Tesi etd-09192015-171923 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PELLEGRINI, FRANCESCO
URN
etd-09192015-171923
Titolo
ANALISI DELLE DINAMICHE COMPETITIVE NEL SETTORE DEL TRATTAMENTO LIQUAMI: STUDIO DELL'OFFERTA
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Dott.ssa Romano, Giulia
Parole chiave
- diversificazione
- economie di scopo
- ottimizzazione impianti
- percolato di discarica
Data inizio appello
05/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro di tesi ha per oggetto l’analisi del settore del trattamento dei liquami dal lato dell’offerta e si pone l’obiettivo di interpretare le dinamiche competitive e le strategie adottate dalle aziende che offrono il servizio di smaltimento di tali rifiuti liquidi. I rifiuti liquidi possono essere di varia natura: industriale, civile o urbana. Questi liquami possono essere trattati con tecniche di depurazione che ne favoriscono il riciclaggio oppure smaltiti e decontaminati per poi essere reimmessi nell’ambiente. Le aziende di questo settore, ed in particolare quelle che verranno considerate per lo scopo del presente studio, svolgono questi trattamenti ritirando i liquami dalle discariche, dalle aziende intermediarie che si occupano di raccolta, trasporto e stoccaggio e dagli insediamenti industriali o civili che li producono. Data la diversità dei liquami esistenti sono stati individuati, negli anni, metodi idonei a favorirne il riutilizzo o la decontaminazione ottenuta per mezzo di impianti specifici. Tali complessi industriali in Italia sono gestiti sia da soggetti privati che da enti pubblici, che intervengono soprattutto per la depurazione dei reflui civili. Lo scopo dei trattamenti è ovviamente quello di rimuovere sostanze inquinanti presenti nella composizione chimica dei liquami al fine di favorire il riutilizzo delle acque, il risparmio idrico e garantire una riduzione dell’impatto ambientale generato da industria e discariche.
Le acque reflue o di scarico ed i liquami sono tutti quei corpi liquidi la cui qualità è stata pregiudicata dall'azione antropica (cioè commessa dall’uomo) dopo il loro utilizzo in attività domestiche, industriali o agricole. Per tale motivo non possono essere reimmessi nell'ambiente prima di essere trattati poiché i recapiti finali come il terreno, il mare, i fiumi e i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla loro capacità auto-depurativa senza vedere compromessi i normali equilibri dell'ecosistema.
Come vedremo in seguito il testo normativo di riferimento vigente in Italia è il D.Lgs n. 152 del 2006, detto anche Testo Unico Ambientale, in cui sono state raccolte tutte le normative inerenti alla tutela dell’ambiente dall’inquinamento e tutte le prescrizioni a cui gli enti operanti in tale settore devono attenersi.
Secondo l’art. 74 del D.Lgs n. 152/2006 , le acque reflue sono distinte in diverse categorie a seconda della loro origine:
• Acque reflue domestiche: provenienti da insediamenti di tipo residenziale e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e dalle attività domestiche (scarichi di alberghi, scuole, caserme, uffici pubblici e privati, impianti sportivi e ricreativi, negozi al dettaglio ed all'ingrosso, bar e ristoranti );
• Acque reflue industriali: sono comprese in questo insieme qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, anche se sottoposte a preventivo trattamento di depurazione; le caratteristiche dei reflui industriali cambiano in base al tipo di attività produttiva da cui derivano. Secondo quanto stabilito dall'allegato 5 parte III del D.Lgs. n. 152/06, le acque reflue industriali si distinguono in pericolose o non pericolose per l'ambiente in conseguenza dei carichi inquinanti in esse presenti.
• Acque reflue urbane: si tratta di un miscuglio di acque reflue domestiche, industriali, e/o di quelle cosiddette di ruscellamento (acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio delle strade, ecc.) convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da un agglomerato urbano.
