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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09162013-215908


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CECCHETTINI, MARINELLA
URN
etd-09162013-215908
Titolo
La sottrazione del segreto aziendale alla luce del decreto correttivo n. 131/2010
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Dott.ssa Kutufà, Ilaria
Parole chiave
  • Spionaggio industriale
  • Segreto aziendale
  • Know how
  • Art. 98 c.p.i.
  • Art. 99 c.p.i.
  • Correttezza professionale
  • Potenzialità dannosa
  • Convenzione di Parigi
  • Art. 2598 c.c.
  • Accordo TRIPs
  • Art. 6 bis L.I.
  • Codice della proprietà industriale
  • Accordo di riservatezza
  • Contratto di know how
  • Licenza di know how
  • Obbligo di fedeltà
  • Patto di non concorrenza
  • Tutela reale
  • Inibitoria
  • Descrizione
  • Sequestro
  • Opportuni provvedimenti
  • Tutela penale segreto aziendale
Data inizio appello
07/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro ha l'obiettivo di individuare le zone di luce e di ombra inerenti alla fattispecie della sottrazione del segreto aziendale, in virtù dell'evoluzione normativa che ha subito nel corso degli anni. In tempi di libera concorrenza e globalizzazione dei mercati, la protezione del segreto aziendale riveste sempre più un ruolo strategico per l'impresa. Dal processo produttivo di un oggetto alla sua commercializzazione è lunga la serie delle informazioni non brevettabili, sia per scelta che per impossibilità. Tali informazioni, che possono essere tecniche o aziendali, rappresentano un grande valore economico ed un indubbio vantaggio competitivo per l'imprenditore che ne sia in possesso. Ogni impresa detiene dei segreti che sono stati sviluppati durante l'attività imprenditoriale, ma accade non di rado che tali segreti vengano divulgati, prima che ci si renda conto della loro importanza. Spesso le informazioni riservate vengono diffuse in modo improprio o involontario all'interno dell'azienda stessa e ciò ne facilita una diffusione anche all'esterno dell'azienda medesima. Questa considerazione deve portare a definire delle regole di controllo da adottare anche all'interno dell'azienda. Il segreto rimane pur sempre una situazione irrimediabilmente precaria, che può venir meno non solo a causa di comportamenti comunemente riprovati (come la divulgazione da parte del dipendente infedele), ma anche per effetto di attività del tutto lecite (come il reverse engineering). Da qui sorge l'onere da parte di soggetti, al cui legittimo controllo le informazioni sono soggette, di adottare misure di protezione. Le misure da predisporre devono essere dirette sia verso l'interno (personale aziendale), sia verso l'esterno (clienti, fornitori, terzi in generale).
In ragione di ciò, diviene necessario affrontare il problema relativo a quando un'informazione possa ritenersi “segreto aziendale”, sì che l'appropriazione di essa sia concorrenzialmente illecita e, successivamente, distinguere fra nozioni personali del lavoratore (nozioni che costituiscono il suo background tecnico, formatosi durante l'esperienza lavorativa) e nozione di segreto aziendale.
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