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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09172020-145353


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MANNU, LORENZO
URN
etd-09172020-145353
Titolo
Analisi economico-finanziaria del settore del gas e del petrolio: il caso Eni
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Greco, Giulio
Parole chiave
  • analisi economico-finanziaria
  • economic and financial analysis
  • energy transition
  • Eni
  • Gas & Oil
  • oil industry
  • settore petrolifero
  • transizione energetica
Data inizio appello
05/10/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il settore del gas e del petrolio ha assunto un ruolo particolarmente importante nell'economia di tutti i Paesi del Mondo da quando l’umanità ha scoperto come utilizzare tali risorse per creare energia, tanto da riuscire letteralmente a rivoluzionare il modo con cui, ad esempio, poter produrre beni, generare servizi, trasportare cose e persone, riscaldare gli edifici. Lo è tuttora nell'economia moderna, dove però riveste un ruolo alquanto controverso, soprattutto a causa delle contraddizioni presenti nella situazione odierna: le imprese appartenenti a questo settore (e più in generale, a quello energetico) sono invogliate dalla collettività a garantire a tutti un adeguato accesso all'energia; un obiettivo non facile da raggiungere, dal momento che si prevede che entro il 2040 il fabbisogno energetico possa aumentare di circa il 30%, considerando che la popolazione mondiale potrebbe crescere dagli attuali 7,5 ai 9 miliardi entro i prossimi vent'anni, e che la maggiore domanda di energia proverrà soprattutto dalle Nazioni non appartenenti all'area OCSE, in cui il consumo energetico pro capite odierno è relativamente basso ma è destinato ad aumentare rapidamente, grazie alla rivendicazione di un più alto tenore di vita richiesto appunto dalle popolazioni di questi Paesi .
Eppure, l’enorme sfruttamento del gas e del petrolio (insieme al carbone) per produrre energia ha provocato nel pianeta numerosi danni (primo fra tutti, il cambiamento climatico) di una gravità tale da spingere gli stessi Governi di quasi la totalità degli Stati esistenti ad intervenire per cercare di ridurne l’utilizzo, non solo singolarmente, ma anche attraverso organi internazionali. Il Protocollo di Kyoto è stato il primo trattato internazionale a difesa dell’ambiente: sottoscritto nel 1997 ma entrato in vigore dal 2005, impegna ancora oggi i Paesi sottoscrittori (in quanto è stato prolungato fino al 2020) ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra rispetto ai propri livelli di emissione del 1990, espressi come livelli di emissioni che sono consentite in un certo periodo temporale: per fare questo, ogni Paese è tenuto a realizzare un sistema nazionale di monitoraggio delle emissioni ed assorbimenti di gas ad effetto serra da aggiornare annualmente, insieme alla definizione delle misure per la riduzione delle emissioni stesse . Inoltre, consente ai Paesi che hanno prodotto meno anidride carbonica di quella pianificata (emissioni che quindi sarebbero state consentite, ma che non sono state utilizzate) di vendere tali quote in eccesso ai Paesi che superano i loro limiti, oppure di attuare – in altre Nazioni – opere che migliorino l’aspetto energetico e ambientale. O ancora, nel 2015 l’ONU ha fissato, tra i 17 Global Goal (o Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ripresi dagli “Obiettivi di Sviluppo del Millennio” elaborati quindici anni prima), diversi obiettivi fondamentali che interessano tutti i Paesi membri, tra cui la chiara intenzione di andare a contrastare il mutamento climatico (attraverso l’Obiettivo 7: energia rinnovabile e accessibile; Obiettivo 11: città e comunità sostenibili, Obiettivo 12: utilizzo responsabile delle risorse, Obiettivo 13: lotta contro il cambiamento climatico) . Questi e altri interventi hanno portato alla realizzazione di progetti che sono già stati concordati da quasi tutti gli Stati del Mondo, volti a frenare l’utilizzo di tali risorse: uno dei più importanti è l’Accordo di Parigi, che definisce un piano d’azione globale volto ad evitare che il surriscaldamento globale provocato dalle emissioni dei combustibili faccia alzare la temperatura del pianeta di 2° C rispetto ai livelli preindustriali.
Il cambiamento climatico è diventato un tema così rilevante nello sviluppo e nella crescita delle economie moderne, che è stato richiesto a qualsiasi impresa o gruppo di grandi dimensioni qualificabile come “ente di interesse pubblico” l’obbligo di redigere e pubblicare non più solo i propri bilanci d’esercizio o quelli consolidati, ma pure altri documenti che hanno poco a che fare con i temi finanziari. Tali documenti permettono a questo tipo di imprese di comunicare in modo più dettagliato e trasparente a tutti gli stakeholder la mission su cui si fondano, i piani che stanno adottando e le strategie che hanno intenzione di seguire. Primo fra tutti è il bilancio di sostenibilità, il quale ha come finalità quella di rendere conto dell’impatto che le loro attività hanno sul contesto sociale e ambientale e per il quale tali società risultano quindi essere responsabili. Ovviamente, tutte queste fonti possono essere considerate come un modo per poter attirare l’attenzione (e i capitali) dei possibili investitori e consumatori presenti sul mercato, ma in questo elaborato saranno prese in considerazione in quanto semplicemente forniscono la maggior parte delle informazioni che verranno utilizzate per poter fare delle analisi di bilancio con le quali capire l’andamento odierno e futuro di tali gruppi.
Il compito che questa tesi si prefigge di realizzare è quello di andare ad analizzare la situazione economico-finanziaria di Eni, una delle imprese più importanti del settore del gas e del petrolio, considerando pure le strategie che ha deciso di implementare per poter restare sul mercato, così da poter comprendere innanzitutto se tale società sta subendo maggiormente delle ripercussioni negative in termini di performance conseguita (a causa delle politiche a favore della decarbonizzazione e ad un orientamento più incline all'utilizzo delle energie rinnovabili) oppure quelle positive (dovute all'incremento della domanda di energia che verosimilmente verrà richiesta in futuro, dato l’aumento previsto della popolazione mondiale, e che dovrà necessariamente essere soddisfatta). Inoltre, per quanto riguarda più specificamente le possibili strategie che la società considerata ha intenzione di mettere in atto per difendersi da eventuali azioni e procedimenti punitivi stabiliti dagli ordinamenti dei territori in cui opera per lo sfruttamento di gas e petrolio, si cercherà di comprendere quanto siano seri i tentativi con cui quest’azienda sta cercando di concretizzare la cosiddetta transizione energetica anche all'interno del proprio core business, evidenziando come la realizzazione di piani sostenibili e rispettosi dell’ambiente possa trovare un enorme consenso e apprezzamento da parte degli azionisti e in generale da parte dei vari stakeholder con cui i gruppi che fanno parte del settore del gas e del petrolio hanno a che fare, sia dal punto di vista del profitto ottenibile che della reputazione guadagnata.
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