Tesi etd-09252018-102822 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CASIGLIANI, VIRGINIA
URN
etd-09252018-102822
Titolo
Analisi dei bisogni informativi nei processi decisionali per la gestione del paziente diabetico in Toscana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Lopalco, Pietro Luigi
correlatore Prof.ssa Nuti, Sabina
correlatore Prof.ssa Nuti, Sabina
Parole chiave
- bisogni informativi
- diabete
- gestione del paziente
- indicatori
- Toscana
- valutazione dei processi decisionali
Data inizio appello
16/10/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/10/2088
Riassunto
1.1 Background
Il diabete è una patologia cronica che sta assumendo sempre maggiore rilevanza non solo dal punto di vista epidemiologico ma anche dal punto di vista sociale ed economico. In Toscana, nel 2017 ben l’8,2% della popolazione di età superiore ai 16 anni risulta affetta da diabete. L’aumento dell’incidenza è legato soprattutto al diabete di tipo 2, la cui insorgenza dipende principalmente dall’adozione di stili di vita non salutari (dieta ipercalorica e sedentarietà, in primis). Inoltre, l’assenza di un buon controllo della patologia può determinare delle complicanze a lungo termine molto invalidanti per il paziente (retinopatia, neuropatia, amputazione degli arti inferiori, insufficienza renale), che condizionano la sua qualità ed aspettativa di vita. In Toscana nel 2016 il 10,5% della popolazione toscana sopra i 45 anni presentava insufficienza renale, mentre nei diabetici questa percentuale raddoppia (20,5%) e la velocità di progressione della malattia è più elevata.
Dal punto di vista assistenziale, le sfide nella gestione di questi pazienti sono rappresentate prima di tutto dalla correzione degli stili di vita, per poi passare alla compliance alla terapia e all’esecuzione dei regolari controlli, volti a prevenire le complicanze sopra citate. La diversità degli interventi necessari richiede un altrettanto diversificato coinvolgimento di operatori e strutture sanitari, dallo specialista al medico in medicina generale, alle USL, al personale infermieristico.
1.2 Obiettivo della tesi
Questo studio si pone l’obiettivo di valutare gli strumenti informativi a disposizione degli attori coinvolti nella gestione del diabete in Toscana per comprendere se questi siano sufficienti nei processi decisionali, volti a un continuo miglioramento della qualità e dell’efficienza dell’assistenza. A tal fine, si è ritenuto che fosse indispensabile prendere in esame il sistema di indicatori di performance a disposizione, in quanto rappresenta lo strumento per indirizzare le decisioni dei policy maker, dei dirigenti e dei professionisti sanitari, rispetto ad azioni di modifica del sistema organizzativo, del percorso assistenziale e del comportamento per garantire la qualità delle cure migliore possibile.
1.3 Materiali e Metodi
I sistemi da cui sono stati selezionati gli indicatori che valutano la gestione del diabete sono il sistema di valutazione della performance del Laboratorio Management e Sanità (Mes), il sistema Proter dell’Agenzia Regionale di Sanità, il Programma Nazionale Esiti, il sistema di sorveglianza Passi ed il Progetto Arno di Cineca. A seguito dell’analisi del sistema informativo presente, sono state realizzate delle interviste semi-strutturate ai principali attori coinvolti nel management della patologia per capire se e come utilizzino tali indicatori, come si comportano di fronte ai risultati che emergono da questi sistemi di monitoraggio e quali aspetti ritengono che debbano essere integrati o migliorati.
1.4 Risultati
La mappatura degli indicatori ha mostrato come punto di forza del sistema la valutazione dell’aderenza alle linee guida per lo screening delle complicanze e degli esiti principali, mentre come punta di debolezza il monitoraggio degli interventi di prevenzione primaria e degli stili di vita.
Nelle interviste è emerso che gli attori coinvolti nel management della patologia conoscono i sistemi presi in esame, anche se utilizzano prevalentemente solo alcuni di questi (Mes e Ars in primis, e PNE). Le modalità di utilizzo risultano diverse in base al ruolo ricoperto: mentre per i dirigenti aziendali si tratta principalmente di set di indicatori che sono inseriti nei piani aziendali come obiettivi di budget che poi andranno monitorati, per i clinici essi sono uno strumento di confronto per intraprendere azioni di miglioramento. Rispetto all’integrazione ospedale-territoriale a livello dirigenziale sono ritenuti sufficienti i dati di attività presenti, mentre per i clinici questo aspetto andrebbe migliorato attraverso una valutazione più specifica dei vari livelli del percorso e dei professionisti coinvolti ad ogni livello. Tutti gli intervistati sono concordi invece riguardo la carenza di indicatori per la prevenzione primaria e per l’educazione terapeutica, oltre che per lo screening della patologia. L’atteggiamento sia dei dirigenti che dei clinici di fronte ad un risultato negativo è valutare quali aspetti del percorso siano carenti in modo da porre in atto interventi di miglioramento. Sono state riscontrate infine lacune diverse in base al ruolo ricoperto, ma tutti si sono mostrati concordi rispetto alla mancanza del punto di vista del paziente e della diffusione dell’utilizzo dei dati fra i professionisti sanitari.
1.5 Conclusioni
Sulla base della mappatura degli indicatori svolta e delle interviste, appare chiaro che rispetto alla prevenzione primaria e all’educazione terapeutica non sono presenti sufficienti informazioni.
Il paziente è assente nel sistema attuale di valutazione: questo aspetto dovrebbe essere integrato per poter intervenire in modo più efficace per aumentare la compliance dei pazienti.
