Tesi etd-09262011-150625 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
NICCOLAI, FRANCESCO
URN
etd-09262011-150625
Titolo
Evoluzione nella protesica dell'anca: gli steli corti a presa metafisaria.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Lisanti, Michele
Parole chiave
- anca
- presa metafisaria
- protesi
- steli corti
Data inizio appello
18/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2051
Riassunto
INTRODUZIONE: gli steli metafisari sono stati sviluppati al fine di ridurre il rischio di stress shielding conservando il più possibile il bone-stock e trovano indicazione nei pazienti con una buona qualità ossea e preferibilmente con un’età inferiore ai 70 anni.
La conservazione prossimale del femore assicura la stabilità meccanica triplanare ed in particolare rotatoria dello stelo che, occupando contemporaneamente due cilindri ossei (collo e diafisi) non coassiali acquista una grande stabilità primaria e resistenza alle forze torsionali.
L’utilizzo di questo tipo di impianti che si collocano a metà strada tra le protesi di rivestimento e gli steli standard, sta diventando sempre più frequente ed i modelli disponibili nel mercato sono sempre più numerosi.
Scopo di questa tesi è riportare l’esperienza presso la I Clinica Ortopedica di Pisa diretta dal Prof. Lisanti circa l’utilizzo dello stelo Metha® B.Braun Aesculap, stelo a risparmio di collo modulare.
MATERIALI E METODI: presso la I Clinica Ortopedica di Pisa dal Marzo 2008 all’Agosto 2010 sono stati sottoposti ad impianto di protesi d’anca con stelo Metha 37 pazienti; l’ età media al momento dell’intervento era di 52 anni, con un età minima di 32 anni ed un’età massima di 66 anni. 17 pazienti di sesso maschile e 20 di sesso femminile 19 impianti destri e 18 impianti sinistri, 2 casi di stelo monoblocco per paziente allergico ai metalli.
La diagnosi iniziale era in 21 pazienti coxartrosi primitiva, in 11 necrosi avascolare della testa del femore, in 3 esiti di displasia ed in 2 casi artrosi post traumatica.
La valutazione preoperatoria comprendeva uno studio radiografico dell’anca, la valutazione clinica, la scheda Harris Hip Score e con la scheda Womac.
L’intervento chirurgico è stato eseguito dallo stesso chirurgo, la via di accesso è stata la postero laterale. Sono stati raccolti i dati delle cartelle cliniche e dai controlli clinici successivi. La valutazione radiografica è stata eseguita seguendo lo Score ARA .Il follow up medio è stato di 19 mesi con un minimo di 7 ed un massimo di 35.
In alcuni Pazienti è stata eseguita una valutazione densitometrica periprotesica ed il sanguinamento perioperatorio confrontandolo con quello degli steli standard.
RISULTATI: nella maggioranza dei casi i risultati ottenuti sono stati soddisfacenti con scarsa od assente sintomatologia clinica (HHS medio >95; womac medio > 90), non sono state evidenziate mobilizzazioni dello stelo o strie di radiolucenza.
Come complicanze dobbiamo registrare 2 casi di dolore gluteo e 1 caso di calcificazioni periprotesiche.
La dismetria degli arti post operatoria è sempre stata inferiore ad 1 cm.
I valori densitometrici raccolti ad 1 anno non hanno evidenziato sostanziali differenze in rapporto ai valori degli steli retti, risultati analoghi sono stati riscontrati per il sanguinamento perioperatorio.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: gli steli a risparmio di collo rappresentano una scelta meno invasiva ed un’alternativa interessante per la protesi totale d’anca. Il disegno e la biomeccanica di questo tipo di impianti permettono la conservazione del bone-stock diafisario ed una più fisiologica distribuzione delle forze di carico.
L’esperienza presso la I Clinica Ortopedica di Pisa con questo tipo di steli ed in particolare con lo stelo Metha® è breve ma i risultati clinici radiografici e densitometrici ottenuti seppur a breve follow-up sono molto soddisfacenti; la modularità del collo permette al chirurgo di ristabilire nel miglior modo possibile la corretta biomeccanica dell’anca e l’eumetria degli arti.
Dai risultati preliminari ottenuti dal nostro studio e da studi precedenti presenti in letteratura, sembra emergere come gli steli metafisari possano essere una soluzione al problema dello stress shielding, una delle principali cause della mobilizzazione asettica.
