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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09282009-191615


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LORUSSO, LOREDANA
URN
etd-09282009-191615
Titolo
Significato diagnostico della scintigrafia totale corporea in pazienti con carcinoma tiroideo differenziato ed anticorpi anti-tireoglobulina circolanti
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Elisei, Rossella
Parole chiave
  • scintigrafia totale corporea diagnostica
  • carcinoma tiroideo differenziato
  • AbTg
Data inizio appello
20/10/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/10/2049
Riassunto
Riassunto
Introduzione: il carcinoma differenziato della tiroide (CDT) è una neoplasia maligna che origina dall’epitelio follicolare della tiroide, mantenendo quelle che sono le caratteristiche tipiche della cellula tiroidea normale. Le due principali varianti istologiche sono il carcinoma papillare (PTC) e quello follicolare (FTC) e rappresentano rispettivamente l’80% ed il 20% circa delle forme ben differenziate.
Attualmente la strategia terapeutica adottata prevede l’asportazione chirurgica totale o “quasi totale” della tiroide con successiva ablazione del residuo tiroideo con iodio radioattivo (131I) e somministrazione di terapia, prima soppressiva e poi sostitutiva, con levo-tiroxina.
Nei pazienti con CDT, di fondamentale importanza risulta essere il follow-up per identificare ed eventualmente trattare precocemente persistenze o recidive di malattia. A tale scopo, il test biochimico più importante risulta essere il dosaggio della tireoglobulina sierica (Tg) sia basalmente che dopo stimolo con TSH umano ricombinante (rh-TSH).
L’alta sensibilità di tale dosaggio decresce, però, nei pazienti con titoli elevati di anticorpi anti-Tg (AbTg), in quanto questi interferiscono con il legame tra la Tg circolante e gli anticorpi marcati utilizzati nei kit attualmente in commercio. Per tale motivo, nei pazienti con CDT e AbTg positivi è necessario associare al dosaggio della Tg sierica stimolata un’ulteriore metodica diagnostica che è rappresentata dalla scintigrafia totale corporea (STC), non più utilizzata in quei pazienti che invece risultano negativi agli stessi anticorpi.
Il follow-up dei pazienti con CDT (sia in assenza che in presenza di AbTg) prevede, inoltre, l’utilizzo dell’ecografia del collo.
Scopo della tesi: scopo del presente lavoro è stato quello di valutare il potere diagnostico della STC diagnostica in 212 pazienti con CDT e AbTg positivi, nei quali il solo dosaggio della Tg circolante dopo stimolo con rh-TSH risulta di scarsa rilevanza data l’interferenza anticorpale e, quindi, l’elevata probabilità di generare falsi negativi.
Pazienti e metodi: abbiamo esaminato retrospettivamente i dati epidemiologici, anatomo-patologici e clinici di 212 pazienti affetti da CDT e AbTg positivi afferiti al Dipartimento di Endocrinologia di Pisa tra il 2005 ed il 2007 per eseguire la STC diagnostica con 131I in eutiroidismo (204 pazienti, 96%) previo stimolo con TSH umano ricombinante o in ipotiroidismo (8 pazienti, 4%), ottenuto dopo sospensione della levo-tiroxina. Tutti i pazienti avevano eseguito almeno un trattamento radiometabolico per l’ablazione del residuo.
Risultati: la STC diagnostica ha permesso di identificare, tra i 212 pazienti del nostro studio, 9 pazienti (4,5%) con una captazione extracervicale verosimilmente riferibile a metastasi linfonodali (n=3), mediastiniche (n=3) e polmonari (n=3) e 59 pazienti (28%) con persistenza di residuo tiroideo. Mentre in 5 dei 9 casi (55,6) suddetti la positività della STC era accompagnata dalla positività della Tg stimolata e/o dall’incremento dei valori di AbTg e/o dalla presenza di lesioni del collo identificate con ecografia ed agoaspirato, in 4 casi (44,4%) solo la positività della STC ha suggerito di ripetere una terapia radiometabolica. Dei 59 casi con persistenza di residuo, 5 (8,5%) erano anche positivi per la Tg stimolata, 22 (37,3%) per l’incremento o la stazionarietà dei valori di AbTg e 9 (15,5%) per ecografia ed agoaspirato, mentre 31 casi (52,5%) erano positivi solo alla STC.
La STC post dose terapeutica, dotata di maggiore sensibilità rispetto alla STC diagnostica, ha confermato la presenza di metastasi polmonari in 2/3 casi visti alla STC diagnostica e due captazioni mediastiniche mentre tre casi di metastasi linfonodali segnalate dalla STC diagnostica sono risultati essere casi di residuo tiroideo persistente. Dei 34 residui visti con la STC diagnostica e trattati con dose alta, la STC post-dose ne ha confermati 29.
Conclusioni: in base al nostro studio possiamo pertanto concludere che nei pazienti con CDT ed AbTg positivi è necessario utilizzare la STC diagnostica per identificare eventuali persistenze/recidive di malattia e/o di residuo tiroideo, responsabili verosimilmente della persistenza dei valori di AbTg. Rispetto alla STC diagnostica sia la Tg stimolata che l’andamento degli AbTg hanno dimostrato una ridotta sensibilità e specificità nel predire la persistenza di malattia e/o residuo.
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