Potenziali biomarcatori utili nella diagnosi differenziale del Mesotelioma epiteliomorfo
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Lucacchini, Antonio
Parole chiave
amianto
asbesto
biochimica
biomarcatori
biomarkers
cancro
carcinoma
diagnosi differenziale
epiteliomorfo
mesotelioma
neoplasia
proteomica
tumore
Data inizio appello
10/10/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/10/2052
Riassunto
Il Mesotelioma Pleurico Maligno è un tumore altamente aggressivo, con prognosi infausta e sopravvivenza media compresa tra gli 8 e i 10 mesi. Sebbene sia un tumore piuttosto raro, esso presenta notevoli problematicità anche in virtù del lungo periodo di latenza, fino a 40 anni, e del fatto che la sua incidenza è in costante aumento a causa dell’ampio utilizzo nel secolo scorso del suo principale fattore eziologico, l’asbesto. Lo scenario si fa ancora più drammatico se si considera che la malattia non risponde efficacemente alle tradizionali terapie in campo oncologico, quali chemioterapia, radioterapia e chirurgia. Attualmente gli unici strumenti sufficientemente validi per la diagnosi precoce e quella differenziale della patologia si basano su esami radiologici, con evidenti problemi etici nonché economici. Questo lavoro, basato su tecniche di proteomica, nasce dalla necessità di identificare dei biomarcatori proteici in grado di massimizzare le possibilità di successo di eventuali trattamenti terapeutici ed evitare errori di valutazione nella diagnosi. Lo studio, condotto tramite elettroforesi bidimensionale accoppiata a spettrometria di massa seguite da elettroforesi monodimensionale e Western Blot, ha mostrato risultati interessanti per diverse proteine, le quali possono essere considerate dei potenziali biomarcatori.