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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09242019-202550


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CUTRONE, VINCENZO PAOLO
URN
etd-09242019-202550
Titolo
Caratteristiche cliniche e outcome di un campione di minori con non-suicidal self-injury
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Cioni, Giovanni
correlatore Milone, Annarita
Parole chiave
  • outcome
  • non-suicidal self-injury (NSSI)
  • follow-up
  • disregolazione emotiva
  • CGAS
  • autolesionismo
  • rischio su11icidario
  • self-harm
Data inizio appello
15/10/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/10/2089
Riassunto
Le condotte autolesive (self-harm) sono un qualsiasi atto che provochi un danno alla propria persona, a prescindere dallo scopo dell’atto stesso, ma noi ci focalizzeremo sulle condotte autolesive volontarie e consapevoli (deliberate self-harm). È necessario anche distinguere il comportamento autolesivo con intento suicidario (DCS) e senza intento suicidario (NSSI). Il nostro obiettivo è esaminare l’outcome di 42 pazienti con disturbo dell’umore con e senza NSSI, confrontando la loro prima visita con un follow-up a un anno di distanza, per valutare la persistenza di tali condotte ela valutazione della condotta NSSI come fattore di rischio per l’ideazione e il comportamento suicidari, la limitazione funzionale globale dei pazienti e la loro regolazione comportamentale ed emotiva. Confrontando tutti i dati dei 3 gruppi del nostro campione (NSSI remittenti, NSSI persistenti e Controllo) abbiamo constatato un certo grado di significatività nelle variabili analizzate. Questo indica come l’aver messo in atto condotte NSSI nella propria vita, a prescindere dalla persistenza delle stesse, sia un rischio concreto di limitazione funzionale globale per gli adolescenti. La regolazione emotiva e comportamentale risulta più evidentemente compromessa nei pazienti che hanno compiuto atti autolesionistici, a prescindere dalla loro cessazione o persistenza. Inoltre, il rischio suicidario è notevolmente aumentato nei pazienti in cui le condotte NSSI persistono rispetto agli altri due gruppi.
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