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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09192011-115854


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BATTISTINI, CATERINA
URN
etd-09192011-115854
Titolo
La nautica da diporto in Provincia di La Spezia: valutazione del potenziale impatto economico.
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
PROGETTAZIONE E GESTIONE DEI SISTEMI TURISTICI MEDITERRANEI
Relatori
relatore Prof. Capocchi, Alessandro
Parole chiave
  • nautica
  • porti turistici
  • valutazione economica
Data inizio appello
04/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/10/2051
Riassunto
LA SPEZIA E IL SUO TERRITORIO

La città della Spezia: collocazione geografica

La Spezia, una delle quattro province della Regione Liguria, è situata all'estremità sudorientale della Riviera di Levante.
La città è posta sull'omonimo Golfo ed è delimitato da due promontori orientati da nord-ovest a sud-est; il golfo si insinua nel territorio per una profondità di 13,5 km e per una larghezza di circa 9km.
Nella parte più interna del Golfo, si estendono due aree pianeggianti di origine alluvionale, in quella occidentale si è sviluppata la città di La Spezia, in quella orientale l'abitato di Migliarina. Negli anni la linea di spiaggia si è notevolmente ridotta, alla fine dell'Ottocento la spiaggia era duecento metri più indietro rispetto all'attuale banchina, hanno contribuito al riempimento dell'area la terra di scavo proveniente dalla costruzione dei bacini di carenaggio dell'Arsenale Militare.
Tutta la provincia è caratterizzata da aspetti morfologici eterogenei, sia sotto il profilo morfologico del territorio sia per la varietà delle forme antropiche che lo caratterizzano. Si passa dalla realtà marinara del Golfo e della Riviera dove l'accesso al mare è tipicamente caratterizzato delle costiere rocciose, a picco sul mare, alle colline lunensi della bassa Val di Magra che si inerpicano lentamente verso le Alpi Apuane , ai monti dell'entroterra, solcati dalla Val di Vara, dalle vallate trasversali che formano una sorta di "spina dorsale" del territorio provinciale.
Come tutte le province liguri la superficie territoriale è caratterizzata dalla presenza di montagne e colline, le pianure hanno una estensione limitata tanto da essere statisticamente irrilevanti. I dati ISTAT ripartiscono gli 881,82 km² del territorio spezzino in montagna interna per 346,61 km² , si tratta dell'Alta Val di Vara (comuni di Varese Ligure, Maissana, Carro, Carrodano, Sesta Godano, Rocchetta Vara, Zignago); per 221,33 km² si tratta di collina interna e il rimanente come collina litoranea.
La provincia confina con tre province e due regioni per un totale di 126Km di confine terrestre, (Provincia di Parma Km24, Provincia di Genova Km30, Provincia di Massa Carrara km 72).
Le montagne e le colline del territorio sia per la disposizione, sia per l'accentuata pendenza dei versanti, sia per l'angustia delle valli che lo attraversano,sia per le rocce franose, hanno da sempre creato problemi di comunicazione che sono stati risolti solo in tempi relativamente recenti.
Il territorio della Provincia della Spezia non costituisce una regione uniforme; in base all'ambiente fisico-climatico, alll'insediamento ed all'attività dell'uomo che si imprimono nel paesaggio, si possono distinguere cinque subaree:

L'area del Golfo, comprendente i Comuni della Spezia, Lerici, Portovenere e in parte Ameglia (Località di Montemarcello)
la zona della Riviera con i comuni di Bonassola, Deiva Marina, Framura, Levanto Monterosso al Mare, Riomaggiore e Vernazza
l'Alta Val di Vara, comprendente i comuni di Varese Ligure, Maissana, Carro Carrodano,Sesta Godano, Rocchetta Vara, Zignago
La Medio e Bassa Val di Vara:Comuni di Brugnato, Borghetto Vara, Beverino, Riccò del Golfo, Pignone, Calice al Cornoviglio, Follo, Bolano.
La Val di Magra: Comuni di Sarzana, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Ameglia, Arcola, Santo Stefano Magra,Vezzano Ligure.

La Spezia provincia di confine

Il territorio spezzino costituisce una sorta di propaggine dell'Alta Toscana in terra ligure ed è in posizione strategica rispetto alla Padania a cui si accede superando la regione lunigianese. Questa posizione di confine tra due regioni e la vicinanza alla Lombardia rende la provincia spezzina, cosi come lo è la Liguria, il naturale sbocco al mare delle regioni di Nord-Est, con un importante flusso di turisti provenienti da quelle aree.