Per quanto concerne i rifiuti liquidi come il percolato di discarica, soprattutto se classificati come rifiuti pericolosi, essi devono subire processi di trattamento per essere correttamente smaltiti. Lo smaltimento è finalizzato a fare in modo che ciò che è restituito all’ambiente sotto forma di emissione sia compatibile e sostenibile dall’ambiente stesso, qualora sia impossibile riutilizzare in qualche modo il risultato di tale processo produttivo.
Il settore del trattamento liquami si sviluppa in Italia nella seconda metà del secolo scorso in attuazione di alcune normative sia comunitarie, sia nazionali emanate per rispondere all’esigenza di ridurre l’inquinamento, intervenendo a monte tramite la regolamentazione delle emissioni inquinanti. Lo scopo è quello di promuovere un utilizzo efficiente delle risorse idriche al fine di minimizzarne i consumi e ridurre l’impatto ambientale di alcune produzioni inquinanti. In particolare ci concentreremo sul segmento di mercato in cui operano aziende che oltre a condurre attività di depurazione delle acque, finalizzata al riutilizzo in ambienti industriali, svolgono un’attività legata al trattamento dei liquami e allo smaltimento dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue. Di solito un impianto di depurazione delle acque reflue funziona secondo lo schema proposto nella figura sotto riportata. I fanghi che ne risultano devono essere smaltiti (ad esempio tramite inceneritore) oppure reimpiegati, quando possibile, in altri ambiti produttivi, per esempio in agricoltura, ovviamente a patto che le sostanze inquinanti siano state adeguatamente rimosse come previsto dalla legge.
Figura 1: schema di un impianto per il trattamento delle acque reflue
Molte aziende hanno saputo cogliere l’opportunità che queste esigenze di tutela ambientale, ravvisate negli anni tramite una considerevole attività normativa, hanno fatto emergere, creando stabilimenti e impianti volti a realizzare i processi di depurazione e smaltimento. Tuttavia questo settore si presenta molto complesso e articolato, poiché le tecniche di depurazione e trattamento possono avere come oggetto numerose tipologie di sostanze e di reflui diversi. Nel nostro lavoro ci occuperemo in particolare di aziende che trattano acque reflue, fanghi derivanti dal processo di depurazione, liquami provenienti dallo spurgo delle fosse settiche e il percolato di discarica; quest’ultimo è un liquido che si origina nelle discariche dall'infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi. Il percolato prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani (R.S.U.) è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici, derivanti dai processi biologici e fisico-chimici all’interno delle discariche. Per legge, il percolato deve essere captato e opportunamente trattato nel sito stesso della discarica o trasportato in impianti ad hoc debitamente autorizzati allo smaltimento di rifiuti liquidi.
Secondo le normative della Comunità Europea i rifiuti di qualunque tipo vengono classificati in base a due particolari variabili: l’origine (rifiuti urbani e rifiuti speciali) e la pericolosità (rifiuti pericolosi e non pericolosi). Successivamente vengono catalogati con riferimento al codice europeo dei rifiuti (C.E.R.) che è stato riprodotto nell’Allegato D, Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 . Il C.E.R. costituisce una nomenclatura di riferimento ed ha lo scopo di coordinare e rendere omogenee fra loro tutte le attività di gestione dei rifiuti. Sulla base di questo codice i rifiuti vengono classificati e specificati nelle autorizzazioni che le aziende operanti nel settore devono ottenere per compiere le operazioni relative al rifiuto stesso.
Il compito degli operatori di questo settore consiste quindi nel ricevere dalle discariche e dagli intermediari che si occupano del trasporto questi liquami e di trattarli con metodologie e tecniche adeguate prima di reimmetterli nell’ambiente una volta diminuita la loro carica inquinante. Questa filiera produttiva consente, da un lato, di dare un contributo consistente alla tutela dell’ambiente e alla riduzione dell’inquinamento e, dall’altro, di favorire lo sviluppo di attività produttive che realizzano profitti rendendo il mondo in cui viviamo un posto migliore, connubio questo spesso difficilmente attuabile.
