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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09272017-153143


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SANTUS, CHIARA
URN
etd-09272017-153143
Titolo
LA TUTELA DELLO IUS EXISTANTIAE NELLE MISURE DI CONTRASTO ALLA POVERTA'.IL CASO DEL COMUNE DI SASSARI.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
PROGRAMMAZIONE E POLITICA DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Nugnes, Francesca
Parole chiave
  • contrasto povertà
  • diritti sociali
  • REI
  • REIS
  • SIA
Data inizio appello
23/10/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Gli anni della crisi economica hanno visto l'ampia diffusione della povertà assoluta, espressione con cui si definisce la mancanza di risorse economiche necessarie per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile sotto il quale non è possibile nemmeno il soddisfacimento dei bisogni primari. Tuttavia l'Italia è rimasta per lungo tempo priva di una misura nazionale universalistica, di sostegno alla povertà, pertanto rivolta a chiunque si trovi in tale condizione. Lo storico disinteresse della politica italiana nei confronti dell'argomento è stato superato dalla legge di stabilità n. 208 del 28 dicembre 2015 che ha introdotto avanzamenti senza precedenti in materia, introducendo prima la misura transitoria del Sostegno per l'inclusione attiva e di recente con la legge 15 marzo 2017, n. 33 “Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni ed al sistema degli interventi e dei servizi sociali”, e con l'approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri del decreto legislativo attuativo del 29.08.2017, il REI, Reddito di inclusione.
Nel presente studio si sono approfonditi i fondamenti costituzionali del diritto ad una “esistenza dignitosa ”, sanciti dal combinato disposto degli artt. 2 e 3 co.2, Cost., dell’art. 38 Cost. e dell’art. 117, co. 2 lett. m, Cost. e dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 10/2010, e rafforzati dalla Carta europea dei diritti fondamentali. Si sono, inoltre, ripercorse le misure messe in atto dal legislatore italiano alla luce della cornice normativa disegnata dal legislatore costituzionale che pone, a fondamento degli interventi di contrasto alla povertà, il principio di uguaglianza e la tutela della dignità umana, da salvaguardare attraverso la rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale ( art. 3 Cost.)
Ci si è poi chiesti se si possa rintracciare nella normativa un conseguente dovere dei pubblici poteri ad adoperarsi nella rimozione delle disuguaglianze e nella lotta contro la povertà, delimitando e definendo preliminarmente tale concetto secondo un’ottica multidimensionale. Dall'analisi svolta è emersa con chiarezza l'esistenza di un diritto ad ottenere delle prestazioni indispensabili per alleviare le situazioni di bisogno estremo e un obbligo per lo Stato di rifarsi ai principi enunciati in queste disposizioni normative per garantire tale diritto ed i relativi interventi. A fronte di ciò lo Stato italiano ha trovato risposte spesso frammentarie e parziali e che sembra intenzionato a superare con la nuova misura del REI. Nel corso del lavoro si sono approfonditi tutti gli interventi precedenti a partire dal reddito minimo per arrivare al SIA che ha costituito la misura ponte tra i precedenti interventi e il REI.
Si è, inoltre, dato atto delle criticità e delle potenzialità di tale misura anche attraverso un'analisi concreta della sua attuazione nel comune di Sassari. Si è cercato di inquadrarla anche alla luce della normativa regionale in materia e dei precedenti programmi promossi dalla RAS nell'ambito delle politiche di contrasto alla povertà attraverso analisi di dati, comparazioni normative e riflessioni tecniche.
Tale ricerca ha evidenziato che, a causa della carenza di risorse economiche e umane, l'adozione di tale musra si sta traducendo spesso in una mera erogazione di contributi economici che difficilmente favorisce l'uscita dalla situazione di bisogno e potrebbe addirittura essere controproducente perché rischia di creare delle dipendenze dai servizi e stigmatizzare e rendere cronico il disagio.
L'analisi svolta lascia aperto un interrogativo rispetto al fatto che se il diritto ad un esistenza dignitosa non è una concessione dello Stato ma un diritto costituzionalmente garantito, come potrà il legislatore giustificare con la carenza di risorse l'inadeguatezza di prestazioni indispensabili per alleviare le situazioni di estremo bisogno che si traduce in una violazione dei principi cardine della Costituzione?
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