Tesi etd-09182019-195104 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MICHELI, ILENIA
URN
etd-09182019-195104
Titolo
Il processo a S. Paolo: gli Atti degli Apostoli come fonte giuridica
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Procchi, Federico
Parole chiave
- Atti degli Apostoli
- diritto romano
- fonte giuridica
- processo a San Paolo
Data inizio appello
07/10/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/10/2089
Riassunto
In questo lavoro cercherò di analizzare da un punto di vista giusromanistico il processo di San Paolo, narrato negli Atti degli Apostoli, che è un’opera scritta da Luca.
Per raggiungere questo obiettivo dovremo, parallelamente ad uno studio dei dati giuridici che riveniamo direttamente nell’opera suddetta, analizzare anche il quadro generale del diritto vigente nel I sec. d.C., per cercare di rendere la ricostruzione giuridica il più completa possibile.
Nonostante questo, però, mentre il processo di Gesù ha da sempre suscitato una grande attenzione da parte della dottrina, la vicenda processuale paolina non è ancora stata oggetto di un così vasto numero di studi scientifici.
Il lavoro, per questo e per altri motivi, è estremamente complesso. Intanto questa vicenda giudiziaria si svolge nel I sec. d.C, durante il principato di Nerone. In quella fase, ormai, il quadro legale vigente del periodo repubblicano era quasi del tutto superato, e si stava formando un nuovo sistema istituzionale che in quanto tale, non è di facile ricostruzione. Oltre a questo, le parti essenziali del processo si sono svolte in provincia e questo riduce ulteriormente il numero delle fonti a nostra disposizione.
Queste incertezze vanno di pari passo con la controversa valutazione della credibilità storica degli Atti, quale unica fonte del processo di Paolo. A tale riguardo la dottrina si divide tra chi ritiene che la maggior parte (se non praticamente tutte) le informazioni riportate nella fonte siano redazionali e chi invece è a favore del loro valore storico. Oltre a questo, sicuramente, si deve porre attenzione agli escamotage impiegati dall’autore, il quale, a volte, enfatizza alcune scene per renderle maggiormente drammatiche, per mantenere viva l’attenzione del lettore. Questo aspetto inficia, per certi versi, la veridicità della fonte.
Inoltre, l’opera da interpretare è stata redatta nel perseguimento di un fine eminentemente apologetico. Questo aspetto, oltre a rilevare sempre sotto il profilo della storicità della fonte, ha anche delle ripercussioni pratiche notevoli perché, l’autore pone l’accento su aspetti che, almeno ai fini di questo lavoro, sono irrilevanti, tralasciando, invece, questioni che sarebbero state di maggiore importanza ai fini della ricostruzione storico-giuridico della vicenda. L’esempio più pragmatico è sicuramente la conclusione del processo: Luca non fa alcun riferimento circa l’esito del procedimento giudiziario lasciando la questione aperta. Si limita a dire che: «accoglieva tutti quelli che venivano da lui, 31annunciando il regno di Dio ». L’autore quindi a cura di informare sull’esito dell’attività missionaria dell’apostolo, tralasciando completamente la questione giuridica di come si è svolto e concluso il processo.
La tesi che propongo in questo lavoro verte proprio sul problema della storicità della fonte. In particolare, a prescindere delle varie critiche (sicuramente di altissimo valore scientifico) sulla sua attendibilità storica ritengo che, essendo questo l’unico documento in cui si riporta la vicenda, merita sicuramente maggiore fiducia, vista anche la grande congruità con il quadro giuridico generale vigente in quel periodo. Luca, infatti, dimostra di avere un’ottima conoscenza della legge e delle consuetudini romane.
Il primo capitolo è dedicato interamente alla vita ed alle opere dell’apostolo. Il secondo affronta tutte le questioni preliminari al processo, con particolare attenzione alle cause che hanno portato all’arresto dell’apostolo stesso ed alle indagini preliminari. Infine il terzo ed ultimo capitolo è quello del processo vero e proprio. In quest’ultimo i problemi su cui mi sono maggiormente soffermata sono quello della natura delle accuse mosse contro Paolo e come potrebbe essersi concluso il processo.
Per raggiungere questo obiettivo dovremo, parallelamente ad uno studio dei dati giuridici che riveniamo direttamente nell’opera suddetta, analizzare anche il quadro generale del diritto vigente nel I sec. d.C., per cercare di rendere la ricostruzione giuridica il più completa possibile.
Nonostante questo, però, mentre il processo di Gesù ha da sempre suscitato una grande attenzione da parte della dottrina, la vicenda processuale paolina non è ancora stata oggetto di un così vasto numero di studi scientifici.
Il lavoro, per questo e per altri motivi, è estremamente complesso. Intanto questa vicenda giudiziaria si svolge nel I sec. d.C, durante il principato di Nerone. In quella fase, ormai, il quadro legale vigente del periodo repubblicano era quasi del tutto superato, e si stava formando un nuovo sistema istituzionale che in quanto tale, non è di facile ricostruzione. Oltre a questo, le parti essenziali del processo si sono svolte in provincia e questo riduce ulteriormente il numero delle fonti a nostra disposizione.
Queste incertezze vanno di pari passo con la controversa valutazione della credibilità storica degli Atti, quale unica fonte del processo di Paolo. A tale riguardo la dottrina si divide tra chi ritiene che la maggior parte (se non praticamente tutte) le informazioni riportate nella fonte siano redazionali e chi invece è a favore del loro valore storico. Oltre a questo, sicuramente, si deve porre attenzione agli escamotage impiegati dall’autore, il quale, a volte, enfatizza alcune scene per renderle maggiormente drammatiche, per mantenere viva l’attenzione del lettore. Questo aspetto inficia, per certi versi, la veridicità della fonte.
Inoltre, l’opera da interpretare è stata redatta nel perseguimento di un fine eminentemente apologetico. Questo aspetto, oltre a rilevare sempre sotto il profilo della storicità della fonte, ha anche delle ripercussioni pratiche notevoli perché, l’autore pone l’accento su aspetti che, almeno ai fini di questo lavoro, sono irrilevanti, tralasciando, invece, questioni che sarebbero state di maggiore importanza ai fini della ricostruzione storico-giuridico della vicenda. L’esempio più pragmatico è sicuramente la conclusione del processo: Luca non fa alcun riferimento circa l’esito del procedimento giudiziario lasciando la questione aperta. Si limita a dire che: «accoglieva tutti quelli che venivano da lui, 31annunciando il regno di Dio ». L’autore quindi a cura di informare sull’esito dell’attività missionaria dell’apostolo, tralasciando completamente la questione giuridica di come si è svolto e concluso il processo.
La tesi che propongo in questo lavoro verte proprio sul problema della storicità della fonte. In particolare, a prescindere delle varie critiche (sicuramente di altissimo valore scientifico) sulla sua attendibilità storica ritengo che, essendo questo l’unico documento in cui si riporta la vicenda, merita sicuramente maggiore fiducia, vista anche la grande congruità con il quadro giuridico generale vigente in quel periodo. Luca, infatti, dimostra di avere un’ottima conoscenza della legge e delle consuetudini romane.
Il primo capitolo è dedicato interamente alla vita ed alle opere dell’apostolo. Il secondo affronta tutte le questioni preliminari al processo, con particolare attenzione alle cause che hanno portato all’arresto dell’apostolo stesso ed alle indagini preliminari. Infine il terzo ed ultimo capitolo è quello del processo vero e proprio. In quest’ultimo i problemi su cui mi sono maggiormente soffermata sono quello della natura delle accuse mosse contro Paolo e come potrebbe essersi concluso il processo.
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