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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09192020-111040


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PIERULIVO, CATERINA
URN
etd-09192020-111040
Titolo
Smart Working: il lavoro nell'era digitale
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Niccolini, Federico
Parole chiave
  • change management
  • covid-19
  • cultura organizzativa
  • cybersecuriry
  • ict
  • smart working
  • telelavoro
Data inizio appello
05/10/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/10/2060
Riassunto
Dal secolo scorso, l’utilizzo della tecnologia ha avuto crescente rilevanza strategica per le organizzazioni e per le persone. La rapida evoluzione delle tecnologie di informazione e comunicazione ha determinato l’ideazione e la messa in pratica di nuove forme di organizzazione del lavoro, la prima delle quali, il telelavoro. Il telelavoro è una forma di organizzazione del lavoro che utilizza gli strumenti di ICT per permettere alle persone di svolgere la propria attività lavorativa al di fuori dei locali dell’impresa.Il termine “telework” venne coniato nel 1973 da Jack Nilles, ex consulente missilistico della Nasa e direttore della University of Southern California, che lo definì come: “ogni forma di sostituzione degli spostamenti con tecnologie dell’informazione”, sottolineando la convenienza nello spostare i dati piuttosto che far muovere le persone. Pur presentandosi sotto diverse forme organizzative in base agli obiettivi degli attori coinvolti, ai problemi da soddisfare e alla struttura tecnologica disponibile il telelavoro finisce per essere assimilato nella sua accezione al mero lavoro domiciliare. Negli anni, lo sviluppo tecnologico e la crescente esigenza di flessibilità del mondo del lavoro hanno portato all'evolversi di questa forma lavorativa in quello che oggi è conosciuto come smart working o lavoro agile. Lo smart working è una filosofia manageriale basata su flessibilità ed autonomia: questi concetti si riflettono nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti di lavoro, demandate ai lavoratori (nonostante l’azienda, per tutelare i propri dati, possa porre delle limitazioni) a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Per la corretta implementazione di questo modello organizzativo sono da considerare tre fondamentali aspetti: revisione della cultura organizzativa, dotazione tecnologica e spazi fisici. Il primo aspetto comporta la revisione della cultura organizzativa e degli stili manageriali per ottenere un passaggio ad una organizzazione del lavoro per obiettivi e non più su ore lavorate, questo implica inoltre una revisione della relazione fra il manager e il dipendente che lavora in Smart Working, si deve cioè passare dal controllo, all'istituzione di un clima di fiducia, che contribuisca a sviluppare l’engagement verso l’organizzazione e a superare le criticità che possono emergere. Il secondo aspetto riguarda il layout delle sedi aziendali, per supportare le differenti esigenze delle persone quando si recano in ufficio si possono riprogettare gli edifici in modo da garantire la presenza di zone dedicate alla concentrazione e alla collaborazione. L’ambiente fisico può essere progettato in modo da riflettere la maggiore apertura e flessibilità che si vuole dare al lavoro, ad esempio tramite l’eliminazione del posto fisso.
Il terzo pilastro riguarda la tecnologia abilitante: gli strumenti che l’azienda fornisce al lavoratore per svolgere le proprie attività devono essere in grado di supportare e valorizzare al massimo la flessibilità: attraverso il mobile, il cloud, e gli strumenti di unified communication and collaboration la scrivania diviene sempre più virtuale. L’utilizzo della tecnologia da parte di persone più o meno esperte per l’elaborazione dei dati aziendali può comportare dei problemi di sicurezza informatica, gli attacchi informatici possono compromettere seriamente la continuità del business aziendale. In alcuni casi le aziende scelgono la forma del “bring your own device”, ovvero consentono ai lavoratori di lavorare con i propri dispositivi personali: questa formula, sebbene consenta di contenere i costi legati alla dotazione tecnologica per le aziende, può risultare particolarmente pericolosa data la contestuale presenza di dati aziendali e personali su uno stesso device.Per supportare la meglio lo smart working e superare i problemi di comunicazione che possono emergere in assenza di incontri face-to-face tra gli utenti, sono state elaborate diverse soluzioni che vanno dai mondi virtuali, agli MPR fino ad arrivare alla creazione della tecnologia olografica.
L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha dato una rapida accelerazione all'implementazione dei progetti di smart working: si stima che siano stati otto milioni gli italiani costretti a lavorare da casa durante il lockdown. Lo smart working “emergenziale” non ha permesso libertà di scelta ed ha costretto manager e dipendenti ad adattarsi rapidamente a questo cambiamento ed ha posto le basi affinché questo modo di lavorare diventi una concreta alternativa per il futuro.
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