Tesi etd-09172020-144435 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CASTALDI, ANDREA
URN
etd-09172020-144435
Titolo
La chirurgia robotica nel trattamento dei pazienti affetti da NSCLC con ridotta funzionalità respiratoria
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Melfi, Franca
Parole chiave
- cancer
- chirurgia robotica
- NSCLC
- polmone
- poor respiratory function
- ridotta funzionalità respiratoria
- robotic surgery
- trattamento
- treatment
- tumore
Data inizio appello
13/10/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/10/2090
Riassunto
Introduzione: I pazienti affetti da NSCLC con ridotta funzionalità respiratoria rappresentano una sfida per la chirurgia toracica, in quanto vengono spesso esclusi dal trattamento chirurgico gold standard perché considerati ad alto rischio. Dal momento che mancano in letteratura dati consistenti circa il ruolo che può svolgere la chirurgia robotica in tali pazienti, l’obiettivo dello studio consiste nella valutazione retrospettiva degli outcomes relativi alle complicanze e al numero di giorni di degenza post-operatoria in pazienti con ridotta funzionalità respiratoria, affetti da NSCLC e operati di resezione polmonare, confrontando la tecnica tradizionale open con quella robotica.
Materiali e metodi: Sono stati raccolti i dati relativi a 1˙054 pazienti operati di NSCLC presso la U.O. di Chirurgia Toracica (2014-2017) ed il Centro Multidisciplinare di Chirurgia Toracica Mininvasiva e Robotica (2017-2019) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana da gennaio 2014 a dicembre 2019. Quindi sono stati selezionati i pazienti con FEV1 ≤ 1.5 litri per gli interventi di lobectomia e segmentectomia e quelli con FEV1 ≤ 2 litri per gli interventi di pneumonectomia. Questa sottopopolazione è costituita da 142 pazienti, 93 appartenenti al gruppo open, 49 appartenenti al gruppo robotico.
Risultati: L’analisi statistica non ha evidenziato differenze significative nei due gruppi relativamente alle complicanze post-operatorie (p=0.247). Invece, è stata riscontrata una differenza statisticamente significativa per il numero di giorni di degenza post-operatoria (p=0.003). Si sono quindi suddivisi i pazienti sulla base del livello di compromissione della funzionalità respiratoria; tra quelli sottoposti a lobectomia sono stati individuati quindi pazienti con moderata riduzione (1<FEV1≤1.5 litri), 53 open e 38 robotici, e pazienti con severa riduzione (FEV1 ≤ 1 litro) 6 open e 3 robotici. Circa le complicanze, non sono state trovate differenze significative tra le due tecniche chirurgiche in nessuno dei due gruppi (p=0.408), mentre per il numero di giorni di degenza post-operatoria è stata trovata una differenza significativa nel gruppo con moderata riduzione della funzionalità respiratoria (p=0.046).
Conclusioni: Dalla nostra esperienza risulta che la chirurgia robotica può essere considerata fattibile e sicura nel trattamento di pazienti ad alto rischio, in relazione alla ridotta funzionalità respiratoria pre-operatoria.
Materiali e metodi: Sono stati raccolti i dati relativi a 1˙054 pazienti operati di NSCLC presso la U.O. di Chirurgia Toracica (2014-2017) ed il Centro Multidisciplinare di Chirurgia Toracica Mininvasiva e Robotica (2017-2019) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana da gennaio 2014 a dicembre 2019. Quindi sono stati selezionati i pazienti con FEV1 ≤ 1.5 litri per gli interventi di lobectomia e segmentectomia e quelli con FEV1 ≤ 2 litri per gli interventi di pneumonectomia. Questa sottopopolazione è costituita da 142 pazienti, 93 appartenenti al gruppo open, 49 appartenenti al gruppo robotico.
Risultati: L’analisi statistica non ha evidenziato differenze significative nei due gruppi relativamente alle complicanze post-operatorie (p=0.247). Invece, è stata riscontrata una differenza statisticamente significativa per il numero di giorni di degenza post-operatoria (p=0.003). Si sono quindi suddivisi i pazienti sulla base del livello di compromissione della funzionalità respiratoria; tra quelli sottoposti a lobectomia sono stati individuati quindi pazienti con moderata riduzione (1<FEV1≤1.5 litri), 53 open e 38 robotici, e pazienti con severa riduzione (FEV1 ≤ 1 litro) 6 open e 3 robotici. Circa le complicanze, non sono state trovate differenze significative tra le due tecniche chirurgiche in nessuno dei due gruppi (p=0.408), mentre per il numero di giorni di degenza post-operatoria è stata trovata una differenza significativa nel gruppo con moderata riduzione della funzionalità respiratoria (p=0.046).
Conclusioni: Dalla nostra esperienza risulta che la chirurgia robotica può essere considerata fattibile e sicura nel trattamento di pazienti ad alto rischio, in relazione alla ridotta funzionalità respiratoria pre-operatoria.
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