Tesi etd-09182017-095052 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
CAFARO, ALBERTO
URN
etd-09182017-095052
Titolo
La praefectura fabrum (II sec. a. C. – III sec. d. C.). Legami personali, azione politica
Settore scientifico disciplinare
L-ANT/03
Corso di studi
STORIA E ORIENTALISTICA
Relatori
tutor Prof. Salmeri, Giovanni
Parole chiave
- istituzioni
- politica
- Praefectura fabrum
- prosopografia
Data inizio appello
19/10/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/10/2087
Riassunto
Nota da numerose citazioni comprese all’interno di opere letterarie dedicate all’età repubblicana e, soprattutto, da centinaia di iscrizioni di epoca imperiale (fino all’età severiana), la praefectura fabrum costituisce una posizione familiare per storici ed epigrafisti. La più antica monografia ad essa dedicata risale alla seconda metà dell’Ottocento (H. C. Maué, ‘Der Praefectus fabrum’, Halle 1887) e numerosi articoli sono seguiti nel tempo, fra i quali un influente contributo di B. Dobson (1966). Quanto ormai noto può essere così riassunto: il praefectus fabrum era un individuo nominato da un magistrato o un promagistrato cum imperio, che ne definiva i compiti e l’ambito operativo. Il praefectus fabrum era uno stretto collaboratore (forse, il capo di gabinetto) del magistrato delegante, spesso a questi congiunto da legami di carattere personale. Fino al tempo di Claudio, la prefettura era generalmente assegnata a uomini dotati di riconosciuta esperienza in ambito militare. Una recente sintesi, curata da M. Cerva (2000), ha raccolto il frutto di oltre un secolo di studi e ha di fatto confermato questi dati.
Un elemento di certo rilevante è che, con l’eccezione del succitato lavoro di Maué, la praefectura fabrum è stata sin qui esaminata in modo parziale: in relazione a specifici periodi (la Repubblica, l’età giulio-claudia, l’Impero) o contesti geografici (ad es. l’Italia, le province iberiche, l’Achaia). Con questa trattazione si intende invece esaminare la prefettura, affrontando il complesso della documentazione disponibile, di modo da tracciare lo sviluppo dell’incarico attraverso i secoli in cui è senz’altro attestato (II sec. a. C. – III sec. d. C.).
Il lavoro è stato suddiviso in tre parti. La prima sezione è dedicata ad una sintetica disamina di quanto noto sulla praefectura fabrum, nei documenti antichi e nelle trattazioni dei moderni. Sono presentate tesi e problematiche relative alla prefettura e alcune ragionevoli ipotesi, relative alle origini dell’incarico, concludono il contenuto di questa sezione.
Nel corso della seconda parte, sono trattate nel dettaglio le attestazioni della praefectura fabrum in età repubblicana. Un’analisi di quel contesto ha permesso di restituire il profilo e il ruolo della posizione, in relazione alle esigenze della politica e delle istituzioni, nei decenni compresi fra le riforme graccane e la caduta dell’Egitto tolemaico. Senz’altro, l’importanza acquisita dall’incarico, quale appare dai documenti disponibili, deve essere posto in relazione agli sviluppi della Tarda Repubblica.
La terza parte è infine dedicata al passaggio all’età imperiale e allo sviluppo dell’incarico fra la dinastia giulio-claudia e quella severiana, dopo la quale la praefectura fabrum non è più attestata. Contrariamente all’epoca repubblicana, la documentazione per questo periodo è interamente epigrafica. Continui riferimenti al catalogo prosopografico, aggregato al testo, corredano questa sezione permettendo. Nel catalogo, stilato in ordine alfabetico e suddiviso cronologicamente, compaiono infatti le schede di tutti i prefetti dei fabri, che è stato possibile individuare – in Italia e nelle province – per l’età imperiale.