Nel corso di questo lavoro proporremo:
• un’analisi d’insieme dell’ambiente normativo italiano ed europeo che disciplina e regola il settore;
• un’analisi del ruolo ricoperto dagli enti pubblici e una breve illustrazione di quelle che sono, ad oggi, le metodologie più efficienti ed efficaci per il trattamento di questi liquami;
• successivamente analizzeremo la storia e l’attività di un’azienda toscana - la G.I.D.A. S.p.a. - che da più di trent’anni è attiva nel settore idrico svolgendo varie attività che vanno dalla depurazione dei reflui industriali provenienti dal settore del tessile di Prato, fino al trattamento del percolato di discarica e dei liquami provenienti dallo spurgo di fosse settiche;
• infine, dopo un breve excursus riguardante i risultati reddituali e finanziari che l’azienda ha ottenuto negli ultimi anni, sarà fornita una sezione contenente le conclusioni di natura strategica, a cui si è pervenuti studiando il settore dal lato dell’offerta, allo lo scopo di mostrare le potenziali direttrici di sviluppo percorribili.
In particolare lo studio dell’offerta viene argomentato nel terzo capitolo che, per semplificare la comprensione, possiamo dividere idealmente in due parti:
• nei primi tre paragrafi viene fornita un’analisi del settore dal punto di vista ambientale e strutturale che individua le caratteristiche dell’ambiente competitivo in riferimento al modello delle 5 Forze di Porter;
• nel quarto ed ultimo paragrafo è stata svolta un’analisi più approfondita della concorrenza sulla base delle performance economico finanziare ottenute da alcune aziende italiane operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti e della depurazione delle acque .
Per la ricerca sono stati seguiti diversi metodi al fine di realizzare due dataset di aziende che mostrassero le caratteristiche tipiche delle attività produttive presenti in questo business:
• si è proceduto con una serie di colloqui telefonici con aziende italiane che si occupano della costruzione e realizzazione degli impianti di trattamento;
• sono state contattate alcune discariche toscane per colloqui informativi e visite agli impianti;
• è stata svolta una ricerca di aziende operanti nel settore della depurazione delle acque e dello smaltimento dei rifiuti tramite la Banca Dati AIDA;
• sono stati consultati i siti web delle aziende operanti lo smaltimento per reperire le Autorizzazioni Integrate Ambientali e, quando disponibili, informazioni relative alle tipologie e quantità di rifiuti trattati negli anni;
• sono stati estrapolati dalla Banca Dati AIDA i bilanci - contenenti le relazioni sulla gestione e le note integrative di G.I.D.A. S.p.a. e di tutte le altre aziende considerate nell’analisi per gli anni dal 2009 al 2013 - nonchè la descrizione degli assetti proprietari e alcuni grafici relativi all’andamento delle principali voci di bilancio e alle strutture dei conti economici delle imprese nel periodo considerato
Le acque reflue o di scarico ed i liquami sono tutti quei corpi liquidi la cui qualità è stata pregiudicata dall'azione antropica (cioè commessa dall’uomo) dopo il loro utilizzo in attività domestiche, industriali o agricole. Per tale motivo non possono essere reimmessi nell'ambiente prima di essere trattati poiché i recapiti finali come il terreno, il mare, i fiumi e i laghi non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla loro capacità auto-depurativa senza vedere compromessi i normali equilibri dell'ecosistema.
Come vedremo in seguito il testo normativo di riferimento vigente in Italia è il D.Lgs n. 152 del 2006, detto anche Testo Unico Ambientale, in cui sono state raccolte tutte le normative inerenti alla tutela dell’ambiente dall’inquinamento e tutte le prescrizioni a cui gli enti operanti in tale settore devono attenersi.
