• farmacogenetica
• imatinib
• farmacocinetica
• leucemia mieloide cronica

L’introduzione del farmaco inibitore delle tirosin chinasi (TKI) Imatinib Mesilato (IM) come prima linea di trattamento nei pazienti affetti da leucemia mieloide cronica (LMC) Philadelphia-positiva ha rivoluzionato la storia clinica di questa patologia. Considerati gli ottimi risultati in termini di risposta ematologica e citogenetica che si ottengono nella fase cronica della patologia, il nuovo target nella terapia della LMC è diventato il raggiungimento della risposta molecolare maggiore (MMR) e, se possibile, della risposta molecolare completa (CMR), che potrebbe rappresentare un prerequisito per l’interruzione della terapia. Tuttavia, solo una percentuale di pazienti raggiunge la MMR, rendendo necessaria l’identificazione di marker biologici e clinici di risposta, in modo da poter stratificare i pazienti in base alla probabilità di raggiungimento degli obiettivi terapeutici al momento della diagnosi e decidere, di conseguenza, le strategie terapeutiche più opportune per la prima linea di trattamento, soprattutto ora che sono disponibili anche TKIs di seconda generazione.