Genova,Massa-Carrara e Parma

Il caso spezzino, come è stato detto, rappresenta una situazione particolare, è infatti un territorio che coincide solo parzialmente con i confini amministrativi della provincia.
La città è posta in una posizione altamente strategica, La Spezia si trova infatti lungo una importante arteria nazionale quale l'Aurelia, alla confluenza di alcune direttrici economiche interregionali rappresentate dalle vallate del Magra e del Vara, al limite della pianura di Massa-Carrara, zona altamente industrializzata e in un punto ad elevatissimo interesse turistico e all'interno di uno dei porti naturali più sicuri di tutta Italia. Proprio questa particolare posizione determina attorno alla città la gravitazione di carattere sociale ed economico di un territorio assai vasto. I legami della città con la regione Liguria sono molto ridotti, si limitano ad una analoga organizzazione economica e amministrativa e agli allacciamenti autostradali e ferroviari ma la zona d'influenza economica della Provincia è spostata verso est e verso la toscana, è chiara l'importanza dei rapporti con la vicina provincia di Massa-Carrara e con la zona extra-lunigianese rappresentata dalle province emiliane, lombarde e venete che costituiscono le basi territoriali naturali delle linee di penetrazione extra-aregionali. Attraverso la Lunigiana, si arriva fino alla valle del Po, al termine del Brennero, sino a spingersi nel cuore stesso dell'Europa1.
Parma, Massa-Carrara e La Spezia sono tre province appartenenti a tre regioni diverse eppure negli anni hanno sviluppato un rapporto sempre più stretto, complice i numerosi rapporti economici , la costruzione di viee di comunicazione (Pontremolese e Ti-Bre) , la posizione marginale delle tre province rispetto alle aree forti delle loro rispettive regioni e la storia e la cultura di questo territorio, in particolare la Lunigiana, che contribuisce a creare un forte legame tra queste tre zone.

La vocazione turistica
Fin dalla prima metà dell'Ottocento il Golfo della Spezia si stava avviando ad un turismo estivo straniero, soprattutto inglese, d'élite che sembrava poter apportare nuove risorse, in un panorama economico contrassegnato dalla presenza di poche fabbriche di pasta e qualche cantiere navale artigianale, soltanto l'agricoltura, in particolare la viticoltura era abbastanza fiorente. La bellezza del Golfo è stata celebrata da illustri poeti e artisti, quali Percy Bysshe Shelley2 e Gerorge Byron3 frequentatori della costa già dal 1820, che hanno lasciato testimonianza del fascino che questo territorio gli ha ispirato. È dopo questi importanti soggiorni che è nata la definizione di “Golfo dei Poeti”, uno dei cliché più fortunati e duraturi.4
La Spezia consisteva in un borgo fortificato con un impianto caratteristico degli insediamenti liguri costieri: vie strette,carruggi, case torri accorpate per necessità difensive ed aveva la sua spiaggia non lontana dalla cinta muraria. E solo dopo la costruzione del primo albergo di lusso, il Croce di Malta, nato nel 1845 per volontà del marchese da Passano, la spiaggia iniziò ad essere valorizzata con costruzioni che man mano sorgevano numerose.
Nel 1853 La Spezia venne scelto quale luogo per le “bagnature” estive della famiglia del re Vittorio Emanuele II, che fece accrescere la notorietà della Spezia come luogo climatico e di villeggiatura e consentì la costruzione di nuove strutture alberghiere in città che avviarono una tradizione di ricettività e di ospitalità che sembrava indirizzare la città alla promozione e alla espansione edilizia legata al turismo d'élite. Il governo piemontese decise però di imboccare la strada della militarizzazione del territorio spezzino5 ; infatti nel 1857 Camillo Benso Conte di Cavour ottenne il trasferimento della Marina Militare da Genova alla Spezia e il finanziamento per la costruzione di un Arsenale Militare6 che inciderà su tutto lo sviluppo della città e di cui torneremo a parlare in seguito.
Negli ultimi anni l'economia spezzina ha riconsiderato l'importanza del settore turistico nell'ambito del suo modello di sviluppo, consapevole che questo non rappresenta un'attività residuale, integrativa nel sistema imprenditoriale locale ma al contrario costituisce un importante volano di sviluppo ed un settore fondamentale nel sistema economico locale.
A La Spezia il comparto più attivo, per numero di imprese, è proprio il settore Commercio e Turismo che rappresenta più del 40% del totale delle imprese (vedi tabella).




Nel 2009 sul territorio spezzino risultavano impiegate in attività turistiche 6.299 unità lavorative, ben 1300 unità in più rispetto alla rilevazione del 20057 , la dinamica imprenditoriale delle imprese turistiche dimostra di essere sempre molto vivace ed in crescita; anche nell'ultimo biennio registrato (2008-2009) il turismo ha registrato un tasso di crescita imprenditoriale del 2%.
E' in questo quadro di segnali fortemente positivi che lo sviluppo turistico della Provincia deve indirizzarsi, diventa fondamentale aumentare la sua capacità di attrazione con una politica di qualità dell'offerta, intesa come l'insieme delle condizioni che rendono competitivo ed appetibile un prodotto turistico e puntare su una strategia di differenziazione dei prodotti, intesa ad un chiaro posizionamento rispetto ai nuovi prodotti turistici ed alla crescente competizione con altre mete turistiche.
Si tratta quindi di puntare sui diversi “turismi”, sulle diverse fruizioni del territorio, e non solo sul turismo balneare ma congressuale, culturale, naturalistico e ad altre fruizioni legate al mare come l'offerta nautica e crocieristica.
Cercherò ora di indicare in breve le aree di maggior interesse turistico della zona, descrivendone le principali risorse turistiche, le potenzialità ed infrastrutture.

