Tesi etd-09202012-110343 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TEMPESTINI, FRANCESCA
URN
etd-09202012-110343
Titolo
M&A e performance: un'analisi empirica.
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Mariani, Giovanna
Parole chiave
- aziende familiari
- family business
- M&A
- merger and acquisition
- operazioni di acquisizione
- società quotate
Data inizio appello
11/10/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/10/2052
Riassunto
La severa crisi che ha colpito i mercati finanziari a partire dall’estate del 2007 e la conseguente contrazione dell’economia reale hanno sicuramente colpito e rallentato l’attività di acquisizioni e fusioni a livello globale. La storia insegna che i processi di acquisizione avvengono a ondate (merger waves): crescite e pause si susseguono inevitabilmente con ritmi asincroni. Il mercato delle acquisizioni oggi sta vivendo un momento di grande discontinuità e la crisi del 2007 ha modificato non poco le “regole del gioco”. Ciononostante, l’attenzione verso questa modalità di crescita resta sempre alta. L’idea di fondo è che la crescita sia essenziale per la sopravvivenza dell’impresa. In una situazione come quella attuale, con mercati tendenzialmente bloccati, se non in ribasso, pensare a crescere per vie esterne è un’opzione strategicamente coerente, anzi per qualcuno è quasi obbligata. Oggi le acquisizioni si concentrano dove conta la massa critica e le potenziali sinergie.
Rispetto a qualche anno fa le difficoltà si sono moltiplicate: il sistema finanziario è diventato assai selettivo e poco disponibile a finanziare importi rilevanti, chi vende ha in mente valori storici non più adeguati alla realtà attuale, aumentano le difficoltà di pianificare a lungo termine (si accorcia l’orizzonte temporale dei piani). Questi fattori hanno di fatto ingessato il mercato, che è drasticamente calato nel numero di transazioni e nei valori intrinseci.
Tuttavia, alcuni cenni di ripresa sono ormai ben presenti a livello sia globale sia nazionale e le operazioni di acquisizione, pur in un clima di prudenza, stanno manifestando qualche segnale di ripresa.
Nella prima parte di questo elaborato, siamo andati a studiare il fenomeno M&A sia da un punto di vista teorico sia la realtà dei fatti analizzando il mercato M&A italiano. Abbiamo preso in considerazione le opportunità di crescita che si possono presentare ad una società, spiegando anche quali possono essere le principali modalità di fusione e acquisizione. Si è provveduto anche ad esaminare il processo di acquisizione mettendo in evidenza le macrofasi di cui esso si compone ed evidenziando le criticità e le variabili che possono intervenire determinando il buon esito o meno dell’operazione stessa.
La seconda parte del lavoro si propone di offrire una panoramica su una forma di governance notevolmente diffusa a livello mondiale, le imprese familiari. L’interesse per le aziende familiari è andato progressivamente sviluppandosi in Italia negli ultimi trenta anni anche a seguito della crescita che ha caratterizzato il dibattito internazionale sul tema. Il minimo comune denominatore relativo ai motivi che spingono gli studiosi ad occuparsi del fenomeno è indubbiamente identificabile nelle dimensioni quantitative e qualitative che lo contraddistinguono e quindi nella conseguente importanza rivestita nell’economia dei vari paesi. Lo sviluppo delle aziende familiari ha messo in discussione le impostazioni dottrinali che postulavano la loro natura temporanea in favore di un assetto manageriale, necessario per garantire lo sviluppo duraturo, nel quale il modello di riferimento era costituito dalla separazione tra proprietà e direzione.
I diversi studi si pongono come principale obiettivo quello di dare una definizione di impresa familiare e risultano fondati su ipotesi svariate definite dagli stessi autori. Questa sorta di “libertà” facilita gli studiosi, ma rende difficile per i lettori individuare una definizione universale che rispecchia la realtà.
In questo elaborato, dopo aver affrontato i problemi definitori che si presentano nell’individuazione dell’impresa familiare, ne abbiamo descritte le caratteristiche tipiche e le false credenze che solitamente si hanno riguardo questa tipologia di imprese; abbiamo inoltre analizzato gli elementi che influenzano le performance delle family business e la loro propensione ad effettuare operazioni di merger and acquisition. Abbiamo anche individuato alcuni casi di aziende familiari di successo che hanno raggiunto e mantenuto la leadership per periodi lunghi nei settori più diversi.
Dopo questa parte teorica, in cui abbiamo indagato sia nell’ambito delle operazioni di M&A sia in quello delle aziende familiari, ci siamo indirizzati verso uno studio di natura empirica, che prende avvio con la descrizione dell’andamento del mercato mondiale dal 1986 fino a oggi e procede con un focus sul mercato italiano delle acquisizioni dal 2005 fino al 2011, per il quale si è fatto riferimento soprattutto agli studi redatti da Kpmg.
Dopo questi cenni riguardanti il mercato in generale, concentreremo la nostra attenzione su Borsa Italiana ed in particolare la nostra analisi riguarderà le società quotate ininterrottamente dal 2005 al 2011. Tutte queste imprese, in totale 141, saranno suddivise, in base al tipo di governance, tra family e no family business secondo la definizione data da Villalonga; nel presente elaborato questa distinzione si dimostrerà fondamentale.
Di tutte le società appartenenti al panel si provvederà ad individuare quali hanno concluso operazioni di M&A e quali, invece, non ne hanno eseguite.
L’intero lavoro farà sempre riferimento alla suddivisione fra le società che hanno svolto o meno acquisizioni e al loro tipo di governance.
