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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09242019-221345


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
ESPOSITO VANGONE, BEATRICE
URN
etd-09242019-221345
Titolo
Impatto della riattivazione del citomegalovirus sull'outcome dei pazienti pediatrici sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche per patologie maligne: studio retrospettivo del Centro Trapianti dell'Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica di Pisa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
correlatore Dott.ssa Menconi, Mariacristina
Parole chiave
  • bone marrow
  • CMV
  • HSCT
  • midollo osseo
  • oncoematologia
  • stem cell transplantation
  • TCSE
  • trapianto cellule staminali
Data inizio appello
15/10/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’infezione da CMV rappresenta una forte preoccupazione nel paziente immunocompromesso, in particolare nel paziente sottoposto a TCSE: il nostro studio è volto ad indagare l’impatto che la riattivazione da CMV può determinare sull’outcome di tali pazienti.
È stato condotto uno studio retrospettivo includendo pazienti di età inferiore ai 18 anni, che siano andati incontro al loro primo TCSE eseguito nel nostro centro, per trattare una patologia maligna. Abbiamo definito l’infezione da CMV come l’isolamento del virus, o identificazione delle proteine virali (quali l’antigene pp65) o dell’acido nucleico, in un campione tissutale o di liquido biologico; la CMVD è tale invece quando identifichiamo specifici segni e sintomi d’organo in associazione alla documentata presenza del CMV nei tessuti coinvolti.
I pazienti sono stati classificati sulla base della presenza dell’infezione da CMV. Per stabilire la probabilità di OS, DFS e GRFS sono stati utilizzati il metodo di Kaplan-Meier e il test dei ranghi logaritmici (log-rank test); per stabilire la probabilità di insorgenza di infezione di CMV, NRM, recidiva, aGVHD di grado compreso tra 2 e 4, cGVHD, attecchimento di PMN e PLT sono stati usati il test di Gray e le valutazioni d’incidenza cumulativa. Le tempistiche di insorgenza dell’infezione sono state stratificate in base ai principali fattori di rischio utilizzando analisi della varianza, test di Bonferroni e Tukey-Kramer per i confronti post-hoc tra i gruppi e curve di sopravvivenza.
Lo studio è stato condotto su 86 pazienti (dei quali 40 CMVI+ e 46 CMVI-), distinti poi in base al tipo di TCSE, al sesso, alla patologia trattata, allo stato della patologia pre-TCSE, alla sorgente di CSE, allo stato sierologico pre-TCSE, al ricorso a CSF, al regime di condizionamento, al ricorso alla TBI e al ricorso all’ATG.
Non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra i pazienti CMVI+ e i pazienti CMVI- relativamente a OS, DFS, recidiva, NRM, aGVHD, cGVHD, GRFS, tempo di attecchimento di PMN e di PLT. La aGVHD ha preceduto la riattivazione del CMV e questo è attribuibile primariamente all’utilizzo della terapia steroidea, volta a trattare la aGVHD ma capace di favorire fenomeni infettivi. Altri fattori di rischio emersi nel nostro studio – e responsabili anch’essi dell’incremento della curva relativa alla riattivazione del CMV – sono risultati essere il tipo di TCSE e lo stato sierologico pre-TCSE.
Da questo emerge come la terapia pre-emptive, utilizzata per gestire la riattivazione del CMV, sia efficace al punto tale da far sì che la riattivazione stessa non impatti sull’outcome dei pazienti. La riattivazione del CMV, infine, è promossa da più fattori (terapia steroidea, tipo di TCSE, stato sierologico pre-TCSE), rendendo complessa la definizione del rischio stesso di riattivazione.
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