La Lunigiana

La Lunigiana è quell'area di confine, racchiusa dall'Appennino, le Alpi Apuane e il Mar Ligure. Il suo nome viene dall'antica colonia romana di Luni. I confini storici della Lunigiana sono infatti molto più ampi, corrispondenti alla giurisdizione dell'antica diocesi di Luni. In epoca medioevale la Lunigiana abbracciava tutta la val di Magra, la val di Vara, il golfo della Spezia, le Cinque Terre e la riviera Apuana. Oggi invece i confini della Lunigiana sono molto più modesti e incerti, in Toscana sono ben definiti, comprendendo i quattordici comuni della media e alta val di Magra, mentre in Liguria sono piuttosto vaghi includendo Sarzana, Luni e i tre comuni alla sinistra del fiume Magra. La Lunigiana è attraversata per la maggior parte dal fiume Magra e dai suoi affluenti ed è stata per secoli punto d'incontro e di scontro di varie etnie, in particolare da etruschi e liguri, i primi giunti dall'Asia minore ed insediatesi tra l'Arno e il Tevere, popolo colto ed amante della vita; gli altri essenzialmente pastori ed agricoltori, sospinti verso sud dalle invasioni celtiche. Un incontro che condizionerà gli usi e i costumi dei due popoli e le cui testimonianze sono rimaste numerose nel territorio, dalle misteriose statue stele della Lunigiana, alle numerose necropoli, all'anfiteatro di Luni, ai numerosi castelli presenti su tutta la zona (La Valle dei cento castelli).
Le testimonianze, di grande interesse , sono capaci di dare in epoche diverse, una idea complessiva della situazione, e riescono a invogliare numerosi turisti, in particolare stranieri, a trascorrere parte delle loro vacanze in queste zone.
Gli incerti confini della Lunigiana e la unitarietà territoriale che ha caratterizzato la storia di questo territorio in passato, hanno di recente sviluppato in ambito culturale e politico, una discussione sulla eventuale proposta di creare una nuova regione, denominata Lunezia, che dovrebbe ricomprendere al suo interno l'attuale provincia di Massa-Carrara, la provincia della Spezia, la gran parte o, secondo alcuni, tutta la provincia di Lucca, parte del parmense e di altre province emiliane. Tale proposta sarebbe quindi volta a distogliere il territorio lunigianese dalla sua attuale appartenenza politica alla Liguria e alla Toscana, creando una sorta di corridoio geografico unitario fra il Nord-Italia e il Mar Ligure, incentrato sull'asse viario costituito dall'autostrada della Cisa.
In quest'ottica il Golfo di La Spezia si presenta come l'emporio marittimo della Lunigiana, dove è inconfutabile l'importanza economica che riveste per questi territori l'accesso al mare, il Golfo rappresenta il “bacino economico” inteso come sistema di potenzialità e vocazioni, capace di innescare un forte processo di integrazione e di importanti complementarietà.
Un processo, più spontaneo che consapevole, ha portato nel tempo alla formazione di un'area metropolitana che salda, in un continuo insediativo urbano, il Golfo della Spezia al litorale apuano, le opportunità di sviluppo economico potrebbero essere molto elevate.
La principale chiave dello sviluppo è rappresentata proprio dalla capacità del comprensorio di agganciarsi alla regione economica basso-padana attraverso la serratura di Parma, sfruttando le potenzialità di regionalizzazione della metropoli apuo-spezzina offerte dal sistema portuale e dei trasporti.
Tuttavia tali possibili risvolti positivi, attualmente rimangono inattivi, come congelati, a eccezione del settore turistico che vede ogni anno un grande flusso di turisti provenienti dall'Emilia che trascorrono le loro vacanze nel territorio spezzino.
Dai dati provenienti dagli studi della Camera di Commercio di La Spezia, i turisti provenienti dall'Emilia sono il 11% del totale e quelli provenienti dalla regioni del nord-est rappresentano il 20%, sono quindi una componente importante, insieme agli arrivi provenienti dal Piemonte (12%) e dalla Lombardia che da sola arriva al 30% degli arrivi nazionali. La Liguria rappresenta per Lombardia, Piemonte ed Emilia uno dei più vicini accessi al mare, per questo nei dati del 2009, le tre regioni hanno rappresentato oltre la metà del turismo di provenienza nazionale8 che decide di visitare la Provincia di La Spezia.
Fonte:Elaboraz. Uff. statistica CCIAA su dati Ammi. Prov.

La Val di Magra

La Val di Magra è uno degli ambiti geografici in cui è suddivisa la Provincia di La Spezia; è una valle che si estende per 126,7km²,è circoscritta a ponente dal promontorio di Montemarcello a levante dalle Alpi Apuane e a nord all'imbocco della Val di Vara, mentre a sud non ha un netto confine geografico e confluisce nella piana della Versilia9. La Valle è composta da sette comuni, il fiume Magra rappresenta l'elemento comune della grande varietà di paesaggi che caratterizzano la zona: risalendo il corso del fiume da Ameglia,antico borgo medievale arroccato su un colle alla foce del fiume, a Pontremoli, elegante cittadina nell'Alta Lunigiana, si passa dal mare alla montagna.
Nella pianura del Magra importante nodo di comunicazione è la cittadina di Sarzana, ancora cinta dalle antiche mura con torrioni , è un notevole centro agricolo, commerciale ,artigianale e culturale e è ad oggi il secondo centro della Provincia. L'area della Val di Magra è inclusa nell'area protetta dell'Ente Parco Naturale di Montemarcello Magra, nato nel 1995 come Ente unico attraverso la Legge Regionale n.12 (Riordino delle Aree Protette) dall'unione del Parco Fluviale della Magra,istituito con la legge regionale n.43 del 19/11/1982, con l'Area Protetta di Montemarcello, istituita con legge regionale n.12 del 18/3/198510.
Il Parco si estende per circa 4321 ettari, distribuiti nei territori amministrativi di 21 comuni. L'Ente fin dalla sua nascita ha sviluppato vari progetti in diversi ambiti tesi all'educazione ambientale e al ripristino manutenzione e pulizia dei sentieri, delle aree di sosta attrezzate, delle piste ciclabili e dei percorsi nel territorio del parco ; monitoraggio, censimento e tutela della fauna;interventi di recupero ambientale e soprattutto negli anni ha proposto molte attività per la promozione turistica del territorio attraverso l'organizzazione di escursioni, manifestazioni culturali, ricreative e sportive.
Il Parco ha ottenuto anche la certificazione ISO 14001 che certifica un sistema di gestione ambientale adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività e dimostra un impegno nello sviluppo sostenibile del territorio del Parco.