Secondo l’art. 74 del D.Lgs n. 152/2006 , le acque reflue sono distinte in diverse categorie a seconda della loro origine:
• Acque reflue domestiche: provenienti da insediamenti di tipo residenziale e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e dalle attività domestiche (scarichi di alberghi, scuole, caserme, uffici pubblici e privati, impianti sportivi e ricreativi, negozi al dettaglio ed all'ingrosso, bar e ristoranti );
• Acque reflue industriali: sono comprese in questo insieme qualsiasi tipo di acque reflue provenienti da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, anche se sottoposte a preventivo trattamento di depurazione; le caratteristiche dei reflui industriali cambiano in base al tipo di attività produttiva da cui derivano. Secondo quanto stabilito dall'allegato 5 parte III del D.Lgs. n. 152/06, le acque reflue industriali si distinguono in pericolose o non pericolose per l'ambiente in conseguenza dei carichi inquinanti in esse presenti.
• Acque reflue urbane: si tratta di un miscuglio di acque reflue domestiche, industriali, e/o di quelle cosiddette di ruscellamento (acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio delle strade, ecc.) convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da un agglomerato urbano.
Per quanto concerne i rifiuti liquidi come il percolato di discarica, soprattutto se classificati come rifiuti pericolosi, essi devono subire processi di trattamento per essere correttamente smaltiti. Lo smaltimento è finalizzato a fare in modo che ciò che è restituito all’ambiente sotto forma di emissione sia compatibile e sostenibile dall’ambiente stesso, qualora sia impossibile riutilizzare in qualche modo il risultato di tale processo produttivo.
Il settore del trattamento liquami si sviluppa in Italia nella seconda metà del secolo scorso in attuazione di alcune normative sia comunitarie, sia nazionali emanate per rispondere all’esigenza di ridurre l’inquinamento, intervenendo a monte tramite la regolamentazione delle emissioni inquinanti. Lo scopo è quello di promuovere un utilizzo efficiente delle risorse idriche al fine di minimizzarne i consumi e ridurre l’impatto ambientale di alcune produzioni inquinanti. In particolare ci concentreremo sul segmento di mercato in cui operano aziende che oltre a condurre attività di depurazione delle acque, finalizzata al riutilizzo in ambienti industriali, svolgono un’attività legata al trattamento dei liquami e allo smaltimento dei fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue. Di solito un impianto di depurazione delle acque reflue funziona secondo lo schema proposto nella figura sotto riportata. I fanghi che ne risultano devono essere smaltiti (ad esempio tramite inceneritore) oppure reimpiegati, quando possibile, in altri ambiti produttivi, per esempio in agricoltura, ovviamente a patto che le sostanze inquinanti siano state adeguatamente rimosse come previsto dalla legge.
Figura 1: schema di un impianto per il trattamento delle acque reflue
Molte aziende hanno saputo cogliere l’opportunità che queste esigenze di tutela ambientale, ravvisate negli anni tramite una considerevole attività normativa, hanno fatto emergere, creando stabilimenti e impianti volti a realizzare i processi di depurazione e smaltimento. Tuttavia questo settore si presenta molto complesso e articolato, poiché le tecniche di depurazione e trattamento possono avere come oggetto numerose tipologie di sostanze e di reflui diversi. Nel nostro lavoro ci occuperemo in particolare di aziende che trattano acque reflue, fanghi derivanti dal processo di depurazione, liquami provenienti dallo spurgo delle fosse settiche e il percolato di discarica; quest’ultimo è un liquido che si origina nelle discariche dall'infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi. Il percolato prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani (R.S.U.) è un refluo con un tenore più o meno elevato di inquinanti organici e inorganici, derivanti dai processi biologici e fisico-chimici all’interno delle discariche. Per legge, il percolato deve essere captato e opportunamente trattato nel sito stesso della discarica o trasportato in impianti ad hoc debitamente autorizzati allo smaltimento di rifiuti liquidi.
