Tesi etd-09252023-171821 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MEINI, LUCA
URN
etd-09252023-171821
Titolo
Il bilancio delle soceità di serie A: il quadro normativo di riferimento, la corretta contabilizzazione dei calciatori, la dinamica delle plusvalenze e il caso Juventus
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Allegrini, Marco
Parole chiave
- analisi economica patrimoniale serie a
- bilancio società di calcio
- caso Juventus
- plusvalenze
Data inizio appello
16/10/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Al termine di questo elaborato, il lettore, dovrebbe aver chiaro che i club di serie A sono società di capitali e come tali sono obbligati alla redazione e alla pubblicazione del bilancio d’esercizio secondo quanto dettato dal quadro normativo di riferimento: le società non quotate applicano le disposizioni contenute nel Codice civile e nei principi contabili nazionali OIC, seguendo inoltre quanto disposto dalle Raccomandazioni contabili federali, mentre le società quotate adottano obbligatoriamente i principi contabili internazionali IAS-IFRS.
Ci si è concentrati, in particolare, sulla classificazione e rilevazioni in bilancio, di quello che è l’asset principale per una società di calcio: i giocatori. Per la precisione ciò che viene iscritto in bilancio è il diritto di utilizzo (right of use) alle prestazioni dei calciatori tra le immobilizzazioni immateriali.
Si è visto come mentre le società OIC adopter seguono necessariamente il criterio del costo, cioè iscrivono il diritto di utilizzo al costo di acquisto e procedono ad ammortizzarlo secondo la durata del contratto che lega il calciatore al club, gli IAS-IFRS offrono teoricamente la possibilità di adottare, in alternativa al modello basato sul costo storico (opzione che comunque rimane preferita), quello fondato sulla rideterminazione del valore sulla base del fair value dell'attività, per mezzo del quale i diritti pluriennali alle prestazioni dei giocatori sono iscritti per la prima volta in bilancio sempre al costo di acquisto, ma successivamente a un valore periodicamente rivisto per tener conto del valore corrente dei diritti stessi. Nonostante non sia del tutto pacifico che i diritti alle prestazioni dei calciatori soddisfino i requisiti richiesti dallo IAS 38 per poter adottare il criterio del fair value (in particolare la presenza di un mercato attivo), il problema ha perso rilevanza, perché si è visto come la Uefa ha imposto l’utilizzo del criterio del costo per la valutazione dei calciatori anche alle società quotate.
Si sono poi analizzate nello specifico tutte le operazioni che coinvolgono i calciatori, riportando le relative scritture contabili, sottolineando quando e come possono emergere plusvalenze e minusvalenze.
Il terzo capitolo è stato dedicato ai controlli contabili posti in essere da Figc e Uefa, si sono analizzati nel dettaglio quelli che sono i poteri e le funzioni della Co.Vi.So.C, nonché tutti gli indicatori di bilancio, il cui rispetto è necessario, per i club, per potersi iscrivere al campionato e svolgere regolarmente attività di calciomercato. Inoltre, si è affrontato il tema delle licenze Uefa, sottolineando quelle che sono le condizioni economiche e finanziarie che la Uefa richiede ai club per poter partecipare alle competizioni europee. Si è analizzato brevemente anche il tema del Far play finanziario, cercando di spiegarne il funzionamento, sottolineando quelli che sono i costi e ricavi considerati rilevanti al fine del break even rule, che impone sostanzialmente la copertura dei costi con i ricavi, ossia il pareggio di bilancio.
Nel quarto e ultimo capitolo si è svolto un’analisi economica patrimoniale decennale dei conti della serie A, basandosi su uno studio effettuato dalla società di revisione Pwc in collaborazione con la Figc. Per quanto riguarda il Conto Economico, si sono approfondite tutte le principali voci di ricavo e di costo che compongono rispettivamente il Valore della produzione e i Costi della produzione dei club di serie A, cercando di spiegare da cosa sono dovute le principali variazioni. A livello di Stato Patrimoniale, si è distinto tra quelle che sono le principali fonti di finanziamento e il capitale investito, con una particolare attenzione per quanto riguarda i debiti finanziari e il patrimonio netto.
Si sono, poi, visti quelli che sono stati i principali effetti del Covid 19 sui bilanci delle società di serie A, sempre sia da un punto di vista di Conto Economico che di Stato Patrimoniale.
Infine, si è dedicato un focus specifico alla tematica delle plusvalenze, sottolineando la fondamentale importanza di questa voce di ricavo per le società di Seria A, che risulta essere infatti una fonte indispensabile per mantenere l’equilibrio economico dei bilanci, richiesto anche dal Fair play finanziario Uefa. Al tempo stesso però, si è visto come il requisito del break-even può avere generato un effetto indesiderato e cioè la generazione di plusvalenze “opportunistiche” con il solo fine di ottemperare al vincolo di pareggio di bilancio imposto dalla norma.