Per quanto riguarda la vocazione turistica del territorio Val di Magra, negli ultimi anni è molto aumentata e rappresenta un'opportunità di sviluppo dell'intero comparto economico.
Osservando i dati dell'Amministrazione provinciale, si nota che il movimento turistico in tutta la provincia di La Spezia ha segnato ogni anno una variazione di segno positivo, con un aumento medio del 2,5% negli arrivi e di un 5,5% nelle presenze.
In particolare l'anno 2009 ha presentato una maggiore crescita delle presenze rispetto agli arrivi che ha determinato per il terzo anno consecutivo, un lieve allungamento della permanenza media che passa a 3,2 giornate/persone.

Fonte:Elaboraz. Uff. statistica CCIAA su dati Ammi. Prov.

La positività dell'anno 2009 è ascrivibile completamente all'andamento negli esercizi complementari, che hanno visto un anno decisamente positivo sotto tutti gli aspetti (+12,3% negli arrivi e +14,6% nelle presenze, quasi centomila presenze in più rispetto al 2008).

Fonte:Elaboraz. Uff. statistica CCIAA su dati Ammi. Prov.





Nell'Area Val di Magra, in particolare si è avuto un lieve calo negli arrivi compensato però da un elevato aumento delle presenze,(+19.686) testimonianza della maggiore permanenza dei turisti sul territorio, infatti se si osservano nel dettaglio i dati dei rapporti della camera di Commercio di La Spezia sull'area della Val di Magra, dal 2008 al 2009 si è avuto un incremento della permanenza media dei turisti italiani passata da un 3,8 a un 5,2 giorni di media; mentre la permanenza dei turisti stranieri è rimasta pressoché invariata (5,2). Il valore della permanenza media esprime il numero medio di notti trascorse in una certa area ed è dato dal rapporto tra le presenze e gli arrivi.

La Val di Magra oltre al turismo culturale, che si concentra in particolar modo nella cittadina di Sarzana, ancora cinta dalle antiche mura e che è tappa della Via Francigena -percorso che unisce Roma all'Europa centro-occidentale e che ha visto nascere ed esaudirsi, dopo parecchi secoli, quello che , raffrontato ad oggi potrebbe essere definito il primo turismo di massa11 - offre ance la possibilità di godere del mar Ligure lungo le coste di Marinella e di Bocca di Magra. Uno dei punti di maggiore interesse si trova nei dintorni dell'abitato di Ameglia, l'Antica città di Luni, resti archeologici di una antica città romana risalente al 177 a.c. ed è il maggior centro archeologico della Liguria.
È importante soffermarsi sull'area costiera della piana del Magra,in particolare l'area di Marinella (il borgo, la tenuta e la costa) che è oggetto di un interessante progetto che da molti anni viene discusso e che concerne le aree della tenuta di Marinella, il litorale di Marinella e di Fiumaretta e una parte del tratto finale del Magra. Il progetto ha come fine di proporre un modello di fruizione turistica ampiamente diversificato, le componenti caratterizzate dall'offerta sono: il rurale, il balneare ,la nautica da diporto, la fruizione naturalistica/sportiva, la qualificazione e il potenziamento delle strutture ricettive e delle infrastrutture per la mobilità turistica, il progetto è stato accompagnato fin dal suo albore da numerose discussioni che sembrano non terminare e che ritardano sempre più l'inizio dei lavori e che portano ad essere scettici sulla concreta realizzazione del progetto.

Dai dati osservati, la Val di Magra risulta essere un'area che negli anni si è accorta delle sue importanti risorse naturali e culturali, e sta facendo di turismo e cultura i suoi punti di forza per lo sviluppo della Valle e priorità delle amministrazioni.


