Tesi etd-09242007-120005 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GUIDI, PATRIZIA
URN
etd-09242007-120005
Titolo
Utilizzo di biomarker per la valutazione della qualità ambientale lungo il corso del fiume Cecina.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
BIODIVERSITA' ED EVOLUZIONE
Relatori
Relatore Prof. Nigro, Marco
Relatore Dott.ssa Frenzilli, Giada
Relatore Dott.ssa Frenzilli, Giada
Parole chiave
- biomarcatori
- biomarkers
- Cecina river
- citotossicità
- citotoxicity
- ecotossicologia
- ecotoxicology
- fiume Cecina
- freshwater
- genotossicità
- genotoxicity
- organismi d'acqua dolce
- organisms
- Unio pictorum
Data inizio appello
12/10/2007
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
12/10/2047
Riassunto
Riassunto
Le indagini ecotossicologiche ed il monitoraggio ambientale acquistano maggiore completezza affiancando alla tradizionale misura della concentrazione chimica degli inquinanti, valutazioni di risposte biologiche (biomarker) per descrivere gli effetti prodotti dai contaminanti su organismi ed ecosistemi. Simili studi divengono particolarmente importanti in regioni soggette ad elevata antropizzazione come quella comprendente il bacino del fiume Cecina, (Toscana centro-meridionale), nel quale attività antropiche attuali e pregresse, insieme a manifestazioni d’origine naturale, concorrono alla contaminazione ambientale. Analisi chimico-fisiche hanno indicato una contaminazione dei sedimenti e del biota da parte di alcuni metalli pesanti, in particolare il mercurio.
Il presente studio ha come obiettivo il perfezionamento di alcune metodologie atte ad analizzare la qualità dell’ambiente fluviale secondo i criteri dell’ approccio ecotossicologico utilizzando molluschi d’acqua dolce come organismi sentinella.
Bivalvi filtratori (Unio pictorum), campionati nel Lago Maggiore (VB), sono stati trapiantati per 30 giorni in tre siti del corso del fiume Cecina caratterizzati da un diverso livello di inquinamento. Il primo, di controllo, è stato localizzato in un’area a monte contraddistinta da bassa presenza antropica; gli altri sono stati individuati in due distinte aree a valle dove le acque del fiume scorrono addizionate di scarichi industriali e civili. In ogni sito sono state posizionate tre gabbie contenenti ciascuna trenta organismi.
Tutti gli individui sono stati recuperati e sono state condotte analisi su cellule branchiali, per valutare gli effetti genotossici, e su cellule emolinfatiche, per misurare l’alterazione della funzionalità lisosomale. Nel primo caso sono stati effettuati il Test della Cometa, per valutare le rotture della doppia elica del DNA, ed il Test del Micronucleo, per stimare la presenza di cellule micronucleate. Nel secondo caso è stato utilizzato il test di ritenzione del rosso neutro.
Le risposte fornite da quest’ultimo biomarker hanno differenziato significativamente (p<0.01) il livello di contaminazione ambientale nei tre siti. I risultati preliminari ottenuti dai test di genotossicità non sembrano invece discriminare le tre stazioni e contemporaneamente rivelano un’alta percentuale di cellule apoptotiche nei preparati di tutti gli individui. É possibile che l’alto tasso di apoptosi abbia interferito sull’interpretazione dei dati di genotossicità; tale fenomeno suggerisce la necessità di un’ulteriore revisione dei parametri sperimentali utilizzati per la valutazione del danno al DNA.
Allo stadio attuale Unio pictorum sembra una specie che ben si adatta al monitoraggio ambientale anche se, per una maggiore completezza interpretativa dei risultati ottenuti, sono state effettuate misurazioni di bioaccumulo di metalli pesanti nei tessuti molli e valutazioni delle risposte antiossidanti.
Le indagini ecotossicologiche ed il monitoraggio ambientale acquistano maggiore completezza affiancando alla tradizionale misura della concentrazione chimica degli inquinanti, valutazioni di risposte biologiche (biomarker) per descrivere gli effetti prodotti dai contaminanti su organismi ed ecosistemi. Simili studi divengono particolarmente importanti in regioni soggette ad elevata antropizzazione come quella comprendente il bacino del fiume Cecina, (Toscana centro-meridionale), nel quale attività antropiche attuali e pregresse, insieme a manifestazioni d’origine naturale, concorrono alla contaminazione ambientale. Analisi chimico-fisiche hanno indicato una contaminazione dei sedimenti e del biota da parte di alcuni metalli pesanti, in particolare il mercurio.
Il presente studio ha come obiettivo il perfezionamento di alcune metodologie atte ad analizzare la qualità dell’ambiente fluviale secondo i criteri dell’ approccio ecotossicologico utilizzando molluschi d’acqua dolce come organismi sentinella.
Bivalvi filtratori (Unio pictorum), campionati nel Lago Maggiore (VB), sono stati trapiantati per 30 giorni in tre siti del corso del fiume Cecina caratterizzati da un diverso livello di inquinamento. Il primo, di controllo, è stato localizzato in un’area a monte contraddistinta da bassa presenza antropica; gli altri sono stati individuati in due distinte aree a valle dove le acque del fiume scorrono addizionate di scarichi industriali e civili. In ogni sito sono state posizionate tre gabbie contenenti ciascuna trenta organismi.
Tutti gli individui sono stati recuperati e sono state condotte analisi su cellule branchiali, per valutare gli effetti genotossici, e su cellule emolinfatiche, per misurare l’alterazione della funzionalità lisosomale. Nel primo caso sono stati effettuati il Test della Cometa, per valutare le rotture della doppia elica del DNA, ed il Test del Micronucleo, per stimare la presenza di cellule micronucleate. Nel secondo caso è stato utilizzato il test di ritenzione del rosso neutro.
Le risposte fornite da quest’ultimo biomarker hanno differenziato significativamente (p<0.01) il livello di contaminazione ambientale nei tre siti. I risultati preliminari ottenuti dai test di genotossicità non sembrano invece discriminare le tre stazioni e contemporaneamente rivelano un’alta percentuale di cellule apoptotiche nei preparati di tutti gli individui. É possibile che l’alto tasso di apoptosi abbia interferito sull’interpretazione dei dati di genotossicità; tale fenomeno suggerisce la necessità di un’ulteriore revisione dei parametri sperimentali utilizzati per la valutazione del danno al DNA.
Allo stadio attuale Unio pictorum sembra una specie che ben si adatta al monitoraggio ambientale anche se, per una maggiore completezza interpretativa dei risultati ottenuti, sono state effettuate misurazioni di bioaccumulo di metalli pesanti nei tessuti molli e valutazioni delle risposte antiossidanti.
File
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