In conclusione, si è analizzato il caso Juventus, ripercorrendo le tappe del processo sportivo che ha portato alla penalizzazione del club bianconero, evidenziando quelli che sono stati gli errori contabili contestati e le motivazioni che hanno portato alla condanna.
Ci si è concentrati, in particolare, sulla classificazione e rilevazioni in bilancio, di quello che è l’asset principale per una società di calcio: i giocatori. Per la precisione ciò che viene iscritto in bilancio è il diritto di utilizzo (right of use) alle prestazioni dei calciatori tra le immobilizzazioni immateriali.
Si è visto come mentre le società OIC adopter seguono necessariamente il criterio del costo, cioè iscrivono il diritto di utilizzo al costo di acquisto e procedono ad ammortizzarlo secondo la durata del contratto che lega il calciatore al club, gli IAS-IFRS offrono teoricamente la possibilità di adottare, in alternativa al modello basato sul costo storico (opzione che comunque rimane preferita), quello fondato sulla rideterminazione del valore sulla base del fair value dell'attività, per mezzo del quale i diritti pluriennali alle prestazioni dei giocatori sono iscritti per la prima volta in bilancio sempre al costo di acquisto, ma successivamente a un valore periodicamente rivisto per tener conto del valore corrente dei diritti stessi. Nonostante non sia del tutto pacifico che i diritti alle prestazioni dei calciatori soddisfino i requisiti richiesti dallo IAS 38 per poter adottare il criterio del fair value (in particolare la presenza di un mercato attivo), il problema ha perso rilevanza, perché si è visto come la Uefa ha imposto l’utilizzo del criterio del costo per la valutazione dei calciatori anche alle società quotate.
Si sono poi analizzate nello specifico tutte le operazioni che coinvolgono i calciatori, riportando le relative scritture contabili, sottolineando quando e come possono emergere plusvalenze e minusvalenze.
Il terzo capitolo è stato dedicato ai controlli contabili posti in essere da Figc e Uefa, si sono analizzati nel dettaglio quelli che sono i poteri e le funzioni della Co.Vi.So.C, nonché tutti gli indicatori di bilancio, il cui rispetto è necessario, per i club, per potersi iscrivere al campionato e svolgere regolarmente attività di calciomercato. Inoltre, si è affrontato il tema delle licenze Uefa, sottolineando quelle che sono le condizioni economiche e finanziarie che la Uefa richiede ai club per poter partecipare alle competizioni europee. Si è analizzato brevemente anche il tema del Far play finanziario, cercando di spiegarne il funzionamento, sottolineando quelli che sono i costi e ricavi considerati rilevanti al fine del break even rule, che impone sostanzialmente la copertura dei costi con i ricavi, ossia il pareggio di bilancio.
Nel quarto e ultimo capitolo si è svolto un’analisi economica patrimoniale decennale dei conti della serie A, basandosi su uno studio effettuato dalla società di revisione Pwc in collaborazione con la Figc. Per quanto riguarda il Conto Economico, si sono approfondite tutte le principali voci di ricavo e di costo che compongono rispettivamente il Valore della produzione e i Costi della produzione dei club di serie A, cercando di spiegare da cosa sono dovute le principali variazioni. A livello di Stato Patrimoniale, si è distinto tra quelle che sono le principali fonti di finanziamento e il capitale investito, con una particolare attenzione per quanto riguarda i debiti finanziari e il patrimonio netto.
Si sono, poi, visti quelli che sono stati i principali effetti del Covid 19 sui bilanci delle società di serie A, sempre sia da un punto di vista di Conto Economico che di Stato Patrimoniale.
Infine, si è dedicato un focus specifico alla tematica delle plusvalenze, sottolineando la fondamentale importanza di questa voce di ricavo per le società di Seria A, che risulta essere infatti una fonte indispensabile per mantenere l’equilibrio economico dei bilanci, richiesto anche dal Fair play finanziario Uefa. Al tempo stesso però, si è visto come il requisito del break-even può avere generato un effetto indesiderato e cioè la generazione di plusvalenze “opportunistiche” con il solo fine di ottemperare al vincolo di pareggio di bilancio imposto dalla norma.
In conclusione, si è analizzato il caso Juventus, ripercorrendo le tappe del processo sportivo che ha portato alla penalizzazione del club bianconero, evidenziando quelli che sono stati gli errori contabili contestati e le motivazioni che hanno portato alla condanna.
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