, sensibilità 95%, valore predittivo positivo 94%, valore predittivo negativo 75%, accuratezza diagnostica 91%. La MRM è stata eseguita in 40/104 pazienti, di cui 10 non avevano eseguito la galattografia per difficoltà tecniche. Abbiamo ottenuto i seguenti risultati: 30 veri positivi, 6 veri negativi, 3 falsi positivi, 1 falso negativo. Nella nostra casistica la MRM ha dimostrato di avere specificità del 67%, sensibilità del 97%, valore predittivo positivo del 91%, valore predittivo negativo dell’86%, accuratezza diagnostica del 90%. Considerando le pazienti in cui sono state eseguite entrambe le metodiche abbiamo osservato come soltanto in 1 caso nessuna delle due sia stata in grado di consentire una diagnosi corretta.
Conclusioni. In accordo con i dati riportati in letteratura, dalla nostra casistica è emerso che sia la galattografia che la MRM hanno un’elevata sensibilità (rispettivamente 95% e 97%) nello studio imaging di pazienti con secrezione patologica dal capezzolo. La galattografia è la metodica di prima scelta nella valutazione della mammella secernente e la MRM occupa un ruolo rilevante nel completare l’inquadramento diagnostico. Tuttavia, le metodiche non hanno elevata specificità (galattografia 69% e MRM 67%) e nessuna delle due può sostituire la diagnosi istologica, l’unica che può discriminare con certezza la patologia benigna da quella maligna.
File