Tesi etd-09242014-222205 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LA MALFA, GIOVANNI
URN
etd-09242014-222205
Titolo
"Valutazione dei risultati dell'impianto di stent coronarici riassorbibili mediante tomografia intravascolare a coerenza ottica"
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Petronio, Anna Sonia
Parole chiave
- Absorb
- espansione
- malapposizione
- OCT
Data inizio appello
14/10/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Premessa - Lo scaffold riassorbibile ABSORB è stato utilizzato per la prima volta nell’uomo nel 2007. Ad oggi sono stati pubblicati numerosissimi studi clinici su questo dispositivo, ma solo recentemente sono stati resi pubblici i risultati ad 1 anno del primo studio randomizzato di confronto tra l’ABSORB e lo stent medicato metallico di riferimento, che hanno mostrato una sicurezza ed un’efficacia sovrapponibile. I risultati di questo trial clinico sono molto promettenti, ma la loro applicabilità è limitata dal fatto che si riferiscono solo a lesioni coronariche focali ed isolate ed escludevano i pazienti con sindromi coronariche acute. Non sono ad oggi disponibili dati clinici sul comportamento di questo rivoluzionario stent nel trattamento di lesioni più complesse.
Scopo - Il nostro obiettivo è di verificare se, in acuto, in un contesto anatomico e clinico più complesso di quello descritto finora in letteratura, lo scaffold possa essere sovrapponibile in sicurezza ed efficacia ai moderni stent medicati metallici. Per raggiungere questo scopo, ci siamo serviti della migliore tecnica di imaging attualmente disponibile per la diagnostica delle lesioni coronariche, la tomografia a coerenza ottica (OCT).
Metodi - Nel corso del nostro studio sono stati arruolati tutti i pazienti consecutivi trattati con ABSORB dal Novembre 2012 a Agosto 2014, che presentavano almeno una delle seguenti caratteristiche: patologia multivasale e/o lesione lunga più di 20 mm. Sono stati inclusi anche i pazienti che presentavano infarto miocardico acuto con o senza sopraslivellamento del tratto ST. Una volta effettuata la coronarografia ed aver individuato le lesioni responsabili, il paziente veniva sottoposto ad angioplastica coronarica con l’impianto di almeno uno stent bioriassorbibile ABSORB. Abbiamo preferenzialmente utilizzato solo ABSORB per eseguire la rivascolarizzazione, impiantando stent metallici solo nel caso in cui non fossero stati disponibili ABSORB del diametro e lunghezza necessari. Durante la procedura è stata eseguita una valutazione diagnostica con OCT prima e subito dopo l’impianto di questo dispositivo.
Risultati – Abbiamo arruolato 34 pazienti per un totale di 67 lesioni trattate con l’impianto di 81 ABSORB. Solo in un caso (1,2%) non è stato possibile impiantare lo scaffold per impossibilità di raggiungere la sede della lesione. Ciò non ha comunque inficiato il successo procedurale che è stato del 100%.
In 49 lesioni su 67 (73,1%) è stato eseguito un esame OCT. In 18 lesioni l’esame non è stato eseguito per limitare la somministrazione di mezzo di contrasto iodato. Come conseguenza delle misurazioni OCT, in 12 casi su 49 (24,5%) è stata eseguita una post-dilatazione dell’ABSORB. L’espansione è apparsa ottimale nel 65,3% degli impianti. La presenza di sottoespansione dello stent è stata valutata mediante l’area luminale minima al termine della procedura, che è stata di 5,4±1,3 mm2, pari all’81±19% dell’area del vaso sano ai margini dello stent. Una sottoespansione focale o diffusa è stata visualizzata rispettivamente nel 18,4% e nel 16,3% dei casi.
Nel 20,5% dei casi si è visualizzata una malapposizione focale dello stent, ovvero minore del 10% della sua lunghezza, senza casi di malapposizione diffusa.
Ad un follow-up medio di 10 mesi, 2 pazienti su 34 (5,9%) hanno sviluppato ristenosi intra-stent sintomatica, trattata efficacemente con nuova rivascolarizzazione percutanea della lesione target. Trentadue pazienti su 34 (94,1%) sono rimasti asintomatici per angina durante il follow-up.
