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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09252014-130322


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TADDEI, GIACOMO
URN
etd-09252014-130322
Titolo
Predittori di mortalita intraospedaliera e a un anno nei pazienti con infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del tratto ST all'interno della rete integrata dell'area nord-ovest della Toscana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Berti, Sergio
Parole chiave
  • predittori
  • prognosi
  • rete territoriale e interospedaliera
  • stemi
  • tempo ischemico totale
Data inizio appello
14/10/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Razionale. La gestione e il trattamento del paziente con STEMI hanno subito numerosi progressi nel corso degli ultimi anni. Nonostante lo sviluppo di reti integrate territoriali e interospedaliere abbia contribuito a ridurre la mortalità, il ritardo tra l’esordio dei sintomi e l’inizio del trattamento assieme ad altri parametri sono ancora fattori che influenzano la prognosi a breve e a lungo termine. Scopo dello studio è valutare quali sono i fattori che hanno un impatto sulla mortalità precoce e tardiva all’interno della rete integrata dell’area nord-ovest della Toscana.
Materiali e metodi. Dall’aprile 2006 al 31 dicembre 2012 sono stati arruolati all’interno della rete 1342 pazienti con STEMI e indicazione a PCIp (età media 66,6 ± 12,5 anni). Per ogni paziente sono stati registrati in un database, integrato col sistema informatico ospedaliero, i parametri anamnestici, clinici, strumentali, angiografici e di laboratorio dalla fase preospedaliera fino alla dimissione ed eseguito un follow up a un anno. Sono stati valutati i fattori che incidevano sulla mortalità intraospedaliera e al follow up di un anno.
Risultati. Sottoponendo i dati ad analisi statistica univariata e multivariata, età, pregressa rivascolarizzazione all’anamnesi, tempo ischemico totale, shock cardiogeno e FE<40% all’ingresso e grado TIMI post-PTCA ≤ 2 si sono dimostrati predittori indipendenti di mortalità intraospedaliera. I casi di decesso ospedaliero hanno avuto un tempo d’ischemia medio più lungo rispetto ai sopravvissuti (301 vs 253 min; p<0,003). La mortalità intraospedaliera cresceva del 3,5% ogni 2 ore di ritardo nella riperfusione (p<0,01). Età, pregressa rivascolarizzazione ed FE<40% alla dimissione, insieme al diabete mellito, sono risultati anche predittori indipendenti di mortalità entro un anno dalla dimissione.
Conclusioni. Alla luce dei nostri risultati, una migliore educazione sanitaria della popolazione e una maggiore “capillarizzazione” della rete sono i punti chiave per un’auspicabile riduzione del tempo ischemico e quindi della mortalità precoce. Oltre al “fattore tempo”, i risultati dell’analisi sottolineano l’importanza dell’individuazione dei predittori di outcome con particolare attenzione al monitoraggio ambulatoriale del paziente una volta dimesso. Il paziente colpito da STEMI appare essere un continuum clinico che, a partire dalla fase preospedaliera, non si esaurisce con la dimissione del soggetto ma prosegue nel tempo una volta superata la fase acuta.
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