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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09242006-183442


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Albertarelli, Nicola
Indirizzo email
albertarelli@hotmail.com
URN
etd-09242006-183442
Titolo
Studio della comunità batterica in un suolo contaminato da gasolio (diesel) sottoposto a bonifica biologica mediante "landfarming"
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE VEGETALI E MICROBICHE
Relatori
Relatore Vallini, Giovanni
Relatore Cardelli, Roberto
Parole chiave
  • comunità batterica
  • diesel
  • biorisanamento
  • DGGE
  • landfarming
  • Acinetobacter
Data inizio appello
16/10/2006
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’area di studio, situata nel centro Italia (Quarrata, Pistoia), è stata interessata da una contaminazione cronica dovuta allo sversamento di gasolio (diesel) da cisterne interrate. Il suolo circostante alla cisterna è stato prelevato dal sito e trattato mediante land farming ex situ on site. Poiché la contaminazione da olio penetra maggiormente negli strati profondi piuttosto che in quelli superficiali, risulta necessario capire in che modo varia la distribuzione della popolazione microbica con la profondità del suolo, e come questo possa influenzare la degradazione del contaminante.
A tale scopo è stata studiata la popolazione batterica naturalmente presente nel sito contaminato prima e dopo l’avvenuta bonifica.
Lo studio è stato condotto in tre fasi: (1) campionamento del suolo; (2) analisi molecolari e microbiologiche; (3) analisi chimico/fisiche.
Prima dell’inizio della bonifica il terreno contaminato è stato campionato a diversa profondità (A, B, Sup) e distanza (V, M, L) dalla fonte di sversamento. Terminata la bonifica, sono stati effettuati campionamenti del terreno risanato (R) e limitrofo naturale (P), utilizzato come controllo.
L’analisi molecolare condotta mediante Denaturing Gradient Gel Electrophoresis (DGGE) sul DNA estratto dai campioni di suolo ha messo in evidenza le variazioni della comunità microbica tra il suolo contaminato, bonificato e limitrofo.
Un arricchimento colturale a tre diverse concentrazioni di gasolio (4%, 10% e 14%) e a due diverse temperature (10° C e 28° C) ha permesso di isolare ceppi utili nella degradazione del contaminante. Dei 103 ceppi isolati, 20 hanno dato risposta positiva al test per le ossigenasi, enzimi necessari alla degradazione degli idrocarburi policiclici aromatici. L’identificazione dei ceppi è stata eseguita mediante analisi di restrizione ARDRA e sequenziamento del 16S rDNA. Il confronto delle sequenze in banca dati ha permesso di identificare i ceppi come appartenenti alle specie Acinetobacter calcoaceticus e A.junii, noti in letteratura come degradatori di diesel.
Test sulla tossicità a diverse concentrazioni di gasolio (40%, 60% e 80%) hanno inoltre evidenziato una maggiore resistenza delle popolazioni batteriche coltivabili dei campioni di suolo B, M ed L. Viceversa, la microflora batterica presente nei terreni A e V si è dimostrata particolarmente sensibile alle diverse concentrazioni del contaminante.
Infine, per avere un quadro completo dell’area contaminata, sono state condotte analisi fisiche e chimiche. In particolare, l’analisi dei TPH (Total Petroleum Hydrocarbon) ha permesso di evidenziare un range di contaminazione che oscilla da 7042 ppm del campione V fino a 112 ppm del campione L.
In conclusione, l’alta concentrazione del contaminante ha influito significativamente sulla struttura della comunità batterica dei campioni A e V. Questa comunità sembra essere ripristinata dal trattamento di bonifica, come dimostrano i pattern elettroforetici DGGE dei campioni R e P. L’isolamento dei ceppi appartenenti al genere Acinetobacter ha evidenziato comunque la capacità del suolo contaminato di sviluppare specie utili alla degradazione. Per questo motivo il nostro studio suggerisce l’utilizzo di batteri autoctoni nel processo di bonifica biologica.
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