Tesi etd-09192016-111806 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
HUACCHA, GLADYS GISSELL
URN
etd-09192016-111806
Titolo
BANCHE TRA CRISI E SPINTE AL RINNOVAMENTO
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Ferretti, Paola
Parole chiave
- CRISI
- MODELLO DI BUSINESS
- REDDITIVITÀ'
- RINNOVAMENTO
Data inizio appello
03/10/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/10/2086
Riassunto
ABSTRACT
L’attività bancaria è uno degli elementi portanti della struttura economica di un paese il cui funzionamento contribuisce allo sviluppo dell’economia e alla crescita dell’intero sistema. Tuttavia, è assolutamente rilevante tenere presente che il sistema bancario non è mai stato e non sarà mai l’unico elemento portante della crescita o sviluppo dell’economia di un paese, ma rappresenta solo una delle condizioni necessarie alla crescita, infatti, alla pari di qualsiasi altra impresa (industriale o meno), il carattere imprenditoriale delle banche, mira attraverso l’esercizio della propria attività a conseguire profitti in grado di rimunerare convenientemente il capitale investito da parte degli azionisti, ovvero ottimizzare la redditività nel rispetto dei vincolo di liquidità e solvibilità.
Se, gli effetti così negativi di una delle più gravi crisi della storia, che ha sommerso l’economia globale in quello che molti economisti definiscono oggi come il periodo della “Grande Recessione”, sia semplicemente corrispondente a una fase del ciclo economico o il prodotto di una miopia del sistema, è una delle innumerevoli domande che mi ha spinto ad approfondire nel primo capitolo lo sviluppo del sistema bancario italiano, perché come dimostra l’esperienza storica del sistema finanziario, quest’ultimo è periodicamente colpito da crisi: la nascita stessa della Banca d’Italia nel 1893 è stata accelerata dallo scandalo della Banca Romana, la legge bancaria del 1926 fa in qualche modo tesoro dell’esperienza dei dissesti del 1893-94 e del 1907, e quella del 1936-38 sancisce la sistemazione giuridica delle soluzioni adottate “sul campo” per far fronte alla crisi della banca mista seguita alla grande depressione, è quindi, per questo motivo che il primo capitolo di questo elaborato si concentrerà su una breve ricostruzione dei passaggi fondamentali del percorso evolutivo dell’attività bancaria italiana, al fine di individuare alcune delle caratteristiche di fondo o ciò che Galanti definisce l’«essenza» del sistema bancario, in modo di comprendere a pieno le complesse e mutevoli sfide che il sistema bancario italiano affronta nei tempi odierni, e dotarci degli strumenti necessarie ad individuare le scelte gestionali più adatte ad affrontare la strada verso il recupero della redditività bancaria.
Il secondo capitolo di questo elaborato si soffermerà sull’impatto che la crisi finanziaria ha avuto sul sistema bancario italiano e in particolar modo su alcuni dei principali fattori che in maniera considerevole hanno condizionato la contrazione della redditività delle banche, esponendo l’intero settore bancario ad affrontare importanti sfide sotto il profilo della gestione, in un ambiente mutato sia dalla crisi, sia dai vincoli imposti dal nuovo framework regolamentare.
Il terzo capitolo, affronterà sotto il profilo prettamente della gestione, le scelte attuate dal settore bancario per lasciarsi alle spalle gli effetti della lunga fase di crisi e chiudere il return on equity gap formatosi negli ultimi anni; oltre ad evidenziare come queste scelte siano necessariamente improntate su strategie volte a continuare il processo di rafforzamento della dotazione patrimoniale; su un’adeguata gestione dei crediti deteriorati; sulla riduzione dei costi operativi come ad esempio la razionalizzazione della rete sportellare e la riduzione del costo del personale e sul miglioramento dell’efficienza produttiva; al fine di recuperare oltre che reddittività anche competitività.
Il quarto e ultimo capitolo illustra come nonostante le previsioni positive degli analisti, che prevedono che il miglioramento dell’attività economica riattiverà la domanda di credito da parte delle famiglie e le imprese, e che gli stimoli monetari della BCE permetteranno alle banche italiane di ottenere il vantaggio di sostituire la raccolta più costosa (soprattutto obbligazionaria) e di beneficiare tanto di più dei tassi di interessi negativi quanto più elevata sarà la crescita del credito, l’intero progetto dell’Unione Bancaria, e ancora di più quando questo sarà completato, impone al sistema finanziario italiano, che storicamente sconta un ritardo su tutti i segmenti del mercato di capitali di rischio, a ripensare a un nuovo modello di business che attraverso lo sviluppo della tecnologia, possa portare alla standardizzazione di operazioni a basso valore aggiunto per concentrare le sue risorse sul core business, costruendo un’offerta di servizi/prodotti “tailor made” con l’obiettivo di incrementare la redditività e garantire la stabilità dei risultati reddituali. A questo proposito l’elaborato fornisce alcuni dei possibili driver sui quali il sistema bancario italiano potrebbe focalizzare la strada verso il recupero della redditività bancaria nel nuovo modello di business del settore.
