Tesi etd-09152020-105137 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FILIPPETTI, DAVIDE
URN
etd-09152020-105137
Titolo
La mia esperienza da Revisore dei Conti ai tempi del Covid-19
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Castellano, Nicola Giuseppe
Parole chiave
- Audit
- Procedure tipiche di revisione contabile
- Revisione del Bilancio Consolidato
- Revisione di Bilancio
- Revisione legale dei Conti
- Società di revisione
Data inizio appello
05/10/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/10/2090
Riassunto
Riassunto
La progressiva integrazione dei mercati finanziari e la crescente internazionalizzazione delle attività economiche hanno modificato negli ultimi anni la fisiologia di un numero sempre più vasto di “organismi aziendali”. Il sistema dei controlli societari è stato uno degli ambiti in cui maggiormente hanno pesato gli interventi legislativi, molti dei quali promossi in sede comunitaria, anche e soprattutto a seguito degli scandali finanziari verificatisi nell’ultimo decennio (in primis, Cirio e Parmalat). Nel vasto ed articolato processo di ripensamento dei modelli di controllo, un posto di particolare rilievo spetta alla revisione contabile (revisione legale dei conti).
Come definito dal principio di revisione internazionale che tratta dello svolgimento della revisione contabile ("ISA Italia" 200.11), l'obiettivo generale del revisore è quello di "acquisire una ragionevole sicurezza che il Bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi, dovuti a frodi o a comportamenti non intenzionali, che consenta quindi al revisore di esprimere un giudizio in merito al fatto se il Bilancio sia redatto, in tutti gli aspetti significativi, in conformità al quadro normativo sull'informazione finanziaria applicabile".
La revisione contabile in generale assolve ad una funzione di interesse pubblico, peraltro ben esplicitata nella Direttiva 2006/43/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 17 maggio 2006, dove si precisa che la funzione di interesse pubblico dei revisori legali dei conti scaturisce dal fatto che una vasta comunità di persone e istituzioni fanno affidamento sulla qualità del loro lavoro. La buona qualità della revisione contabile contribuisce, infatti, al regolare funzionamento dei mercati, migliorando l’integrità e l’efficienza dei Bilanci pubblicati.
La disciplina giuridica che regola analiticamente l’attività di revisione contabile e i soggetti che la svolgono nel nostro Paese è stata più volte oggetto di modifiche da parte del legislatore, attraverso un susseguirsi di leggi, decreti, comunicazioni e principi.
Sotto l’aspetto normativo si può affermare che la revisione contabile può essere vista come un complesso di attività interdipendenti fra di loro che definiscono il cosiddetto processo di revisione. L’inizio di tale iter è costituito dall’accettazione dell’incarico da parte del revisore, e la conclusione è rappresentata dalla relazione finale di revisione, che contiene il giudizio complessivo espresso dal revisore in merito all’attendibilità del Bilancio oggetto di verifica.
L’introduzione di questa forma di controllo legale dei conti, finalizzata al giudizio professionale sul Bilancio d’Esercizio e Consolidato, ha determinato, tra l’altro, il formarsi di un corpo di principi contabili, etici e di revisione ad opera della dottrina e degli ordini professionali.
L’iter procedurale dell’attività di revisione contabile, infatti, deve essere opportunamente programmato nel rispetto dei principi di revisione (ISA Italia), definendo nella fase di interim (che dal punto di vista temporale coincide con il periodo antecedente alla chiusura dell’esercizio) le attività di controllo necessarie alla quantificazione del rischio di revisione, attività per di più propedeutiche all’applicazione delle procedure di validità da applicarsi invece nella fase di final (inquadrabile temporalmente nei mesi successivi alla chiusura dell’esercizio e comunque prima dell’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci).