La zona metafisaria del femore non venendo sottratta al carico sembra infatti mantenere una ottima qualità ossea elemento fondamentale per la sopravvivenza a lungo termine dell’impianto.
II planning operatorio degli steli a risparmio di collo è di fondamentale importanza infatti il particolare disegno dell’impianto deve adattarsi al collo femorale il quale però, deve conservare la sua integrità morfologica e morfometrica.
La conservazione prossimale del femore assicura la stabilità meccanica triplanare ed in particolare rotatoria dello stelo che, occupando contemporaneamente due cilindri ossei (collo e diafisi) non coassiali acquista una grande stabilità primaria e resistenza alle forze torsionali.
L’utilizzo di questo tipo di impianti che si collocano a metà strada tra le protesi di rivestimento e gli steli standard, sta diventando sempre più frequente ed i modelli disponibili nel mercato sono sempre più numerosi.
Scopo di questa tesi è riportare l’esperienza presso la I Clinica Ortopedica di Pisa diretta dal Prof. Lisanti circa l’utilizzo dello stelo Metha® B.Braun Aesculap, stelo a risparmio di collo modulare.
MATERIALI E METODI: presso la I Clinica Ortopedica di Pisa dal Marzo 2008 all’Agosto 2010 sono stati sottoposti ad impianto di protesi d’anca con stelo Metha 37 pazienti; l’ età media al momento dell’intervento era di 52 anni, con un età minima di 32 anni ed un’età massima di 66 anni. 17 pazienti di sesso maschile e 20 di sesso femminile 19 impianti destri e 18 impianti sinistri, 2 casi di stelo monoblocco per paziente allergico ai metalli.
La diagnosi iniziale era in 21 pazienti coxartrosi primitiva, in 11 necrosi avascolare della testa del femore, in 3 esiti di displasia ed in 2 casi artrosi post traumatica.
La valutazione preoperatoria comprendeva uno studio radiografico dell’anca, la valutazione clinica, la scheda Harris Hip Score e con la scheda Womac.
L’intervento chirurgico è stato eseguito dallo stesso chirurgo, la via di accesso è stata la postero laterale. Sono stati raccolti i dati delle cartelle cliniche e dai controlli clinici successivi. La valutazione radiografica è stata eseguita seguendo lo Score ARA .Il follow up medio è stato di 19 mesi con un minimo di 7 ed un massimo di 35.
In alcuni Pazienti è stata eseguita una valutazione densitometrica periprotesica ed il sanguinamento perioperatorio confrontandolo con quello degli steli standard.
RISULTATI: nella maggioranza dei casi i risultati ottenuti sono stati soddisfacenti con scarsa od assente sintomatologia clinica (HHS medio >95; womac medio > 90), non sono state evidenziate mobilizzazioni dello stelo o strie di radiolucenza.
Come complicanze dobbiamo registrare 2 casi di dolore gluteo e 1 caso di calcificazioni periprotesiche.
La dismetria degli arti post operatoria è sempre stata inferiore ad 1 cm.
I valori densitometrici raccolti ad 1 anno non hanno evidenziato sostanziali differenze in rapporto ai valori degli steli retti, risultati analoghi sono stati riscontrati per il sanguinamento perioperatorio.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONE: gli steli a risparmio di collo rappresentano una scelta meno invasiva ed un’alternativa interessante per la protesi totale d’anca. Il disegno e la biomeccanica di questo tipo di impianti permettono la conservazione del bone-stock diafisario ed una più fisiologica distribuzione delle forze di carico.
L’esperienza presso la I Clinica Ortopedica di Pisa con questo tipo di steli ed in particolare con lo stelo Metha® è breve ma i risultati clinici radiografici e densitometrici ottenuti seppur a breve follow-up sono molto soddisfacenti; la modularità del collo permette al chirurgo di ristabilire nel miglior modo possibile la corretta biomeccanica dell’anca e l’eumetria degli arti.
Dai risultati preliminari ottenuti dal nostro studio e da studi precedenti presenti in letteratura, sembra emergere come gli steli metafisari possano essere una soluzione al problema dello stress shielding, una delle principali cause della mobilizzazione asettica.
La zona metafisaria del femore non venendo sottratta al carico sembra infatti mantenere una ottima qualità ossea elemento fondamentale per la sopravvivenza a lungo termine dell’impianto.
II planning operatorio degli steli a risparmio di collo è di fondamentale importanza infatti il particolare disegno dell’impianto deve adattarsi al collo femorale il quale però, deve conservare la sua integrità morfologica e morfometrica.
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