L’attività bancaria è uno degli elementi portanti della struttura economica di un paese il cui funzionamento contribuisce allo sviluppo dell’economia e alla crescita dell’intero sistema. Tuttavia, è assolutamente rilevante tenere presente che il sistema bancario non è mai stato e non sarà mai l’unico elemento portante della crescita o sviluppo dell’economia di un paese, ma rappresenta solo una delle condizioni necessarie alla crescita, infatti, alla pari di qualsiasi altra impresa (industriale o meno), il carattere imprenditoriale delle banche, mira attraverso l’esercizio della propria attività a conseguire profitti in grado di rimunerare convenientemente il capitale investito da parte degli azionisti, ovvero ottimizzare la redditività nel rispetto dei vincolo di liquidità e solvibilità.
Se, gli effetti così negativi di una delle più gravi crisi della storia, che ha sommerso l’economia globale in quello che molti economisti definiscono oggi come il periodo della “Grande Recessione”, sia semplicemente corrispondente a una fase del ciclo economico o il prodotto di una miopia del sistema, è una delle innumerevoli domande che mi ha spinto ad approfondire nel primo capitolo lo sviluppo del sistema bancario italiano, perché come dimostra l’esperienza storica del sistema finanziario, quest’ultimo è periodicamente colpito da crisi: la nascita stessa della Banca d’Italia nel 1893 è stata accelerata dallo scandalo della Banca Romana, la legge bancaria del 1926 fa in qualche modo tesoro dell’esperienza dei dissesti del 1893-94 e del 1907, e quella del 1936-38 sancisce la sistemazione giuridica delle soluzioni adottate “sul campo” per far fronte alla crisi della banca mista seguita alla grande depressione, è quindi, per questo motivo che il primo capitolo di questo elaborato si concentrerà su una breve ricostruzione dei passaggi fondamentali del percorso evolutivo dell’attività bancaria italiana, al fine di individuare alcune delle caratteristiche di fondo o ciò che Galanti definisce l’«essenza» del sistema bancario, in modo di comprendere a pieno le complesse e mutevoli sfide che il sistema bancario italiano affronta nei tempi odierni, e dotarci degli strumenti necessarie ad individuare le scelte gestionali più adatte ad affrontare la strada verso il recupero della redditività bancaria.
Il secondo capitolo di questo elaborato si soffermerà sull’impatto che la crisi finanziaria ha avuto sul sistema bancario italiano e in particolar modo su alcuni dei principali fattori che in maniera considerevole hanno condizionato la contrazione della redditività delle banche, esponendo l’intero settore bancario ad affrontare importanti sfide sotto il profilo della gestione, in un ambiente mutato sia dalla crisi, sia dai vincoli imposti dal nuovo framework regolamentare.
Il terzo capitolo, affronterà sotto il profilo prettamente della gestione, le scelte attuate dal settore bancario per lasciarsi alle spalle gli effetti della lunga fase di crisi e chiudere il return on equity gap formatosi negli ultimi anni; oltre ad evidenziare come queste scelte siano necessariamente improntate su strategie volte a continuare il processo di rafforzamento della dotazione patrimoniale; su un’adeguata gestione dei crediti deteriorati; sulla riduzione dei costi operativi come ad esempio la razionalizzazione della rete sportellare e la riduzione del costo del personale e sul miglioramento dell’efficienza produttiva; al fine di recuperare oltre che reddittività anche competitività.
Il quarto e ultimo capitolo illustra come nonostante le previsioni positive degli analisti, che prevedono che il miglioramento dell’attività economica riattiverà la domanda di credito da parte delle famiglie e le imprese, e che gli stimoli monetari della BCE permetteranno alle banche italiane di ottenere il vantaggio di sostituire la raccolta più costosa (soprattutto obbligazionaria) e di beneficiare tanto di più dei tassi di interessi negativi quanto più elevata sarà la crescita del credito, l’intero progetto dell’Unione Bancaria, e ancora di più quando questo sarà completato, impone al sistema finanziario italiano, che storicamente sconta un ritardo su tutti i segmenti del mercato di capitali di rischio, a ripensare a un nuovo modello di business che attraverso lo sviluppo della tecnologia, possa portare alla standardizzazione di operazioni a basso valore aggiunto per concentrare le sue risorse sul core business, costruendo un’offerta di servizi/prodotti “tailor made” con l’obiettivo di incrementare la redditività e garantire la stabilità dei risultati reddituali. A questo proposito l’elaborato fornisce alcuni dei possibili driver sui quali il sistema bancario italiano potrebbe focalizzare la strada verso il recupero della redditività bancaria nel nuovo modello di business del settore.
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