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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09222022-161335


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
AMPOLLINI, ALESSANDRO
URN
etd-09222022-161335
Titolo
Low-grade inflammation: stato dell'arte ed implicazioni terapeutiche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
SCIENZE RIABILITATIVE DELLE PROFESSIONI SANITARIE
Relatori
relatore Baldini, Chiara
Parole chiave
  • prognosi
  • reumatologia
  • diagnosi
  • infiammazione di basso grado
  • lgi
  • oncologia
  • inflammation
  • low-grade inflammation
  • infiammazione
Data inizio appello
20/12/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questo elaborato è nato dall'idea di valutare quali evidenze in letteratura mondiale esistessero riguardo all'inusitato e poco conosciuto argomento della low-grade inflammation.
Si è iniziato con il ricercare solo review, review sistematiche e meta-analisi sia per quanto riguarda la patofisiologia di sviluppo, sia la diagnosi, sia le correlazioni con altre malattie e patologie. Grazie ad una ricerca accurata si è scoperto che l'argomento è molto più studiato di quanto se ne parli nei convegni internazionali e va a toccare tutti gli aspetti clinici, diagnostici e prognostici di qualsivoglia patologia cronica non traumatica del nuovo millennio. Si perchè si può già evincere che in presenza di low-grade inflammation aumentano le possibilità di sviluppare le patologie con famigliarità, si aumentano le possibilità di incappare in una patologia oncologica, ma soprattutto in presenza già di patologia cronica se ne peggiora la diagnosi, la stadiazione, la prognosi e l'aspettativa di vita. Si viene a delineare quindi una problematica ubiquitaria che va di pari passo con l'insorgenza, lo sviluppo e la progressione delle maggiori patologie croniche odierne.
Nell'elaborato si sono indagati tre macrocapitoli principali: oncologico, reumatologico e tissutale/connettivale. I primi due macrocapitoli per questioni di rilevanza statistica per prevalenza nella popolazione generale, l'ultimo capitolo per interesse personale in quanto in qualità di Osteopata/fisioterapista, trattando ed interagendo con i connettivi dei pazienti tutto il giorno, era fondamentale per me capire quanto l'infiammazione di basso grado andasse ad incidere su dolore, variazione funzionale del tessuto e quindi prevaricazione anche della funzione organica.
L'unico punto debole? Attualmente, nonostante oltre vent'anni di letteratura che va a toccare buona parte delle patologie più diffuse, non esiste a livello mondiale una metodologia strategica e univoca per la diagnosi della low-grade inflammation. Esistono infatti diversi modi per notarla, in modo semplice, attraverso gli esami ematochimici ma nessuno si è impegnato a standardizzare la metodologia così da renderla ancora più semplice ed economicamente accessibile. Alcuni autori utilizzano certi parametri, altri autori ne prendono altri: questo comporta una perdita di tempo enorme e una non univocità nella ricerca scientifica che rischia di diventare meno accurata.
Il punto forte scoperto? Qualsiasi sia l'intervento generico o specifico che tenta di migliorare la salute del paziente, ossia l'alimentazione, l'esercizio fisico, le tecniche di rilassamento, tutto ciò che aumenta la consapevolezza corporea così come tutto ciò che riequilibra il sistema nervoso autonomo va direttamente o indirettamente a migliorare la condizione di infiammazione di basso grado facendoci ben sperare riguardo alle possibilità future di intervento sulla salute pubblica che potranno essere generiche e poco dispendiose perchè non forzatamente mirate e specifiche.
Ci auguriamo che questo elaborato, letto da ricercatori volenterosi, possa aprire la strada. migliorare le conoscenze a riguardo e gli interventi necessari per un futuro salutogenico dei pazienti con patologie croniche.
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