Tesi etd-09242015-171719 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DI BIASE, CONCETTA
URN
etd-09242015-171719
Titolo
La prominenza tra vaghezza e labilità. Studio empirico sull'italiano regionale
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA
Relatori
relatore Prof.ssa Marotta, Giovanna
correlatore Prof. Fanciullo, Franco
correlatore Prof. Fanciullo, Franco
Parole chiave
- indici acustici
- italiano regionale
- prominenza
Data inizio appello
09/11/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Tra gli aspetti prosodici considerati potenti marcatori diatopici, la prominenza ha suscitato negli ultimi tempi un interesse crescente, nonostante o in ragione delle evidenti difficoltà di inquadramento del fenomeno. Alcuni studi precedenti (Marotta, Calamai e Sardelli 2004; Marotta e Sardelli 2009) hanno confermato come gli elementi prominenti possano rappresentare un parametro di differenziazione geografica molto consistente. Più recentemente, le indagini condotte da Marotta, Molino e Bertini (2011) e Marotta, Iacoponi, Idone (2012) hanno messo in evidenza come nelle varietà regionali considerate possa essere attribuito un diverso peso ai parametri acustici nella percezione della prominenza. Allo stesso tempo, l'analisi acustica conferma invece l'assoluto primato della durata nel veicolare prominenza, indipendentemente dalla varietà analizzata.
In questo contributo si vuole indagare, a livello sia acustico sia percettivo, le modalità con cui la variabile diatopica incide sulle manifestazioni della prominenza. A tale scopo, sono stati analizzati diversi tipi di parlato, trasmesso e recitato, relativi a quattro varietà di italiano regionale, appartenenti a due diverse macro-aree geografiche: napoletano e beneventano per l'area campana, livornese e lucchese per quella toscana.
Il parlato recitato è parso particolarmente adatto per la caratterizzazione dei tratti diatopicamente più distintivi, essendo una tipologia di parlato al confine tra spontaneità e finzione, tesa ad enfatizzare gli aspetti più marcati (Nencioni 1976; D'Achille (2006; 2010). Allo stesso modo, il parlato trasmesso (Avesani 1997), nella forma di intervista a tema, si mostra sufficientemente vicino al parlato spontaneo, pur essendo programmato nella forma e nel contenuto. Entrambi i tipi di parlato hanno il vantaggio di non essere stati creati appositamente per la ricerca.
Grazie ad una preliminare analisi uditiva si è provveduto all'individuazione delle sillabe prominenti e alla classificazione, in base al contesto di occorrenza, in tre classi distinte, vale a dire:
prominenti in focus,
prominenti al confine di unità tonale continuativa,
prominenti al confine di unità conclusiva.
Dal punto di vista della teoria intonativa, lo studio si inserisce in un filone di ricerca di tipo sociofonetico (Marotta, 2003, 2006; Felloni, 2011), assegnando alle differenziazioni diatopiche un carattere sociolinguistico, piuttosto che fonologico.
I risultati ottenuti mostrano un diverso comportamento delle sillabe prominenti in posizione di focus rispetto alle sillabe prominenti finali di sintagma, con modalità almeno in parte dipendenti dalla variazione diatopica. In particolare, si mostrerà come la durata funga da fattore discriminante per l'attivazione della soglia differenziale di f0.
In questo contributo si vuole indagare, a livello sia acustico sia percettivo, le modalità con cui la variabile diatopica incide sulle manifestazioni della prominenza. A tale scopo, sono stati analizzati diversi tipi di parlato, trasmesso e recitato, relativi a quattro varietà di italiano regionale, appartenenti a due diverse macro-aree geografiche: napoletano e beneventano per l'area campana, livornese e lucchese per quella toscana.
Il parlato recitato è parso particolarmente adatto per la caratterizzazione dei tratti diatopicamente più distintivi, essendo una tipologia di parlato al confine tra spontaneità e finzione, tesa ad enfatizzare gli aspetti più marcati (Nencioni 1976; D'Achille (2006; 2010). Allo stesso modo, il parlato trasmesso (Avesani 1997), nella forma di intervista a tema, si mostra sufficientemente vicino al parlato spontaneo, pur essendo programmato nella forma e nel contenuto. Entrambi i tipi di parlato hanno il vantaggio di non essere stati creati appositamente per la ricerca.
Grazie ad una preliminare analisi uditiva si è provveduto all'individuazione delle sillabe prominenti e alla classificazione, in base al contesto di occorrenza, in tre classi distinte, vale a dire:
prominenti in focus,
prominenti al confine di unità tonale continuativa,
prominenti al confine di unità conclusiva.
Dal punto di vista della teoria intonativa, lo studio si inserisce in un filone di ricerca di tipo sociofonetico (Marotta, 2003, 2006; Felloni, 2011), assegnando alle differenziazioni diatopiche un carattere sociolinguistico, piuttosto che fonologico.
I risultati ottenuti mostrano un diverso comportamento delle sillabe prominenti in posizione di focus rispetto alle sillabe prominenti finali di sintagma, con modalità almeno in parte dipendenti dalla variazione diatopica. In particolare, si mostrerà come la durata funga da fattore discriminante per l'attivazione della soglia differenziale di f0.
File
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Tesi_finale.pdf | 2.94 Mb |
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