Conclusioni – Il nostro studio ha dimostrato che lo stent ABSORB può essere impiantato con ottimo successo procedurale anche in lesioni coronariche lunghe e complesse ed in pazienti con coronaropatia multivasale. L’OCT intraprocedurale ha documentato una ottima apposizione degli ABSORB alla parete vasale, grazie anche all’accurato sizing dell’ABSORB mediante OCT pre-impianto; d’altro canto, l’OCT ha dimostrato che l’espansione è subottimale in una quota significativa di pazienti, nonostante la postdilatazione degli ABSORB. Questo dato appare tuttavia non significativamente diverso da quello riportato in letteratura riguardo ai DES in lesioni lunghe e complesse. Infine, i risultati clinici a breve termine indicano una sicurezza ed efficacia dell’ABSORB paragonabili a quelle degli stent medicati in questo gruppo di pazienti, con un basso tasso di nuova rivascolarizzazione delle lesioni trattate e con un’elevata libertà dal ritorno di angina.
Scopo - Il nostro obiettivo è di verificare se, in acuto, in un contesto anatomico e clinico più complesso di quello descritto finora in letteratura, lo scaffold possa essere sovrapponibile in sicurezza ed efficacia ai moderni stent medicati metallici. Per raggiungere questo scopo, ci siamo serviti della migliore tecnica di imaging attualmente disponibile per la diagnostica delle lesioni coronariche, la tomografia a coerenza ottica (OCT).
Metodi - Nel corso del nostro studio sono stati arruolati tutti i pazienti consecutivi trattati con ABSORB dal Novembre 2012 a Agosto 2014, che presentavano almeno una delle seguenti caratteristiche: patologia multivasale e/o lesione lunga più di 20 mm. Sono stati inclusi anche i pazienti che presentavano infarto miocardico acuto con o senza sopraslivellamento del tratto ST. Una volta effettuata la coronarografia ed aver individuato le lesioni responsabili, il paziente veniva sottoposto ad angioplastica coronarica con l’impianto di almeno uno stent bioriassorbibile ABSORB. Abbiamo preferenzialmente utilizzato solo ABSORB per eseguire la rivascolarizzazione, impiantando stent metallici solo nel caso in cui non fossero stati disponibili ABSORB del diametro e lunghezza necessari. Durante la procedura è stata eseguita una valutazione diagnostica con OCT prima e subito dopo l’impianto di questo dispositivo.
Risultati – Abbiamo arruolato 34 pazienti per un totale di 67 lesioni trattate con l’impianto di 81 ABSORB. Solo in un caso (1,2%) non è stato possibile impiantare lo scaffold per impossibilità di raggiungere la sede della lesione. Ciò non ha comunque inficiato il successo procedurale che è stato del 100%.
In 49 lesioni su 67 (73,1%) è stato eseguito un esame OCT. In 18 lesioni l’esame non è stato eseguito per limitare la somministrazione di mezzo di contrasto iodato. Come conseguenza delle misurazioni OCT, in 12 casi su 49 (24,5%) è stata eseguita una post-dilatazione dell’ABSORB. L’espansione è apparsa ottimale nel 65,3% degli impianti. La presenza di sottoespansione dello stent è stata valutata mediante l’area luminale minima al termine della procedura, che è stata di 5,4±1,3 mm2, pari all’81±19% dell’area del vaso sano ai margini dello stent. Una sottoespansione focale o diffusa è stata visualizzata rispettivamente nel 18,4% e nel 16,3% dei casi.
Nel 20,5% dei casi si è visualizzata una malapposizione focale dello stent, ovvero minore del 10% della sua lunghezza, senza casi di malapposizione diffusa.
Ad un follow-up medio di 10 mesi, 2 pazienti su 34 (5,9%) hanno sviluppato ristenosi intra-stent sintomatica, trattata efficacemente con nuova rivascolarizzazione percutanea della lesione target. Trentadue pazienti su 34 (94,1%) sono rimasti asintomatici per angina durante il follow-up.
Conclusioni – Il nostro studio ha dimostrato che lo stent ABSORB può essere impiantato con ottimo successo procedurale anche in lesioni coronariche lunghe e complesse ed in pazienti con coronaropatia multivasale. L’OCT intraprocedurale ha documentato una ottima apposizione degli ABSORB alla parete vasale, grazie anche all’accurato sizing dell’ABSORB mediante OCT pre-impianto; d’altro canto, l’OCT ha dimostrato che l’espansione è subottimale in una quota significativa di pazienti, nonostante la postdilatazione degli ABSORB. Questo dato appare tuttavia non significativamente diverso da quello riportato in letteratura riguardo ai DES in lesioni lunghe e complesse. Infine, i risultati clinici a breve termine indicano una sicurezza ed efficacia dell’ABSORB paragonabili a quelle degli stent medicati in questo gruppo di pazienti, con un basso tasso di nuova rivascolarizzazione delle lesioni trattate e con un’elevata libertà dal ritorno di angina.
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