Tesi etd-09222017-183404 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
ORI, LORENZA
URN
etd-09222017-183404
Titolo
Ottimizzazione della metodologia HBIM applicata al progetto di restauro architettonico: il caso studio di Villa Victorine a Pisa.
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
relatore Arch. Martino, Massimiliano
relatore Ing. Piemonte, Andrea
relatore Ing. Martinez Espejo Zaragoza, Isabel
relatore Arch. Martino, Massimiliano
relatore Ing. Piemonte, Andrea
relatore Ing. Martinez Espejo Zaragoza, Isabel
Parole chiave
- BIM
- Building information modeling
- HBIM
- metodologia HBIM
- patrimonio esistente
- restauro
Data inizio appello
12/10/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il Building Information Modeling rappresenta una delle più interessanti tecnologie sviluppatasi nel campo della progettazione assistita da computer. Si tratta, infatti, di un sistema basato su una tecnologia di modellazione parametrica dell’edificio che utilizza un database relazionale unito ad un modello comportamentale per elaborare e rappresentare informazioni sull’edificio in modo dinamico. Questa metodologia è già ampiamente utilizzata con successo, in molti Paesi, nell’ambito di interventi di nuova costruzione in quanto si configura come metodo olistico e coordinato per assistere i tecnici progettisti, i committenti, i manutentori e tutti coloro che partecipano al processo edilizio.
Sullo scenario Europeo, ma soprattutto Italiano, però, si può notare come negli ultimi anni si stia facendo sempre più largo il tema del recupero dell’edilizia storica. La riqualificazione energetica, gli interventi di recupero e di restauro degli edifici esistenti aumentano sempre di più con una conseguente diminuzione, anche per carattere economico e sociale, degli interventi di nuova costruzione. La possibilità di applicare l’approccio BIM al patrimonio storico, ovvero HBIM (Historic Building Information Modeling), costituisce un’interessante sfida sia nell’ambito della modellazione 3D sia nella gestione/valorizzazione dell’edificio stesso. Ciò deve rapportarsi con la diffusione di crescenti sfide, dovute alle nuove esigenze e da sempre più grandi aspettative nel campo della sostenibilità e risparmio energetico, e opportunità, grazie alle innovazioni tecnologiche.
La principale sfida, tuttavia, è insita nella modellazione in quanto è necessario sviluppare metodi semplici per ottenere modelli BIM per i beni culturali, che garantiscano comunque accuratezza, precisione e qualità di rappresentazione coerenti con i dati acquisiti. Inoltre il modello deve essere arricchito con dati e informazioni non prettamente geometriche, quali notizie storiche, analisi del degrado o delle deformazioni, livelli di dettaglio non concessi dal modello completo.
La realizzazione di modelli HBIM, non solo relativi al patrimonio esistente ma funzionanti come reali contenitori di tutte le informazioni utili, è consentito oggi dalla quasi totalità delle piattaforme BIM authoring più diffuse. Esse garantiscono ottima compatibilità con i formati 3D provenienti dal rilievo, abilitando una fase di
rappresentazione e gestione dei componenti e delle geometrie sufficientemente agile e sviluppata. Nuove ricerche e apporti invece sarebbero ancora utili, in ambito di gruppi interdisciplinari, per la creazione e condivisione di ontologie dedicate all’architettura storica nella corretta identificazione e rappresentazione degli oggetti costituenti il modello.
Ulteriore sfida è quella riguardante tutta la filiera di gestione del manufatto architettonico all’interno di un unico ambiente centralizzato e parametrico: dalla fase di rilievo e conoscenza alla fase di cantiere, restauro e/o manutenzione, potendo creare elaborati per la comunicazione e valorizzazione del patrimonio costruito, fino ad arrivare in ambienti di realtà virtuale e/o aumentata.
Il presente lavoro mira a dimostrare la fattibilità di un approccio HBIM globale, ovvero come partendo da una possibile applicazione del Building Information Modeling Surveying applicato al costruito storico (ossia la modellazione BIM che utilizza come dato di partenza nuvole di punti provenienti dal rilievo laser-scanner di un manufatto) si può arrivare alla gestione e al controllo del processo edilizio.
Partendo dallo studio dello stato dell’arte verrà descritto un flusso di lavoro completo che passa attraverso l’indagine e la modellazione, consentendo di concentrarsi su questioni critiche e punti chiave per ottenere un modello BIM affidabile di un edificio esistente.