La diffusione della conoscenza e dell’utilizzo dei dati fra i professionisti sanitari è cruciale: nonostante le lacune evidenziate e i miglioramenti possibile, la quantità di informazioni disponibili è comunque elevata. In quest’ottica risulta fondamentale formare la classe medica soprattutto sui principi della valutazione e sul ruolo che riveste nella complessa organizzazione del sistema sanitario.
Il diabete è una patologia cronica che sta assumendo sempre maggiore rilevanza non solo dal punto di vista epidemiologico ma anche dal punto di vista sociale ed economico. In Toscana, nel 2017 ben l’8,2% della popolazione di età superiore ai 16 anni risulta affetta da diabete. L’aumento dell’incidenza è legato soprattutto al diabete di tipo 2, la cui insorgenza dipende principalmente dall’adozione di stili di vita non salutari (dieta ipercalorica e sedentarietà, in primis). Inoltre, l’assenza di un buon controllo della patologia può determinare delle complicanze a lungo termine molto invalidanti per il paziente (retinopatia, neuropatia, amputazione degli arti inferiori, insufficienza renale), che condizionano la sua qualità ed aspettativa di vita. In Toscana nel 2016 il 10,5% della popolazione toscana sopra i 45 anni presentava insufficienza renale, mentre nei diabetici questa percentuale raddoppia (20,5%) e la velocità di progressione della malattia è più elevata.
Dal punto di vista assistenziale, le sfide nella gestione di questi pazienti sono rappresentate prima di tutto dalla correzione degli stili di vita, per poi passare alla compliance alla terapia e all’esecuzione dei regolari controlli, volti a prevenire le complicanze sopra citate. La diversità degli interventi necessari richiede un altrettanto diversificato coinvolgimento di operatori e strutture sanitari, dallo specialista al medico in medicina generale, alle USL, al personale infermieristico.
1.2 Obiettivo della tesi
Questo studio si pone l’obiettivo di valutare gli strumenti informativi a disposizione degli attori coinvolti nella gestione del diabete in Toscana per comprendere se questi siano sufficienti nei processi decisionali, volti a un continuo miglioramento della qualità e dell’efficienza dell’assistenza. A tal fine, si è ritenuto che fosse indispensabile prendere in esame il sistema di indicatori di performance a disposizione, in quanto rappresenta lo strumento per indirizzare le decisioni dei policy maker, dei dirigenti e dei professionisti sanitari, rispetto ad azioni di modifica del sistema organizzativo, del percorso assistenziale e del comportamento per garantire la qualità delle cure migliore possibile.
1.3 Materiali e Metodi
I sistemi da cui sono stati selezionati gli indicatori che valutano la gestione del diabete sono il sistema di valutazione della performance del Laboratorio Management e Sanità (Mes), il sistema Proter dell’Agenzia Regionale di Sanità, il Programma Nazionale Esiti, il sistema di sorveglianza Passi ed il Progetto Arno di Cineca. A seguito dell’analisi del sistema informativo presente, sono state realizzate delle interviste semi-strutturate ai principali attori coinvolti nel management della patologia per capire se e come utilizzino tali indicatori, come si comportano di fronte ai risultati che emergono da questi sistemi di monitoraggio e quali aspetti ritengono che debbano essere integrati o migliorati.
1.4 Risultati
La mappatura degli indicatori ha mostrato come punto di forza del sistema la valutazione dell’aderenza alle linee guida per lo screening delle complicanze e degli esiti principali, mentre come punta di debolezza il monitoraggio degli interventi di prevenzione primaria e degli stili di vita.
Nelle interviste è emerso che gli attori coinvolti nel management della patologia conoscono i sistemi presi in esame, anche se utilizzano prevalentemente solo alcuni di questi (Mes e Ars in primis, e PNE). Le modalità di utilizzo risultano diverse in base al ruolo ricoperto: mentre per i dirigenti aziendali si tratta principalmente di set di indicatori che sono inseriti nei piani aziendali come obiettivi di budget che poi andranno monitorati, per i clinici essi sono uno strumento di confronto per intraprendere azioni di miglioramento. Rispetto all’integrazione ospedale-territoriale a livello dirigenziale sono ritenuti sufficienti i dati di attività presenti, mentre per i clinici questo aspetto andrebbe migliorato attraverso una valutazione più specifica dei vari livelli del percorso e dei professionisti coinvolti ad ogni livello. Tutti gli intervistati sono concordi invece riguardo la carenza di indicatori per la prevenzione primaria e per l’educazione terapeutica, oltre che per lo screening della patologia. L’atteggiamento sia dei dirigenti che dei clinici di fronte ad un risultato negativo è valutare quali aspetti del percorso siano carenti in modo da porre in atto interventi di miglioramento. Sono state riscontrate infine lacune diverse in base al ruolo ricoperto, ma tutti si sono mostrati concordi rispetto alla mancanza del punto di vista del paziente e della diffusione dell’utilizzo dei dati fra i professionisti sanitari.
1.5 Conclusioni
Sulla base della mappatura degli indicatori svolta e delle interviste, appare chiaro che rispetto alla prevenzione primaria e all’educazione terapeutica non sono presenti sufficienti informazioni.
Il paziente è assente nel sistema attuale di valutazione: questo aspetto dovrebbe essere integrato per poter intervenire in modo più efficace per aumentare la compliance dei pazienti.
La diffusione della conoscenza e dell’utilizzo dei dati fra i professionisti sanitari è cruciale: nonostante le lacune evidenziate e i miglioramenti possibile, la quantità di informazioni disponibili è comunque elevata. In quest’ottica risulta fondamentale formare la classe medica soprattutto sui principi della valutazione e sul ruolo che riveste nella complessa organizzazione del sistema sanitario.
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