Le 5 Terre

Le 5 terre sono una zona importantissima per l'economia provinciale, questo tratto di costa, famoso in tutto il mondo, è capace di attirare ogni anno 230.562 turisti, ovvero quasi il 50% del totale del flusso turistico presente in Provincia di La Spezia.
Le cinque terre sono infatti il nome simbolo del turismo in Liguria, i cinque borghi marinari (da levante a ponente: Riomaggiore, Manarola, Vernazza, Corniglia, Monterosso) sono tutti collegati dalla ferrovia, che in gran parte scorre in galleria e per la quale ci sono progetti di ulteriore eco-compatibilizzazione, inoltre il “Sentiero Azzurro” attraversa le colline e congiunge i borghi in un itinerario lungo 12 chilometri e utilizzato dall'alba dei tempi.
Il 12 Dicembre 1997 con Decreto del Ministero dell'Ambiente è stato istituita l'area Marina Protetta delle Cinque Terre e comprende i Comuni di Riomaggiore, Vernazza, Monterosso e per una piccola porzione Levanto.
L'istituzione delle Aree Marine Protette è prevista da due leggi nazionali: Disposizioni per la difesa del mare (n. 979 del 31 dicembre 1982) e Legge Quadro sulle Aree Protette (n.394 del 6 Dicembre 1991).
Il principale scopo della costituzione dell'Area Marina Protetta Cinque Terre è quello di tutelare e valorizzare le caratteristiche naturali , chimiche, fisiche e della biodiversità marina e costiera attraverso interventi di recupero ambientale, avvalendosi anche della collaborazione del mondo accademico e scientifico. Sono infatti numerosi i progetti di studio e di monitoraggio realizzati, in particolare nei settori delle scienze naturali e della tutela ambientale, con l'obiettivo di assicurare una conoscenza sistematica dell'area ma sono stati realizzati anche progetti per la promozione di uno sviluppo sostenibile dell'ambiente, con particolare riguardo alla valorizzazione delle attività tradizionali, delle culture locali, del turismo ecocompatibile e alla fruizione delle categorie socialmente sensibili.
Oltre all'Area Marina Protetta, l'area delle Cinque Terre è stata resa Parco Nazionale nel 1999 con Decreto del Presidente della Repubblica, con i suoi 4.300 ettari è il Parco Nazionale più piccolo d’Italia e allo stesso tempo il più densamente popolato, con 5.000 abitanti suddivisi in cinque borghi: Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al Mare.
L'Ente Parco tutela un'area che negli anni è stata fortemente modificata dall'uomo, il quale ha sezionato gli scoscesi pendii delle colline per ricavarne strisce di terra coltivabili, sorretti da circa settemila chilometri di muretti a secco, creando una vita stabile di reciproca convivenza tra sé e la natura questo è il vero tratto identitario delle Cinque Terre, con un paesaggio atipico e fortemente antropizzato, ecco perché il Parco è anche detto Parco dell'Uomo, un territorio diventato Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
In questi anni il Parco Nazionale e l'Area Marina Protetta delle Cinque Terre, che dal 1999 sono entrati a far parte del Santuario dei Cetacei, hanno attivato una serie di progetti con numerose aree protette italiane ed europee.
Le Cinque terre basano la loro economia sul turismo, si tratta di forme di turismo molto varie e particolari, che vanno dal classico turismo balneare soprattutto nelle località di Monterosso, Manarola, Vernazza e Riomaggiore, in cui l'accesso al mare è più facile e comodo, a forme di turismo sempre più legate alla cultura e alla gastronomia locale, inoltre esiste anche la possibilità di praticare sport in un territorio abbondante di ricchezze naturali.
Negli anni con il crescere dei turisti anche le strutture turistiche si sono ampliate e migliorate; sempre facendo riferimento ai dati della Camera di Commercio di La Spezia , la zona delle Cinque terre ha un numero molto elevato di strutture ricettive, quasi la metà delle strutture (48,8%) presenti su tutto il territorio provinciale è ubicato nei comuni delle Cinque terre, se si focalizza l'attenzione sulle sole strutture alberghiere , il peso percentuale dell'area della Riviera scende però al 37,9%, è infatti elevato il numero di strutture extralberghiere che dispongono però di pochi posti letto mentre sono pochi gli alberghi di grandi dimensioni,questo probabilmente è dovuto anche alla morfologia del territorio.

Fonte:Elaboraz. Uff. statistica CCIAA su dati Ammi. Prov.





Nel borgo di Monterosso, il più esteso dell'area sono presenti numerosi alberghi e strutture ricettive ben attrezzate per l'accoglienza balneare, negli altri borghi, ad esempio Vernazza, di più piccole dimensioni, gli alberghi sono solamente cinque mentre sono ben 133 le strutture extralberghiere.
Oltre al turismo balneare, è molto sviluppato anche il turismo enogastronomico, in virtù delle produzioni tipiche del territorio e del mare, ma recentemente si sono sviluppate possibilità turistiche legate alle attività sportive come la pesca subacquea, il trekking e le escursioni in mountain bike, inoltre è stato incrementato anche il turismo di natura culturale grazie a molteplici iniziative attuate nelle singole località, come l'organizzazione dell'Aria Festival, una rassegna internazionale di artisti di strada, svoltasi anche nelle vicine località di Porto Venere e sull'isola Palmaria, che richiama residenti e turisti.