L’importanza dell’attività di revisione contabile nasce dal fatto che il Bilancio rappresenta lo strumento fondamentale di comunicazione tra l’azienda e il mercato. Di fatto, oggi, il Bilancio ha un contenuto sempre più ampio e variegato in cui le grandezze economiche e finanziarie costituiscono l’aspetto centrale ma non esclusivo (ad esempio, la composizione del consiglio di amministrazione, la corporate governance e le attività di ricerca e sviluppo). In altri termini, quindi, il Bilancio serve per svolgere una comunicazione non solo di tipo economico-finanziario ma anche istituzionale tra l’azienda e i suoi stakeholders (portatori di interesse).
In questa ottica, dunque, risulta sempre più importante e necessaria l’attività di revisione contabile per “certificare” tutto l’insieme delle informazioni variegate che compongono il Bilancio di una società.
Per ricercare la nascita dell’attività di revisione contabile occorre partire dall’evoluzione dei sistemi di controllo dei conti. La revisione, in effetti, prese avvio da un’attività di controllo, finalizzata all’accertamento della correttezza scritturale delle rilevazioni e dell’aderenza alle stesse dei dati contenuti nei documenti di sintesi (controllo formale del Bilancio).
Le origini della revisione risalgono già ai secoli XI e XII, quando si possono riscontrare casi di controllo contabile condotto per conto della Chiesa, dello Stato o delle Città.
Successivamente, tra il XVII ed il XVIII secolo, la revisione assume una sempre maggiore rilevanza, data dalla necessità di controllare le gestioni pubbliche e le attività delle compagnie internazionali.
Ma è con la Rivoluzione Industriale del XIX secolo che si afferma e si sviluppa la revisione “moderna” in Gran Bretagna. In questo periodo vennero effettuati investimenti, anche molto rilevanti, in settori nuovi dell’industria, che esercitavano una notevole attrazione nei confronti, soprattutto, del capitale privato.
In tale contesto si evidenziò la necessità di salvaguardare gli interessi dei risparmiatori/investitori, attraverso la periodica e continua informazione sulla gestione e sui risultati delle aziende presso cui i flussi dei risparmi trovavano pratico impiego. L’esigenza di una sempre maggiore trasparenza nelle informazioni economico-finanziarie delle aziende determinò, così, la creazione di “esperti” nel controllo dei conti aziendali (auditors), che erano chiamati, in virtù della loro competenza e della loro indipendenza, a dare la certezza dell’assenza di frodi e di irregolarità.
In questo scenario, soprattutto nel secondo dopoguerra, si realizzerà lo sviluppo delle società di revisione contabile di matrice anglosassone, operanti anche in ambito internazionale.
Tali grandi società che si spartivano il mercato erano inizialmente otto, le cosiddette “Big Eight”, che nel corso degli anni a venire, per effetto di fusioni e di “smembramenti”, si ridurranno a quattro, le “Big Four”.
Attualmente, le Big Four sono rappresentate dalle società Deloitte & Touche (DT), Ernst & Young (EY), KPMG e PricewaterhouseCoopers (PwC).
Queste società sono delle multinazionali, con sedi e uffici nei principali paesi del mondo. Rappresentano un vero e proprio oligopolio, che da decenni governa la revisione contabile, costituendo a tutti gli effetti una potente lobby di potere.
Nelle società di revisione contabile lavorano i singoli soggetti incaricati alle verifiche (i revisori), raggruppati in team ed assegnati alle varie aziende clienti. Nell’esercizio della loro professione i revisori operano assumendosi la piena responsabilità delle verifiche e dei giudizi conseguenti, secondo dei principi (etico-professionali e di revisione) che possono essere dettati dalla legge stessa o dalle direttive della società di revisione di cui fanno parte.
Abstract
The progressive integration of the financial markets and the growing internationalization of economic activities have in recent years changed the physiology of an ever-increasing number of “corporate entities”. The system of corporate controls was one of the areas in which legislative interventions, many of which promoted in the Community, have weighed the most, also and above all following the financial scandals that have occurred in the last decade (first and foremost, Cirio and Parmalat). In the vast and articulated process of rethinking control models, a particularly important place belongs to the auditing.