Secondo le normative della Comunità Europea i rifiuti di qualunque tipo vengono classificati in base a due particolari variabili: l’origine (rifiuti urbani e rifiuti speciali) e la pericolosità (rifiuti pericolosi e non pericolosi). Successivamente vengono catalogati con riferimento al codice europeo dei rifiuti (C.E.R.) che è stato riprodotto nell’Allegato D, Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 . Il C.E.R. costituisce una nomenclatura di riferimento ed ha lo scopo di coordinare e rendere omogenee fra loro tutte le attività di gestione dei rifiuti. Sulla base di questo codice i rifiuti vengono classificati e specificati nelle autorizzazioni che le aziende operanti nel settore devono ottenere per compiere le operazioni relative al rifiuto stesso.
Il compito degli operatori di questo settore consiste quindi nel ricevere dalle discariche e dagli intermediari che si occupano del trasporto questi liquami e di trattarli con metodologie e tecniche adeguate prima di reimmetterli nell’ambiente una volta diminuita la loro carica inquinante. Questa filiera produttiva consente, da un lato, di dare un contributo consistente alla tutela dell’ambiente e alla riduzione dell’inquinamento e, dall’altro, di favorire lo sviluppo di attività produttive che realizzano profitti rendendo il mondo in cui viviamo un posto migliore, connubio questo spesso difficilmente attuabile.
Nel corso di questo lavoro proporremo:
• un’analisi d’insieme dell’ambiente normativo italiano ed europeo che disciplina e regola il settore;
• un’analisi del ruolo ricoperto dagli enti pubblici e una breve illustrazione di quelle che sono, ad oggi, le metodologie più efficienti ed efficaci per il trattamento di questi liquami;
• successivamente analizzeremo la storia e l’attività di un’azienda toscana - la G.I.D.A. S.p.a. - che da più di trent’anni è attiva nel settore idrico svolgendo varie attività che vanno dalla depurazione dei reflui industriali provenienti dal settore del tessile di Prato, fino al trattamento del percolato di discarica e dei liquami provenienti dallo spurgo di fosse settiche;
• infine, dopo un breve excursus riguardante i risultati reddituali e finanziari che l’azienda ha ottenuto negli ultimi anni, sarà fornita una sezione contenente le conclusioni di natura strategica, a cui si è pervenuti studiando il settore dal lato dell’offerta, allo lo scopo di mostrare le potenziali direttrici di sviluppo percorribili.
In particolare lo studio dell’offerta viene argomentato nel terzo capitolo che, per semplificare la comprensione, possiamo dividere idealmente in due parti:
• nei primi tre paragrafi viene fornita un’analisi del settore dal punto di vista ambientale e strutturale che individua le caratteristiche dell’ambiente competitivo in riferimento al modello delle 5 Forze di Porter;
• nel quarto ed ultimo paragrafo è stata svolta un’analisi più approfondita della concorrenza sulla base delle performance economico finanziare ottenute da alcune aziende italiane operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti e della depurazione delle acque .
Per la ricerca sono stati seguiti diversi metodi al fine di realizzare due dataset di aziende che mostrassero le caratteristiche tipiche delle attività produttive presenti in questo business:
• si è proceduto con una serie di colloqui telefonici con aziende italiane che si occupano della costruzione e realizzazione degli impianti di trattamento;
• sono state contattate alcune discariche toscane per colloqui informativi e visite agli impianti;
• è stata svolta una ricerca di aziende operanti nel settore della depurazione delle acque e dello smaltimento dei rifiuti tramite la Banca Dati AIDA;
• sono stati consultati i siti web delle aziende operanti lo smaltimento per reperire le Autorizzazioni Integrate Ambientali e, quando disponibili, informazioni relative alle tipologie e quantità di rifiuti trattati negli anni;
• sono stati estrapolati dalla Banca Dati AIDA i bilanci - contenenti le relazioni sulla gestione e le note integrative di G.I.D.A. S.p.a. e di tutte le altre aziende considerate nell’analisi per gli anni dal 2009 al 2013 - nonchè la descrizione degli assetti proprietari e alcuni grafici relativi all’andamento delle principali voci di bilancio e alle strutture dei conti economici delle imprese nel periodo considerato
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