Un problema che affligge la zona della riviera è la sostenibilità ambientale che rappresenta un limite rispetto allo sviluppo di qualsiasi attività economica quindi anche per quanto riguarda il turismo; infatti, il tasso di sviluppo potenziale del mercato turistico interno dipende sia dal grado di sfruttamento della capacità produttiva, sia, appunto, dalla sostenibilità ambientale. Per valutare l’impatto sull’ambiente generato dal turismo, è frequente l’utilizzo dell’indice di intensità turistica, basato sul rapporto tra presenze e residenti in un dato periodo di riferimento.
Per ogni ripartizione geografica è stato calcolato l’indice di impatto, dato dalla formula: (Presenze)/(G*Residenti)*1000, dove G è il numero di giorni del periodo (mese o anno). Questo indice misura la saturazione interna relativa; la relatività della saturazione deriva dall’ipotesi che la soglia massima di sviluppo dipende dalle possibilità di rinnovare e ristrutturare il tipo di offerta (riorientando il richiamo turistico verso nuovi segmenti di mercato).
(TABELLA INDICE DI IMPATTO)
Nel 1999 in Italia si sono registrate 14,7 presenze turistiche per ogni milleresidenti-giorno, con oscillazioni che vanno da 32,2 nel Nord-Est a 8,1 nel Mezzogiorno.
La Provincia di La spezia ha un indice di saturazione maggiore di quello nazionale, la Val di Vara rappresenta un indice molto basso; del Golfo e la Val di Magra hanno avuto un indice minore della media ligure mentre la Riviera presenza un livello molto alto.
TABELLA INDICE DI SATURAZIONE
Infatti per via dell'afflusso turistico, particolarmente forte nel periodo estivo, il numero degli abitanti delle Cinque Terre moltiplica anche di 10 volte, creando problemi di carrying-capcity che ha creato non pochi dibattiti.
Il carrying capacity legato al turismo o capacità di carico di una località turistica, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (WTO) è costituita dal numero massimo di persone che visita, nello stesso periodo, una determinata località senza compromettere le sue caratteristiche ambientali, fisiche, economiche e socioculturali e senza ridurre la soddisfazione dei turisti. Il rispetto della capacità di carico è quindi un principio fondamentale per garantire la sostenibilità di una destinazione, quando le risorse limitate sono sotto pressione, il problema diventa ancora più complicato se la località turistica fa parte di un'area marina protetta, quindi con caratteristiche naturali uniche che devono essere rispettate e mantenute nel tempo perché fanno parte di un patrimonio mondiale.
L'area del Golfo
l'area del Golfo comprende i soli comuni di La Spezia, Lerici ,Portovenere ma ha una offerta ricettiva molto ampia, il 20,5% delle strutture dell'intera Provincia è infatti ubicata in questa zona, nel grafico seguente si può notare come l'offerta nell'area della Val di Magra e nei comuni del Golfo sia meglio strutturata, con esercizi mediamente più grandi, infatti entrambe le aree incidono sul totale dei posti letto più che sul numero di esercizi; l'opposto accade non solo nelle due area della Val di Vara ma anche nella Riviera, che dispone ,come si è detto, del 48,8% elle strutture ma solo del 44,4% dei posti letto.





Inoltre il 50% degli alberghi di più alta qualità (4-5 stelle) sono situati nel Golfo, il turismo in questa area è infatti un turismo più di lusso legato soprattutto alla fruizione balneare e alla nautica da diporto.
Di origine antichissima, Lerici ha sempre rappresentato un porto strategico commerciale in ogni epoca, oggi le coste del comune offrono fino a 1.700 posti barca.
Lerici è situato sulla sponda orientale del Golfo di La Spezia, sorge al centro di una piccola insenatura naturale,dominata da un promontorio su cui spicca l'imponente castello, oggi sede del museo geopaleontologico. Quasi di fronte al borgo capoluogo, oltre alla ocalità della Venere Azzurra, si trova il piccolo borgo marinaro di San Terenzo e a pochi minuti da Lerici si trova l'altro borgo caratteristico, Tellaro che è stato recensito come uno dei Borghi più belli d'Italia.
Il comune di Lerici fa parte del Parco naturale regionale di Montemarcello - Magra.
Quest'anno alla città è stata anche conferita l'undicesima Bandiera Blu per la qualità delle spiagge e sempre nell'ambito dello stesso riconoscimento è stata inserita nella lista delle 15 località di eccellenza su un totale di 115 località a cui è stata assegnata la Bandiera Blu.
Altro centro importante del Golfo dei Poeti è Portovenere, dal 1997 insieme alle antistanti isole della Palmaria e del Tino e Tinetto è stato inserito tra i patrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO. Portovenere è un paese essenzialmente turistico che vive di commercio, ristorazione ed attività legate alla ricettività turistica, in particolare le strutture extralberghiere.