As defined by the International Standards Audit dealing with the conduct of an audit ("ISA Italy" 200.11), the auditor's general objective is to "acquire reasonable assurance that the Financial Statements as a whole do not contain material misstatement due to fraud or unintentional behavior, which therefore allows the auditor to express an opinion on whether the Financial Statements have been prepared, in all material respects, in compliance with the applicable financial reporting framework ".
The audit in general performs a function of public interest, which is clearly explained in Directive 2006/43/EC of the European Parliament and of the Council of the European Union of 17 May 2006, where it is specified that the public interest function of statutory auditors of the accounts stems from the fact that a large Community of people and institutions rely on the quality of their work. The good quality of the audit contributes, in fact, to the regular functioning of the markets, improving the integrity and efficiency of published Financial Statements.
The legal framework that analytically regulates the auditing activity and the subjects who carry it out in our country has been subject to amendments on several occasions by the legislator, through a succession of laws, decrees, communications and principles.
From the regulatory point of view, it can be said that the audit can be seen as a complex of interdependent activities that define the so-called audit process. The beginning of this process is constituted by the acceptance of the assignment by the auditor, and the conclusion is represented by the final audit report, which contains the overall opinion expressed by the auditor regarding the reliability of the Financial Statements being audited.
The introduction of this form of legal auditing of the accounts, aimed at professional judgment on the Financial Statements and Consolidated Financial Statements, has led, among other things, to the formation of a body of accounting, ethical and auditing principles by the doctrine and of professional orders.
The procedural process of the auditing activity, in fact, must be suitably planned in compliance with the auditing standards (ISA Italia), defining in the interim phase (which from a temporal point of view coincides with the period prior to the end of the financial year) the control activities necessary to quantify the audit risk, activities which are moreover preparatory to the application of the validity procedures to be applied instead in the final phase (which can be timed in the months following the end of the financial year and in any case before the approval of the budget by the shareholders' meeting).
The importance of auditing arises from the fact that the Financial Statements represent the fundamental communication tool between the company and the market. In fact, today, the Financial Statements have an increasingly broad and varied content in which the economic and financial figures constitute the central but not exclusive aspect (for example, the composition of the board, corporate governance and research and development). In other words, therefore, the Financial Statements are used to carry out not only an economic-financial but also institutional communication between the company and its stakeholders.
In this perspective, therefore, auditing is increasingly important and necessary to "certify" all the varied information that make up the Financial Statements of a company.
To seek the birth of the auditing activity, it is necessary to start from the evolution of the accounting control systems. The review, in fact, started with a control activity, aimed at ascertaining the writing correctness of the findings and the adherence to them of the data contained in the summary documents (formal control of the Financial Statements).
The origins of the audit date back to the 11th and 12th centuries, when cases of accounting control conducted on behalf of the Church, the State or the Cities can be found.
Subsequently, between the seventeenth and eighteenth centuries, the revision assumes an ever greater importance, given the need to control public management and the activities of international companies.
But it is with the Industrial Revolution of the nineteenth century that the "modern" audit in Great Britain is affirmed and developed. During this period, some very significant investments were made in new sectors of industry, which exerted a considerable attraction towards, above all, private capital.
In this context, the need was highlighted to safeguard the interests of savers/investors, through periodic and continuous information on the management and results of the companies in which the savings flows found practical use. The need for ever greater transparency in the economic and financial information of companies thus determined the creation of "experts" in the control of company accounts (auditors), who were called, by virtue of their competence and independence, to give the certainty of the absence of fraud and irregularities.
In this scenario, especially after World War II, the development of the Anglo-Saxon accounting firms, also operating internationally, will take place.
These large companies that shared the market were initially eight, the so-called "Big Eight", which over the coming years, due to mergers and "dismemberments", will be reduced to four, the "Big Four".
Currently, the Big Four are represented by the companies Deloitte & Touche (DT), Ernst & Young (EY), KPMG and PricewaterhouseCoopers (PwC).
These companies are multinationals, with headquarters and offices in the main Countries of the world. They represent a veritable oligopoly, which has governed auditing for decades, effectively constituting a powerful lobby of power.