Il caso studio preso in considerazione per l’applicazione di tale metodologia è Villa Victorine, palazzina ottocentesca situata nella zona nord-est di Pisa, attualmente sede del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa.
Questo edificio oltre a rispondere all’esigenza di sperimentare una nuova metodologia di lavoro per la digitalizzazione del patrimonio storico, garantisce l’opportunità di un confronto tra l’approccio tradizionale e quello innovativo del BIM, evidenziandone i vantaggi e le problematiche, in quanto su di esso è già in esecuzione il progetto di restauro e rifunzionalizzazione con metodologia di rilievo e restituzione grafica tradizionale.
Sullo scenario Europeo, ma soprattutto Italiano, però, si può notare come negli ultimi anni si stia facendo sempre più largo il tema del recupero dell’edilizia storica. La riqualificazione energetica, gli interventi di recupero e di restauro degli edifici esistenti aumentano sempre di più con una conseguente diminuzione, anche per carattere economico e sociale, degli interventi di nuova costruzione. La possibilità di applicare l’approccio BIM al patrimonio storico, ovvero HBIM (Historic Building Information Modeling), costituisce un’interessante sfida sia nell’ambito della modellazione 3D sia nella gestione/valorizzazione dell’edificio stesso. Ciò deve rapportarsi con la diffusione di crescenti sfide, dovute alle nuove esigenze e da sempre più grandi aspettative nel campo della sostenibilità e risparmio energetico, e opportunità, grazie alle innovazioni tecnologiche.
La principale sfida, tuttavia, è insita nella modellazione in quanto è necessario sviluppare metodi semplici per ottenere modelli BIM per i beni culturali, che garantiscano comunque accuratezza, precisione e qualità di rappresentazione coerenti con i dati acquisiti. Inoltre il modello deve essere arricchito con dati e informazioni non prettamente geometriche, quali notizie storiche, analisi del degrado o delle deformazioni, livelli di dettaglio non concessi dal modello completo.
La realizzazione di modelli HBIM, non solo relativi al patrimonio esistente ma funzionanti come reali contenitori di tutte le informazioni utili, è consentito oggi dalla quasi totalità delle piattaforme BIM authoring più diffuse. Esse garantiscono ottima compatibilità con i formati 3D provenienti dal rilievo, abilitando una fase di
rappresentazione e gestione dei componenti e delle geometrie sufficientemente agile e sviluppata. Nuove ricerche e apporti invece sarebbero ancora utili, in ambito di gruppi interdisciplinari, per la creazione e condivisione di ontologie dedicate all’architettura storica nella corretta identificazione e rappresentazione degli oggetti costituenti il modello.
Ulteriore sfida è quella riguardante tutta la filiera di gestione del manufatto architettonico all’interno di un unico ambiente centralizzato e parametrico: dalla fase di rilievo e conoscenza alla fase di cantiere, restauro e/o manutenzione, potendo creare elaborati per la comunicazione e valorizzazione del patrimonio costruito, fino ad arrivare in ambienti di realtà virtuale e/o aumentata.
Il presente lavoro mira a dimostrare la fattibilità di un approccio HBIM globale, ovvero come partendo da una possibile applicazione del Building Information Modeling Surveying applicato al costruito storico (ossia la modellazione BIM che utilizza come dato di partenza nuvole di punti provenienti dal rilievo laser-scanner di un manufatto) si può arrivare alla gestione e al controllo del processo edilizio.
Partendo dallo studio dello stato dell’arte verrà descritto un flusso di lavoro completo che passa attraverso l’indagine e la modellazione, consentendo di concentrarsi su questioni critiche e punti chiave per ottenere un modello BIM affidabile di un edificio esistente.
Il caso studio preso in considerazione per l’applicazione di tale metodologia è Villa Victorine, palazzina ottocentesca situata nella zona nord-est di Pisa, attualmente sede del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa.
Questo edificio oltre a rispondere all’esigenza di sperimentare una nuova metodologia di lavoro per la digitalizzazione del patrimonio storico, garantisce l’opportunità di un confronto tra l’approccio tradizionale e quello innovativo del BIM, evidenziandone i vantaggi e le problematiche, in quanto su di esso è già in esecuzione il progetto di restauro e rifunzionalizzazione con metodologia di rilievo e restituzione grafica tradizionale.
File
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Tavole.pdf | 28.91 Mb |
Tesi_LorenzaOri.pdf | 7.58 Mb |
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