Accenni alla sviluppo economico de La Spezia

La Spezia e l'Arsenale
La Spezia aveva le caratteristiche geografiche adatte per farne un luogo estremamente sicuro dal punto di vista militare: sorgeva riparata all'interno di un golfo naturale stretto e profondo, coperto alle spalli da colline, che se disseminate di forti e batterie, avrebbe potuto rendere la zona praticamente inespugnabile.
Già Napoleone ne aveva individuato l'alto potenziale strategico, dando inizio alla costruzione di una serie di fortificazioni militari, progettanod di rendere il golfo una delle più importanti basi mliitari del regno. Il progetto napoleonico non andò a buon fine, La Spezia fu infatti annessa al Regno di Sardegna, Genova divenne sede della flotta piemontese e alla Spezia fu costruito l'Arsenale marittimo.
I lavori per l'Arsenale, come anticipato, sono iniziati intorno al 1857 con il trasferimento della Marina Militare da Genova a La Spezia.
Il grande Arsenale Marittimo modificò perennemente il volto della città e il suo destino, il mutamento è forte ed è impresso attraverso tre piani urbanistici (1865,1871 e 1884) e sostenuto da un forte intervento pubblico nel settore della difesa e della residenza operaia. Nasce una nuova immagine della città concepita in piena unità formale e funzionale tra la nuova città e l'arsenale, il quale viene a sostituirsi per impianto ed estensione a quella resistita per sue secoli.
Con la costruzione dell'arsenale lo sviluppo economico della città è stato molto rapido e ha proceduto con un ritmo che ha riscontro solo nelle città nel Nuovo Mondo.
La disponibilità di nuovi posti di lavoro fa accrescere notevolmente il tasso demografico , gli abitanti nel giro di un decennio raddoppiarono, e passarono dagli 11.556 del 1861 ai 31.565 del 1881.
Sotto il forte impulso demografico derivante dalla presenza dei cantieri marittimi, la città viene indirizzata da una parte verso l'entroterra e dall'altra verso il mare. La zona operaia e popolare si addensò negli isolati centrali, nelle strette vie longitudinali e nei “casamenti” compresi tra la piazza del mercato e piazza Brin mentre la zona mare fu destinata all'insediamento dei ceti borghesi e si caratterizzerò con edifici monumentali e tipicamente piemontesi, con lunghi viali alberati delimitati da palazzi porticati.
Nel ventennio di fine Ottocento la polarizzazione della città capoluogo all'interno ella Provincia è già molto forte e di notevole portata e il nuovo sistema territoriale si consolida e si diversifica con la comparsa di un vero e proprio tessuto industriale e con il rafforzamento delle infrastrutture dei trasporti e dei servizi con le infrastrutture dei trasporti e dei servizi e con la costruzione del porto mercantile.
La prova più chiara della rivoluzione ormai avvenuta non solo a livello della città ma anche della nuova costruzione territoriale di portata più vasta è testimoniato dal censimento del 1901 quando la popolazione del Comune capoluogo rappresenta oltre il 40% dell'intera futura Provincia12. All'accelerazione della crescita dell'economia spezzina corrisponde un analogo incremento di Arcola, Portovenere, Lerici, Vezzano Ligure, Ameglia, Follo, Santo Stefano Magra e Sarzana , prova concreta della nascita di una sorta di “cintura” legata alla città.
È interessante notare come, fra il 1871 e il 1881, in molti Comuni, della costa, della Val di Vara e della medio-alta Val di Magra la crescita demografica si arresti bruscamente e si inverta in un calo o in una stasi, a conferma dell'esplosione urbana spezzina, che oltre a raccogliere immigrati da tutta Italia, drena i Comuni non immediatamente vicini: quest'ultimo segna anche, per molti, l'avvio di un declino fortissimo che dura ancora oggi.
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La Spezia post arsenale