In the accounting firms work the individual persons in charge of auditing work (the auditors), grouped into teams and assigned to the various client companies. In the exercise of their profession, the auditors operate assuming full responsibility for the consequent verifications and judgments, according to the principles (ethical-professional and auditing) that may be dictated by the law itself or by the directives of the auditing company to which they belong.
La progressiva integrazione dei mercati finanziari e la crescente internazionalizzazione delle attività economiche hanno modificato negli ultimi anni la fisiologia di un numero sempre più vasto di “organismi aziendali”. Il sistema dei controlli societari è stato uno degli ambiti in cui maggiormente hanno pesato gli interventi legislativi, molti dei quali promossi in sede comunitaria, anche e soprattutto a seguito degli scandali finanziari verificatisi nell’ultimo decennio (in primis, Cirio e Parmalat). Nel vasto ed articolato processo di ripensamento dei modelli di controllo, un posto di particolare rilievo spetta alla revisione contabile (revisione legale dei conti).
Come definito dal principio di revisione internazionale che tratta dello svolgimento della revisione contabile ("ISA Italia" 200.11), l'obiettivo generale del revisore è quello di "acquisire una ragionevole sicurezza che il Bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi, dovuti a frodi o a comportamenti non intenzionali, che consenta quindi al revisore di esprimere un giudizio in merito al fatto se il Bilancio sia redatto, in tutti gli aspetti significativi, in conformità al quadro normativo sull'informazione finanziaria applicabile".
La revisione contabile in generale assolve ad una funzione di interesse pubblico, peraltro ben esplicitata nella Direttiva 2006/43/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 17 maggio 2006, dove si precisa che la funzione di interesse pubblico dei revisori legali dei conti scaturisce dal fatto che una vasta comunità di persone e istituzioni fanno affidamento sulla qualità del loro lavoro. La buona qualità della revisione contabile contribuisce, infatti, al regolare funzionamento dei mercati, migliorando l’integrità e l’efficienza dei Bilanci pubblicati.
La disciplina giuridica che regola analiticamente l’attività di revisione contabile e i soggetti che la svolgono nel nostro Paese è stata più volte oggetto di modifiche da parte del legislatore, attraverso un susseguirsi di leggi, decreti, comunicazioni e principi.
Sotto l’aspetto normativo si può affermare che la revisione contabile può essere vista come un complesso di attività interdipendenti fra di loro che definiscono il cosiddetto processo di revisione. L’inizio di tale iter è costituito dall’accettazione dell’incarico da parte del revisore, e la conclusione è rappresentata dalla relazione finale di revisione, che contiene il giudizio complessivo espresso dal revisore in merito all’attendibilità del Bilancio oggetto di verifica.
L’introduzione di questa forma di controllo legale dei conti, finalizzata al giudizio professionale sul Bilancio d’Esercizio e Consolidato, ha determinato, tra l’altro, il formarsi di un corpo di principi contabili, etici e di revisione ad opera della dottrina e degli ordini professionali.
L’iter procedurale dell’attività di revisione contabile, infatti, deve essere opportunamente programmato nel rispetto dei principi di revisione (ISA Italia), definendo nella fase di interim (che dal punto di vista temporale coincide con il periodo antecedente alla chiusura dell’esercizio) le attività di controllo necessarie alla quantificazione del rischio di revisione, attività per di più propedeutiche all’applicazione delle procedure di validità da applicarsi invece nella fase di final (inquadrabile temporalmente nei mesi successivi alla chiusura dell’esercizio e comunque prima dell’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci).
L’importanza dell’attività di revisione contabile nasce dal fatto che il Bilancio rappresenta lo strumento fondamentale di comunicazione tra l’azienda e il mercato. Di fatto, oggi, il Bilancio ha un contenuto sempre più ampio e variegato in cui le grandezze economiche e finanziarie costituiscono l’aspetto centrale ma non esclusivo (ad esempio, la composizione del consiglio di amministrazione, la corporate governance e le attività di ricerca e sviluppo). In altri termini, quindi, il Bilancio serve per svolgere una comunicazione non solo di tipo economico-finanziario ma anche istituzionale tra l’azienda e i suoi stakeholders (portatori di interesse).
