Tesi etd-09192016-110635 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LENSI, ILARIA
URN
etd-09192016-110635
Titolo
Aspetti clinici e clinico-patologici della Leucemia Linfocitica Cronica nel cane
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Lubas, George
correlatore Dott.ssa Gavazza, Alessandra
controrelatore Dott.ssa Tognetti, Rosalba
correlatore Dott.ssa Gavazza, Alessandra
controrelatore Dott.ssa Tognetti, Rosalba
Parole chiave
- Cane
- Leucemia Linfocitica Cronica
- Segni clinici
- Segni clinico-patologici
- Sopravvivenza.
- Terapia
Data inizio appello
21/10/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Leucemia Linfocitica Cronica (CLL, Chronic Lymphocytic Leukemia) è una neoplasia ematologica caratterizzata dall’accumulo di linfociti maturi nel sangue e negli organi linfoidi. È una patologia ad incidenza sconosciuta che colpisce cani di media età o anziani, è spesso clinicamente silente o induce una sintomatologia aspecifica. La diagnosi nel 50% dei casi è un reperto accidentale e si basa sul riscontro di linfocitosi all’esame emocromocitometrico, infiltrazione linfocitaria midollare, dimostrazione di clonalità delle cellule linfoidi tramite PCR e immunofenotipizzazione. Il trattamento prevede il controllo del tumore con chemioterapici e corticosteroidi.
In questo studio retrospettivo sono stati analizzati 13 casi di CLL pervenuti presso l’Ospedale Didattico Veterinario “M. Modenato”, nel periodo compreso tra Giugno 2011 e Giugno 2016 (incidenza 0,06%). Dai risultati ottenuti è emerso che la patologia colpisce i soggetti anziani (>10 anni). Relativamente al sesso, non esiste una predisposizione statisticamente significativa, benché nei casi descritti si osservi una maggiore incidenza nei maschi castrati e nelle femmine sterilizzate. Anche per quanto riguarda la razza, i risultati statistici non mostrano la presenza di una razza predisposta a CLL, ma dalla casistica esaminata è possibile ipotizzare una maggiore incidenza nelle razze brachicefaliche (Bouledogue Francese, Boxer, Carlino, Cavalier King Charles). In accordo con quanto riferito in letteratura il fenotipo T si riscontra nel 65% dei casi analizzati, prevalendo su quello B. Dal confronto delle principali alterazioni cliniche (linfoadenopatia, epato/splenomegalia) e clinico-patologiche (linfocitosi, anemia, trombocitopenia e infiltrazione midollare) è stato possibile ipotizzare uno schema di stadiazione della malattia, secondo i sistemi di Rai e di Binet utilizzati in Medicina Umana, che includono più stadi di gravità. In Medicina Veterinaria infatti, la patologia viene classificata come stadio C del sistema di stadiazione di Binet; pertanto in questo lavoro si è cercato di effettuare una stadiazione della CLL secondo i diversi stadi di gravità (A-B-C) che questo sistema applica in umana. E’ stata stabilita una correlazione tra il tempo di sopravvivenza e i fattori relativi al fenotipo, alla stadiazione e la chemioterapia, confermando che i soggetti con fenotipo T complicato da grave linfocitosi, anemia e/o trombocitopenia mostrano un tempo di sopravvivenza più breve, al contrario delle forme T non complicate. Infine è stata esaminata una possibile correlazione tra l’aumento dell’enzima Gamma Glutamil Transferasi (GGT) e la gravità della malattia, ipotizzando che soggetti con GGT elevata abbiano un’aspettativa di vita peggiore e una prognosi infausta, ipotizzando la GGT come marker prognostico nella CLL.
In questo studio retrospettivo sono stati analizzati 13 casi di CLL pervenuti presso l’Ospedale Didattico Veterinario “M. Modenato”, nel periodo compreso tra Giugno 2011 e Giugno 2016 (incidenza 0,06%). Dai risultati ottenuti è emerso che la patologia colpisce i soggetti anziani (>10 anni). Relativamente al sesso, non esiste una predisposizione statisticamente significativa, benché nei casi descritti si osservi una maggiore incidenza nei maschi castrati e nelle femmine sterilizzate. Anche per quanto riguarda la razza, i risultati statistici non mostrano la presenza di una razza predisposta a CLL, ma dalla casistica esaminata è possibile ipotizzare una maggiore incidenza nelle razze brachicefaliche (Bouledogue Francese, Boxer, Carlino, Cavalier King Charles). In accordo con quanto riferito in letteratura il fenotipo T si riscontra nel 65% dei casi analizzati, prevalendo su quello B. Dal confronto delle principali alterazioni cliniche (linfoadenopatia, epato/splenomegalia) e clinico-patologiche (linfocitosi, anemia, trombocitopenia e infiltrazione midollare) è stato possibile ipotizzare uno schema di stadiazione della malattia, secondo i sistemi di Rai e di Binet utilizzati in Medicina Umana, che includono più stadi di gravità. In Medicina Veterinaria infatti, la patologia viene classificata come stadio C del sistema di stadiazione di Binet; pertanto in questo lavoro si è cercato di effettuare una stadiazione della CLL secondo i diversi stadi di gravità (A-B-C) che questo sistema applica in umana. E’ stata stabilita una correlazione tra il tempo di sopravvivenza e i fattori relativi al fenotipo, alla stadiazione e la chemioterapia, confermando che i soggetti con fenotipo T complicato da grave linfocitosi, anemia e/o trombocitopenia mostrano un tempo di sopravvivenza più breve, al contrario delle forme T non complicate. Infine è stata esaminata una possibile correlazione tra l’aumento dell’enzima Gamma Glutamil Transferasi (GGT) e la gravità della malattia, ipotizzando che soggetti con GGT elevata abbiano un’aspettativa di vita peggiore e una prognosi infausta, ipotizzando la GGT come marker prognostico nella CLL.
File
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TESI_LEN..._2016.pdf | 2.69 Mb |
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