La crescita demografica post- costruzione dell'arsenale è dovuto a una alto tasso di immigrati da tutta Italia e in particolare dalle località e Regioni vicine, molti contadini erano attratti dalle possibiltà occupazionali forniti dall'Arsenale.
Caratteristica divenne la figura dell'operaio-contadino un tipo particolare di lavoratore che, residente nelle zone collinari più vicine e più povere, integrava il magro bilancio familiare derivato dal lavoro agricolo con il reddito guadagnato nei lavori di costruzione dello stabilimento militare. In particolare, gli operai contadini provenivano dalle zone della Val di Vara e delle Cinque Terre, dove, come abbiamo già visto, l'agricoltura era essenzialmente povera. Diversa era invece la condizione della Val di Magra: la maggior prosperità rendeva meno impellente la necessità di affiancare altre forme di reddito a quanto guadagnato con il lavoro agricolo. Per chi abitava nelle zone della Val di Vara più impervie e lontane - e carenti di vie di comunicazione – si trattava, invece, di scegliere necessariamente tra il lavoro in città o continuare la vita nei campi; ciò significò l'inizio dell'abbandono dell'attività agricola e al conseguente spopolamento di quelle zone. Un aumento demografico così pesante poneva dei grossi problemi di sovraffollamento della città, che in solo quarant'anni quintuplicò la densità della propria popolazione13; ciò rendeva ancora più problematiche le condizioni igienico-sanitarie, le quali erano inadeguate e mal funzionanti che nel 1884 portò al manifestarsi di una violenta epidemia di colera in città14.
Oltre ai problemi igienico-sanitari, che in questo momento sono all'ordine del giorno per molte città europee che stanno conoscendo uno sviluppo economico, la crescita del sistema sembra inarrestabile: l'industrializzazione, in particolare quella legata al settore militare e cantieristico prosegue intensa con alta qualità tecnologica e si riversa anche nella vicina Val di Magra e nel 1921 La Spezia è uno dei pochi comuni italiani che superano i 100.000 abitanti. Due anni più tardi nasce la Provincia che rappresenta il riconoscimento naturale ed oggettivo di questa crescita.
La forza del sistema è data non solo dalla sostituzione di attività primarie con quelle militari, industriali e commerciali, ma anche dal fatto che molte di esse erano sono per l'epoca tecnologicamente avanzate.
Dopo la seconda guerra mondiale, nonostante le enormi perdite e distruzioni, il tessuto economico spezzino sembra trovare nella ricostruzione nuovo impulso per un'ulteriore spinta verso l'industrializzazione e la concentrazione nelle aree urbane.
La ripresa dell'economia mostra però alcune novità, la funzione militare spezzina vede ridotta la sua importanza a livello nazionale ed internazionale. Tuttavia, si può comunque parlare di “boom economico” per la città grazie alla crescita di altri settori, dall'edilizia alla cantieristica, dal porto all'industria in generale e al turismo, dai dati del Censimento del 1961 l'indice di addetti all'industria è il più alto di tutta la Liguria. Il nuovo motore di crescita è il porto mercantile.
Lo sviluppo economico e sociale delle città ha consentito che alla crescita edilizia della città si accompagnasse anche una parallela crescita di mobilità della popolazione non residente nelle città in base alle attività urbane, sia come luoghi di produzione sia come luoghi di fruizione di beni e servizi. La popolazione si estende quindi verso la Val di Magra che dispone di aree appetibili e libere che rendono possibile la rilocalizzazione delle imprese e della popolazione. Il fenomeno si accentua in particolare nella Piana di Sarzana che diventa nuovo polo di sviluppo, l'asse Golfo- Sarzana cattura nel 1991 l'86% delle imprese presenti in Provincia, confermando la marginalizzazione del resto della Provincia.
L'espansione avvenne lungo queste zone per vari motivi, non solo fattori fisici e morfologici ma anche le esigenze portuali di collegamento delle infrastrutture di scambio, che trovavano proprio nella Piana di Sarzana l'area di massima nodalità15.
Il nuovo modello di sviluppo incentrato sul sistema portuale spezzino e connesso al sistema Val di Magra rappresenterà la cerniera dei traffici tra il Mediterraneo, il sistema padano e la regione centro europea.
Questo assetto territoriale basato su un disegno di riordino e rafforzamento strutturale realizzato in misura ridotta e frammentaria determinerà lo scollamento nello sviluppo delle singole parti costitutive: quello diffuso della Val di Magra che sottrarrà gradualmente risorse e capacità di attrazione al capoluogo senza caratterizzarsi per attività port-oriented e quello del porto, che crescerà con logiche proprie, in una condizione di totale estraniamento dalla città e dal territorio spezzino.16
Gli anni '80-'90 sono gli anni della crisi delle industrie di Stato e del parastato, tradizionali e secolari pilastri dell'economia industriale e della nascita di nuove attività; la crisi colpisce anche il Sistema spezzino, è una crisi profonda che include diversi settori (petrolchimico, navale, siderurgico,edile) e che ha comportato il ridimensionamento del ruolo della grande impresa manifatturiera.
Nei primi anni '80 la chiusura della raffineria I.P., che aveva a La Spezia uno scalo per petroliere comportò una grande perdita per l'economia spezzina,sia in termini di prestigio, sia in termini di occupazione.
I vari comparti dell'economia spezzina seguivano trend diversi: nello stesso periodo in cui l'industria petrolifera attraversava uno stato di crisi, per la cantieristica navale stava iniziando una lenta crescita grazie al Centro per la Navalmeccanica caratterizzato da buona dotazione infrastrutturale, alta qualificazione e manodopera professionale.
La crisi delle partecipazioni statali è stata profonda ed irreversibile; in particolare per quanto riguarda la produzione militare ci si è trovati davanti ad una svolta epocale, il settore degli armamenti è entrato in crisi in quanto, ormai, la coscienza collettiva rifiuta tale mercato e ci si è trovati ridotti alla gestione dell'ordinario, senza alcuna prospettiva di sviluppo strategico e la stessa situazione si è registrata per gli stabilimenti della Marina, i cui programmi sono sempre più ridotti,così come gli organici.
In questo periodo si sviluppa la necessità di trasformazione che porterà l'industria spezzina a cambiare non solo l'assetto produttivo ma anche il modo di porsi nei settori di riferimento; il risanamento industriale ha cercato quindi di puntare sui settori tradizionali dell'economia spezzina indirizzando le risorse e la competenza delle città per poter cogliere appieno la ripresa manifestatesi su numerosi settori: quello dell'industria, della tecnologia, e della piccola e media impresa, quello del Porto e della logistica, dei servizi avanzati, del turismo e della cultura.
Il faticoso processo di ristrutturazione che ha coinvolto l’economia spezzina dalla metà degli anni novanta ha ridefinito in modo significativo la morfologia del mercato del lavoro locale, che forse proprio per questo si presenta oggi così denso di contraddizioni e di ambiguità. La Spezia è l’ottava provincia italiana per incidenza di lavoro parasubordinato, ma allo stesso tempo, una provincia a forte
connotazione di lavoro standard, dove la quota di occupati alle dipendenze sul totale dei lavoratori si mantiene su livelli ancora di gran lunga superiori alla media nazionale., e gli impiegati rappresentano ben il 47% degli occupati.
La crescita del lavoro atipico, particolarmente vistoso tra le donne, è legata alla terziarizzazione dell’economia locale, cui è dovuto l’aumento del tasso di occupazione femminile - che pur rimane al di
sotto della media regionale e nazionale – che ha colmato, solo in parte, il gap di genere, che rimane consistente.
In questi tempi di rapidi cambiamenti, strettamente connessi all’evoluzione dell’organizzazione economico produttiva e al processo di globalizzazione, diventa sempre meno facile, in generale, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Chi cerca lavoro domanda generalmente stabilità e garanzie; per chi lo offre, invece, conta la flessibilità, principio cardine delle trasformazioni in atto, che ha già trasformato le forme di accesso al lavoro tramite l’introduzione di tipologie contrattuali nuove17.

Per analizzare la situazione socio-economica degli anni 2000 in Provincia di La spezia si sono analizzati i dati provenienti dagli studi fatti dalla Camera di Commercio; i dati disponibili più recenti sono quelli del 2009 che verranno confrontati con quelli del 2000.
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