In questa ottica, dunque, risulta sempre più importante e necessaria l’attività di revisione contabile per “certificare” tutto l’insieme delle informazioni variegate che compongono il Bilancio di una società.
Per ricercare la nascita dell’attività di revisione contabile occorre partire dall’evoluzione dei sistemi di controllo dei conti. La revisione, in effetti, prese avvio da un’attività di controllo, finalizzata all’accertamento della correttezza scritturale delle rilevazioni e dell’aderenza alle stesse dei dati contenuti nei documenti di sintesi (controllo formale del Bilancio).
Le origini della revisione risalgono già ai secoli XI e XII, quando si possono riscontrare casi di controllo contabile condotto per conto della Chiesa, dello Stato o delle Città.
Successivamente, tra il XVII ed il XVIII secolo, la revisione assume una sempre maggiore rilevanza, data dalla necessità di controllare le gestioni pubbliche e le attività delle compagnie internazionali.
Ma è con la Rivoluzione Industriale del XIX secolo che si afferma e si sviluppa la revisione “moderna” in Gran Bretagna. In questo periodo vennero effettuati investimenti, anche molto rilevanti, in settori nuovi dell’industria, che esercitavano una notevole attrazione nei confronti, soprattutto, del capitale privato.
In tale contesto si evidenziò la necessità di salvaguardare gli interessi dei risparmiatori/investitori, attraverso la periodica e continua informazione sulla gestione e sui risultati delle aziende presso cui i flussi dei risparmi trovavano pratico impiego. L’esigenza di una sempre maggiore trasparenza nelle informazioni economico-finanziarie delle aziende determinò, così, la creazione di “esperti” nel controllo dei conti aziendali (auditors), che erano chiamati, in virtù della loro competenza e della loro indipendenza, a dare la certezza dell’assenza di frodi e di irregolarità.
In questo scenario, soprattutto nel secondo dopoguerra, si realizzerà lo sviluppo delle società di revisione contabile di matrice anglosassone, operanti anche in ambito internazionale.
Tali grandi società che si spartivano il mercato erano inizialmente otto, le cosiddette “Big Eight”, che nel corso degli anni a venire, per effetto di fusioni e di “smembramenti”, si ridurranno a quattro, le “Big Four”.
Attualmente, le Big Four sono rappresentate dalle società Deloitte & Touche (DT), Ernst & Young (EY), KPMG e PricewaterhouseCoopers (PwC).
Queste società sono delle multinazionali, con sedi e uffici nei principali paesi del mondo. Rappresentano un vero e proprio oligopolio, che da decenni governa la revisione contabile, costituendo a tutti gli effetti una potente lobby di potere.
Nelle società di revisione contabile lavorano i singoli soggetti incaricati alle verifiche (i revisori), raggruppati in team ed assegnati alle varie aziende clienti. Nell’esercizio della loro professione i revisori operano assumendosi la piena responsabilità delle verifiche e dei giudizi conseguenti, secondo dei principi (etico-professionali e di revisione) che possono essere dettati dalla legge stessa o dalle direttive della società di revisione di cui fanno parte.
Abstract
The progressive integration of the financial markets and the growing internationalization of economic activities have in recent years changed the physiology of an ever-increasing number of “corporate entities”. The system of corporate controls was one of the areas in which legislative interventions, many of which promoted in the Community, have weighed the most, also and above all following the financial scandals that have occurred in the last decade (first and foremost, Cirio and Parmalat). In the vast and articulated process of rethinking control models, a particularly important place belongs to the auditing.
As defined by the International Standards Audit dealing with the conduct of an audit ("ISA Italy" 200.11), the auditor's general objective is to "acquire reasonable assurance that the Financial Statements as a whole do not contain material misstatement due to fraud or unintentional behavior, which therefore allows the auditor to express an opinion on whether the Financial Statements have been prepared, in all material respects, in compliance with the applicable financial reporting framework ".
