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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09252017-110306


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI MARI, DANIELA
URN
etd-09252017-110306
Titolo
La coltura della camelina come risorsa per la Bioeconomia: valutazione agronomica e caratterizzazione chimica dei prodotti
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Angelini, Luciana Gabriella
correlatore Prof. Mazzoncini, Marco
Parole chiave
  • bioeconomia
  • camelina
  • chimica verde
  • oleaginose
Data inizio appello
11/12/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/12/2087
Riassunto
È globalmente riconosciuto che il modello di sviluppo basato principalmente sulle fonti convenzionali di energia fossile, non è più sostenibile. Siamo oggi di fronte ad una crisi ambientale senza precedenti che impone forti ripensamenti dei nostri modelli di sviluppo per giungere ad una progressiva sostituzione delle risorse fossili con risorse di tipo rinnovabile per la produzione di energia, materiali e prodotti chimici. L’Europa si è data già nel 2012 una strategia ambiziosa nel promuovere una transizione, attraverso la bioeconomia, a un sistema socio-economico più sostenibile basato su un utilizzo più razionale ed efficiente delle risorse biologiche rinnovabili e sulla loro trasformazione in beni e servizi. I vantaggi che si possono generare attraverso lo sviluppo della bioeconomia sono numerosi, tra cui la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, la riduzione dell’impatto ambientale, la minore produzione di rifiuti e di emissioni di gas serra, l’aumento della competitività a livello internazionale, la creazione di nuovi posti di lavoro e di nuove opportunità di business.
La forma fisica della bioeconomia è la bioraffineria, in grado di trasformare materie prime e seconde di origine biologica, in biocarburanti, energia, polimeri, lubrificanti, fertilizzanti, adesivi, mangimi ecc.
Il concetto di bioraffineria è analogo alle raffinerie di petrolio ma tende a superare il limite di una destinazione puramente energetica delle colture, proponendo un impiego della biomassa vegetale come base per la produzione di molecole chimiche impiegate in più settori.
Le conoscenze nel campo della chimica verde, applicate alla costituzione di bioraffinerie integrate, possono permettere di sfruttare biomasse di diversa origine in processi a cascata che ne valorizzino ogni componente, portando alla produzione di una gamma variegata di bio-based products.
Alcune colture oleaginose minori possono trovare applicazione nelle produzioni bio-based, in virtù della loro rusticità e delle loro caratteristiche costitutive. Tra queste, la camelina (Camelina sativa (L.) Crantz), rappresenta un candidato promettente a questo proposito, grazie alle sue caratteristiche intrinseche favorevoli: basse esigenze di acqua e di fertilizzanti, adattabilità alle condizioni ambientali avverse e ai terreni marginali.
L’indagine sperimentale discussa in questa tesi si propone di valutare le potenzialità produttive della coltura della camelina. Alla prova agronomica, condotta presso i campi sperimentali di Rottaia (San Piero a Grado, PI), si è affiancata la caratterizzazione chimica delle principali componenti della biomassa della coltura. I risultati della prova in campo che ha previsto il confronto tra due varietà in semina primaverile, permettono di fornire una serie di indicazioni preliminari, di carattere agronomico, utili all’introduzione della coltura in areali di coltivazione con caratteristiche pedo-climatiche paragonabili a quelle della piana pisana. I risultati delle analisi chimiche permettono, parallelamente, di formulare delle ipotesi circa le produzioni bio-industriali che potrebbero risultare più promettenti nello sfruttamento delle diverse componenti la biomassa della coltura.
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