Tesi etd-09232019-120645 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CONTE, MICHELE
URN
etd-09232019-120645
Titolo
Approccio multidisciplinare per lo studio della pericolosita da emissione di gas naturale in area antropizzata: il caso di Cava dei Selci, Colli Albani (Roma)
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof.ssa Bisson, Marina
Parole chiave
- emissioni CO2
- GIS
- modellazione dispersione plume
- pericolosità CO2
Data inizio appello
18/10/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2089
Riassunto
Questo lavoro di Tesi presenta uno studio sulla pericolosità da emissione di gas endogeni in una zona densamente abitata localizzata nell’area vulcanica dei Colli Albani, nello specifico tra i comuni di Marino e Ciampino. Lo studio si basa su un approccio multidisciplinare, attraverso la gestione e l’analisi di dati geochimici in ambiente GIS e si sviluppa in tre fasi logiche di lavoro.
Nella prima fase è stata realizzata una banca dati georiferita di una serie di misure relative al flusso di CO2 dal suolo su una griglia fissa di punti, ognuno di essi identificato univocamente tramite un codice, durante le campagne effettuate tra maggio 2000 e gennaio 2017. Questo ha consentito di valutare le variazioni del flusso di CO2 nel tempo e ricavare i principali valori di statistica descrittiva per ogni campagna.
Nella seconda fase, è stata effettuata una nuova campagna di misure di flusso di CO2 datata 11/06/2019, tramite la tecnica della camera d’accumulo. Durante tale campagna è stato anche possibile misurare e registrare in continuum l’intensità e la direzione del vento assieme ad altri parametri atmosferici fondamentali per la fase successiva di tale studio, grazie all’utilizzo di una stazione meteorologica portatile Kestrel 4500.
Nella terza fase si è cercato di quantificare il gas che potrebbe essere disperso vicino e lontano dalla sorgente e di rappresentare tale dispersione attraverso mappe digitali georiferite di tipo raster o vettoriale. Per quantificare la dispersione del gas, è stato applicato il modello numerico DISGAS (DISpersion of GAS). Questo codice numerico è di tipo Euleriano e permette di simulare la dispersione passiva di gas in atmosfera basandosi su equazioni di advezione-diffusione in funzione di un modello diagnostico del vento. Alcuni dei principali dati di input per DISGAS (Modello Digitale del Terreno, Surface Roughness) sono stati prodotti su piattaforma GIS così come la visualizzazione e l’analisi dei dati di output. I valori stimati sono stati poi confrontati con le concentrazioni di gas direttamente misurate con alcuni spettrometri ad infrarosso Draeger X-Am 7000 situati in diversi punti dell’area emissiva durante la campagna effettuata nel 2019.
I risultati ottenuti mettono in evidenza che il fenomeno di degassamento di CO2 dal suolo continua ad essere significativo in quest’area. Un regime di vento sostenuto, quale quello rilevato durante la campagna, permette una buona dispersione del gas in atmosfera, determinando situazioni di scarsa pericolosità per la popolazione esposta al plume gassoso. Tuttavia, essendo il degassamento continuo e molto concentrato arealmente, non si possono escludere situazioni di locale accumulo gassoso in condizioni di ventilazione scarsa o nulla, come suggerisce una serie di simulazioni svolte appositamente per investigare questa possibile situazione.
Nella prima fase è stata realizzata una banca dati georiferita di una serie di misure relative al flusso di CO2 dal suolo su una griglia fissa di punti, ognuno di essi identificato univocamente tramite un codice, durante le campagne effettuate tra maggio 2000 e gennaio 2017. Questo ha consentito di valutare le variazioni del flusso di CO2 nel tempo e ricavare i principali valori di statistica descrittiva per ogni campagna.
Nella seconda fase, è stata effettuata una nuova campagna di misure di flusso di CO2 datata 11/06/2019, tramite la tecnica della camera d’accumulo. Durante tale campagna è stato anche possibile misurare e registrare in continuum l’intensità e la direzione del vento assieme ad altri parametri atmosferici fondamentali per la fase successiva di tale studio, grazie all’utilizzo di una stazione meteorologica portatile Kestrel 4500.
Nella terza fase si è cercato di quantificare il gas che potrebbe essere disperso vicino e lontano dalla sorgente e di rappresentare tale dispersione attraverso mappe digitali georiferite di tipo raster o vettoriale. Per quantificare la dispersione del gas, è stato applicato il modello numerico DISGAS (DISpersion of GAS). Questo codice numerico è di tipo Euleriano e permette di simulare la dispersione passiva di gas in atmosfera basandosi su equazioni di advezione-diffusione in funzione di un modello diagnostico del vento. Alcuni dei principali dati di input per DISGAS (Modello Digitale del Terreno, Surface Roughness) sono stati prodotti su piattaforma GIS così come la visualizzazione e l’analisi dei dati di output. I valori stimati sono stati poi confrontati con le concentrazioni di gas direttamente misurate con alcuni spettrometri ad infrarosso Draeger X-Am 7000 situati in diversi punti dell’area emissiva durante la campagna effettuata nel 2019.
I risultati ottenuti mettono in evidenza che il fenomeno di degassamento di CO2 dal suolo continua ad essere significativo in quest’area. Un regime di vento sostenuto, quale quello rilevato durante la campagna, permette una buona dispersione del gas in atmosfera, determinando situazioni di scarsa pericolosità per la popolazione esposta al plume gassoso. Tuttavia, essendo il degassamento continuo e molto concentrato arealmente, non si possono escludere situazioni di locale accumulo gassoso in condizioni di ventilazione scarsa o nulla, come suggerisce una serie di simulazioni svolte appositamente per investigare questa possibile situazione.
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