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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09222019-160603


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BORRECA, ELVIRA GIULIA
URN
etd-09222019-160603
Titolo
''L'accoglienza dei migranti: il sistema italiano alla luce della normativa internazionale ed europea''.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Marinai, Simone
Parole chiave
  • prima accoglienza
  • integrazione
  • immigrazione
  • hotspot
  • direttiva europea 2013/33/UE
  • decreto Salvini 118/2018
  • decreto legislativo 142/2015
  • decreto legislativo 140/2005
  • CPR
  • CAS
  • SPRAR
Data inizio appello
07/10/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Con la presente tesi mi sono proposta l’obiettivo di sviluppare la tematica del fenomeno migratorio verso l’Europa e verso l’Italia, passando in rassegna, in particolar modo, la situazione dei migranti nel territorio italiano con riguardo al sistema di accoglienza e alla più recente normativa dettata in tema di diritti dei migranti.
In primiis mi sono soffermata sulla normativa europea, muovendo dall’esegesi della direttiva 33 del 2013 e sul risultato applicativo della stessa in seguito al recepimento da parte del legislatore italiano avvenuto con il D.lgs. 18 agosto 2015, n. 142 emanato proprio per recepire la suddetta direttiva .
Successivamente farò un breve excursus storico-evolutivo del fenomeno migratorio, per capire, nel tempo, come sia cambiato e come siano cambiate le esigenze che spingono le varie popolazioni a migrare verso nuove terre.
Il fenomeno migratorio pur essendo abbastanza diffuso si presenta come camaleontico, diversificato e versatile, così come in continuo cambiamento sono i luoghi di partenza e di arrivo, nonché quelli utilizzati come meri territori di transito.
Diversi paesi di confine con le aree più sviluppate, come il Messico, la Russia, il Nord Africa, sono diventati ormai, nello stesso tempo, luoghi di partenza, di arrivo e di passaggio (magari dopo anni di attesa) di flussi migratori.
Altri, come la nostra penisola italiana, o più in generale l’Europa meridionale, hanno cambiato status nella geografia mondiale della mobilità umana, trasformandosi da luoghi di origine dei flussi a quello di territori di destinazione.
Come vedremo dagli anni ’90 ad oggi, in Italia, si sono registrati dei cambiamenti sotto il profilo relativo ai Paesi di provenienza degli immigrati.
Dopo un breve cenno sulle principali cause che inducono gli individui a spostarsi, illustrati i cambiamenti che ha subito il fenomeno, prevalentemente nel contesto italiano, mi soffermerò sulla legislazione dettata per la regolamentazione del sistema di accoglienza nell’ordinamento giuridico italiano.
Ebbene, imprescindibile sarà anche il richiamo al sistema di accoglienza in Italia, regolamentato dal decreto legislativo 140/2005 di attuazione della direttiva europea 2003/9/CE, e strutturato in due fasi: la prima e la seconda accoglienza.
La prima accoglienza, che comprende gli Hotspot e i centri di prima accoglienza e, la seconda accoglienza il cosiddetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
Dopo aver approfondito entrambe le fasi dell’accoglienza, sposterò l’attenzione verso la disamina di quelle strutture istituite per fronteggiare situazioni di emergenza allorquando l’arrivo copioso di migranti nel territorio italiano non consenta allo Stato di intervenire con il sistema ordinario, ossia i Centri di Accoglienza Straordinaria.
Sebbene le finalità e le funzioni di queste strutture siano appunto quelle di porre rimedio immediato a situazioni di urgenza, i CAS sono diventati la regola, dando luogo ad un disallineamento tra teoria e pratica che, a ben vedere, ha portato all’insorgenza di non poche problematiche.
Proseguirò poi con lo studio del pacchetto sicurezza e immigrazione di Salvini. Dopo che avrò passato in rassegna la ratio, i propositi e i tratti caratterizzanti la normativa de qua, cercherò di comprendere se e come sia cambiato il sistema di accoglienza degli immigrati in Italia. Mi soffermerò infine sul fenomeno dei Centri per i rimpatri (CPR), facendo imprescindibile richiamo ai soggetti che possono, proprio in seguito al Decreto Salvini, accedere alla rete territoriale dello Sprar e ai loro diritti.
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