The audit in general performs a function of public interest, which is clearly explained in Directive 2006/43/EC of the European Parliament and of the Council of the European Union of 17 May 2006, where it is specified that the public interest function of statutory auditors of the accounts stems from the fact that a large Community of people and institutions rely on the quality of their work. The good quality of the audit contributes, in fact, to the regular functioning of the markets, improving the integrity and efficiency of published Financial Statements.
The legal framework that analytically regulates the auditing activity and the subjects who carry it out in our country has been subject to amendments on several occasions by the legislator, through a succession of laws, decrees, communications and principles.
From the regulatory point of view, it can be said that the audit can be seen as a complex of interdependent activities that define the so-called audit process. The beginning of this process is constituted by the acceptance of the assignment by the auditor, and the conclusion is represented by the final audit report, which contains the overall opinion expressed by the auditor regarding the reliability of the Financial Statements being audited.
The introduction of this form of legal auditing of the accounts, aimed at professional judgment on the Financial Statements and Consolidated Financial Statements, has led, among other things, to the formation of a body of accounting, ethical and auditing principles by the doctrine and of professional orders.
The procedural process of the auditing activity, in fact, must be suitably planned in compliance with the auditing standards (ISA Italia), defining in the interim phase (which from a temporal point of view coincides with the period prior to the end of the financial year) the control activities necessary to quantify the audit risk, activities which are moreover preparatory to the application of the validity procedures to be applied instead in the final phase (which can be timed in the months following the end of the financial year and in any case before the approval of the budget by the shareholders' meeting).
The importance of auditing arises from the fact that the Financial Statements represent the fundamental communication tool between the company and the market. In fact, today, the Financial Statements have an increasingly broad and varied content in which the economic and financial figures constitute the central but not exclusive aspect (for example, the composition of the board, corporate governance and research and development). In other words, therefore, the Financial Statements are used to carry out not only an economic-financial but also institutional communication between the company and its stakeholders.
In this perspective, therefore, auditing is increasingly important and necessary to "certify" all the varied information that make up the Financial Statements of a company.
To seek the birth of the auditing activity, it is necessary to start from the evolution of the accounting control systems. The review, in fact, started with a control activity, aimed at ascertaining the writing correctness of the findings and the adherence to them of the data contained in the summary documents (formal control of the Financial Statements).
The origins of the audit date back to the 11th and 12th centuries, when cases of accounting control conducted on behalf of the Church, the State or the Cities can be found.
Subsequently, between the seventeenth and eighteenth centuries, the revision assumes an ever greater importance, given the need to control public management and the activities of international companies.
But it is with the Industrial Revolution of the nineteenth century that the "modern" audit in Great Britain is affirmed and developed. During this period, some very significant investments were made in new sectors of industry, which exerted a considerable attraction towards, above all, private capital.
In this context, the need was highlighted to safeguard the interests of savers/investors, through periodic and continuous information on the management and results of the companies in which the savings flows found practical use. The need for ever greater transparency in the economic and financial information of companies thus determined the creation of "experts" in the control of company accounts (auditors), who were called, by virtue of their competence and independence, to give the certainty of the absence of fraud and irregularities.
In this scenario, especially after World War II, the development of the Anglo-Saxon accounting firms, also operating internationally, will take place.
These large companies that shared the market were initially eight, the so-called "Big Eight", which over the coming years, due to mergers and "dismemberments", will be reduced to four, the "Big Four".
Currently, the Big Four are represented by the companies Deloitte & Touche (DT), Ernst & Young (EY), KPMG and PricewaterhouseCoopers (PwC).
These companies are multinationals, with headquarters and offices in the main Countries of the world. They represent a veritable oligopoly, which has governed auditing for decades, effectively constituting a powerful lobby of power.
In the accounting firms work the individual persons in charge of auditing work (the auditors), grouped into teams and assigned to the various client companies. In the exercise of their profession, the auditors operate assuming full responsibility for the consequent verifications and judgments, according to the principles (ethical-professional and auditing) that may be dictated by the law itself or by the directives of the auditing company to which they belong.
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