L’obiettivo di questo lavoro non consiste nella soluzione di annose problematiche, irrisolvibili all’attuale stato della documentazione, quanto invece nella definizione della posizione dei prefetti nelle rispettive comunità locali e nella relazione fra questi (e, per loro tramite, queste) con grandi personalità dell’Urbe. In effetti, se da una parte la prefettura dei fabri costituì un importante veicolo per stringere e formalizzare legami fra élite urbana e notabilato locale, essa costituisce d’altra parte un sorprendente strumento di analisi delle strutture e delle pratiche della politica romana, durante l’epoca repubblicana e imperiale. Del resto, la concessione di una praefectura fabrum aveva conseguenze nella dimensione politica locale, in parte, ancora identificabili. Irreversibilmente mutata rispetto all’età repubblicana, la politica nelle città dell’Impero conservò una sensibile vivacità: spesso colpevolmente trascurata, la sua profondità può essere – in parte – restituita anche da una disamina della praefectura fabrum.
Un elemento di certo rilevante è che, con l’eccezione del succitato lavoro di Maué, la praefectura fabrum è stata sin qui esaminata in modo parziale: in relazione a specifici periodi (la Repubblica, l’età giulio-claudia, l’Impero) o contesti geografici (ad es. l’Italia, le province iberiche, l’Achaia). Con questa trattazione si intende invece esaminare la prefettura, affrontando il complesso della documentazione disponibile, di modo da tracciare lo sviluppo dell’incarico attraverso i secoli in cui è senz’altro attestato (II sec. a. C. – III sec. d. C.).
Il lavoro è stato suddiviso in tre parti. La prima sezione è dedicata ad una sintetica disamina di quanto noto sulla praefectura fabrum, nei documenti antichi e nelle trattazioni dei moderni. Sono presentate tesi e problematiche relative alla prefettura e alcune ragionevoli ipotesi, relative alle origini dell’incarico, concludono il contenuto di questa sezione.
Nel corso della seconda parte, sono trattate nel dettaglio le attestazioni della praefectura fabrum in età repubblicana. Un’analisi di quel contesto ha permesso di restituire il profilo e il ruolo della posizione, in relazione alle esigenze della politica e delle istituzioni, nei decenni compresi fra le riforme graccane e la caduta dell’Egitto tolemaico. Senz’altro, l’importanza acquisita dall’incarico, quale appare dai documenti disponibili, deve essere posto in relazione agli sviluppi della Tarda Repubblica.
La terza parte è infine dedicata al passaggio all’età imperiale e allo sviluppo dell’incarico fra la dinastia giulio-claudia e quella severiana, dopo la quale la praefectura fabrum non è più attestata. Contrariamente all’epoca repubblicana, la documentazione per questo periodo è interamente epigrafica. Continui riferimenti al catalogo prosopografico, aggregato al testo, corredano questa sezione permettendo. Nel catalogo, stilato in ordine alfabetico e suddiviso cronologicamente, compaiono infatti le schede di tutti i prefetti dei fabri, che è stato possibile individuare – in Italia e nelle province – per l’età imperiale.
L’obiettivo di questo lavoro non consiste nella soluzione di annose problematiche, irrisolvibili all’attuale stato della documentazione, quanto invece nella definizione della posizione dei prefetti nelle rispettive comunità locali e nella relazione fra questi (e, per loro tramite, queste) con grandi personalità dell’Urbe. In effetti, se da una parte la prefettura dei fabri costituì un importante veicolo per stringere e formalizzare legami fra élite urbana e notabilato locale, essa costituisce d’altra parte un sorprendente strumento di analisi delle strutture e delle pratiche della politica romana, durante l’epoca repubblicana e imperiale. Del resto, la concessione di una praefectura fabrum aveva conseguenze nella dimensione politica locale, in parte, ancora identificabili. Irreversibilmente mutata rispetto all’età repubblicana, la politica nelle città dell’Impero conservò una sensibile vivacità: spesso colpevolmente trascurata, la sua profondità può essere – in parte – restituita anche da una disamina della praefectura fabrum.
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