I principali obiettivi che abbiamo voluto raggiungere con l’analisi sono:
• individuazione delle FB e NFB nel campione. Si è perciò provveduto a suddividere le società del panel in due categorie in funzione del tipo di governance;
• confermare o smentire la credenza del basso tasso di crescita delle aziende familiari, basando l’indagine sul campione di società scelto;
• individuazione della categoria di società (se FB o NFB) che si sono mosse di più nel mercato M&A;
• quantificazione delle operazioni di M&A svolte dalle società del panel nell’intervallo temporale 2005-2011 e individuazione delle società che si sono dimostrate più propense a concludere deals;
• analisi della distribuzione nel tempo dei deals;
• osservazione del fatturato della bidder.
In conclusione, l’indagine ha riguardato l’analisi di alcuni indicatori di performance.
Rispetto a qualche anno fa le difficoltà si sono moltiplicate: il sistema finanziario è diventato assai selettivo e poco disponibile a finanziare importi rilevanti, chi vende ha in mente valori storici non più adeguati alla realtà attuale, aumentano le difficoltà di pianificare a lungo termine (si accorcia l’orizzonte temporale dei piani). Questi fattori hanno di fatto ingessato il mercato, che è drasticamente calato nel numero di transazioni e nei valori intrinseci.
Tuttavia, alcuni cenni di ripresa sono ormai ben presenti a livello sia globale sia nazionale e le operazioni di acquisizione, pur in un clima di prudenza, stanno manifestando qualche segnale di ripresa.
Nella prima parte di questo elaborato, siamo andati a studiare il fenomeno M&A sia da un punto di vista teorico sia la realtà dei fatti analizzando il mercato M&A italiano. Abbiamo preso in considerazione le opportunità di crescita che si possono presentare ad una società, spiegando anche quali possono essere le principali modalità di fusione e acquisizione. Si è provveduto anche ad esaminare il processo di acquisizione mettendo in evidenza le macrofasi di cui esso si compone ed evidenziando le criticità e le variabili che possono intervenire determinando il buon esito o meno dell’operazione stessa.
La seconda parte del lavoro si propone di offrire una panoramica su una forma di governance notevolmente diffusa a livello mondiale, le imprese familiari. L’interesse per le aziende familiari è andato progressivamente sviluppandosi in Italia negli ultimi trenta anni anche a seguito della crescita che ha caratterizzato il dibattito internazionale sul tema. Il minimo comune denominatore relativo ai motivi che spingono gli studiosi ad occuparsi del fenomeno è indubbiamente identificabile nelle dimensioni quantitative e qualitative che lo contraddistinguono e quindi nella conseguente importanza rivestita nell’economia dei vari paesi. Lo sviluppo delle aziende familiari ha messo in discussione le impostazioni dottrinali che postulavano la loro natura temporanea in favore di un assetto manageriale, necessario per garantire lo sviluppo duraturo, nel quale il modello di riferimento era costituito dalla separazione tra proprietà e direzione.
I diversi studi si pongono come principale obiettivo quello di dare una definizione di impresa familiare e risultano fondati su ipotesi svariate definite dagli stessi autori. Questa sorta di “libertà” facilita gli studiosi, ma rende difficile per i lettori individuare una definizione universale che rispecchia la realtà.
In questo elaborato, dopo aver affrontato i problemi definitori che si presentano nell’individuazione dell’impresa familiare, ne abbiamo descritte le caratteristiche tipiche e le false credenze che solitamente si hanno riguardo questa tipologia di imprese; abbiamo inoltre analizzato gli elementi che influenzano le performance delle family business e la loro propensione ad effettuare operazioni di merger and acquisition. Abbiamo anche individuato alcuni casi di aziende familiari di successo che hanno raggiunto e mantenuto la leadership per periodi lunghi nei settori più diversi.
Dopo questa parte teorica, in cui abbiamo indagato sia nell’ambito delle operazioni di M&A sia in quello delle aziende familiari, ci siamo indirizzati verso uno studio di natura empirica, che prende avvio con la descrizione dell’andamento del mercato mondiale dal 1986 fino a oggi e procede con un focus sul mercato italiano delle acquisizioni dal 2005 fino al 2011, per il quale si è fatto riferimento soprattutto agli studi redatti da Kpmg.
Dopo questi cenni riguardanti il mercato in generale, concentreremo la nostra attenzione su Borsa Italiana ed in particolare la nostra analisi riguarderà le società quotate ininterrottamente dal 2005 al 2011. Tutte queste imprese, in totale 141, saranno suddivise, in base al tipo di governance, tra family e no family business secondo la definizione data da Villalonga; nel presente elaborato questa distinzione si dimostrerà fondamentale.
Di tutte le società appartenenti al panel si provvederà ad individuare quali hanno concluso operazioni di M&A e quali, invece, non ne hanno eseguite.
L’intero lavoro farà sempre riferimento alla suddivisione fra le società che hanno svolto o meno acquisizioni e al loro tipo di governance.
I principali obiettivi che abbiamo voluto raggiungere con l’analisi sono:
• individuazione delle FB e NFB nel campione. Si è perciò provveduto a suddividere le società del panel in due categorie in funzione del tipo di governance;
• confermare o smentire la credenza del basso tasso di crescita delle aziende familiari, basando l’indagine sul campione di società scelto;
• individuazione della categoria di società (se FB o NFB) che si sono mosse di più nel mercato M&A;
• quantificazione delle operazioni di M&A svolte dalle società del panel nell’intervallo temporale 2005-2011 e individuazione delle società che si sono dimostrate più propense a concludere deals;
• analisi della distribuzione nel tempo dei deals;
• osservazione del fatturato della bidder.
In conclusione, l’indagine ha riguardato l’analisi di alcuni indicatori di performance.
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