Thesis etd-09152019-200605 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale LM6
Author
BERTOLUCCI, PIETRO
URN
etd-09152019-200605
Thesis title
Descrizione di un outbreak di batteriemie da Enterobacteriaceae produttrici di NDM nell'Area Vasta Toscana Nord-Ovest
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
MEDICINA E CHIRURGIA
Supervisors
relatore Prof. Menichetti, Francesco
correlatore Dott. Falcone, Marco
correlatore Dott. Falcone, Marco
Keywords
- batteriemia
- CRE
- K. pneumoniae
- NDM
- outbreak Toscana
- outcome
- trattamento
Graduation session start date
15/10/2019
Availability
Withheld
Release date
15/10/2089
Summary
Nelle ultime decadi si è assistito a un notevole aumento delle infezioni da batteri Gram negativi multiresistenti, ovvero germi che presentano cioè una riduzione della sensibilità ai più comuni antibiotici a largo spettro. Fra queste le infezioni legate alle Enterobacteriaceae resistenti ai Carbapenemi (CRE) sono in particolare aumento e risultano di importanza clinica in quanto esistono opzioni terapeutiche limitate per contrastarle.
Queste Enterobacteriaceae, principalmente Klebsiella Pneumoniae e Escherichia coli, posseggono geni di resistenza che codificano per carbapenemasi, un gruppo eterogeneo di enzimi che sono in grado di inattivare molti β-lattamici, compresi i carbapenemi. E’ proprio la resistenza ai carbapenemi a destare particolare preoccupazione in quanto essi hanno rappresentato negli ultimi anni una valida opzione per la terapia di pazienti affetti da infezioni da germi multiresistenti. Le infezioni da CRE costituiscono una minaccia per i pazienti e per i sistemi sanitari, non solo per la difficoltà terapeutica, ma anche perché questi microrganismi hanno la capacità di diffondere in ambito nosocomiale così come in quello comunitario, aspetto che rende complicato il controllo della loro diffusione. Inoltre, esse di associano ad elevata morbilità e mortalità. La mortalità dei pazienti con batteriemia da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, che si presentano con shock settico, è stata stimata fino al 67% dei casi.
Nell’ambito della diffusione all’interno delle strutture ospedaliere delle CRE, risulta di grande attualità la recente diffusione nell’Area Toscana Nord Ovest di ceppi di Enterobacteriaceae produttori di New-Delhi metallo-ß-lattamasi (NDM), fenomeno che ha destato l’attenzione delle principali società scientifiche (e non) nazionali ed internazionali nonché dei mass media. Il nostro studio nasce proprio dalla necessità di affrontare questa nuova sfida, di comprendere il fenomeno legato alla diffusione delle infezioni sostenute da germi produttori di NDM, i fattori di rischio per il loro sviluppo e la gravità clinica cui si correlano. Analizzare il fenomeno osservato è inoltre importante per i clinici al fine di individuare le strategie gestionali e terapeutiche in grado di prevenire e/o al meglio curare i pazienti affetti da infezioni da CRE produttori di NDM.
Lo studio ha evidenziato come le batteriemie da CRE NDM abbiano subito un rapido incremento in termini numerici in Toscana, sottolineando la necessità di un’accurata prevenzione e identificazione precoce del problema. A rischio sono non solo le Unità di Terapia Intensiva, ma anche le U.O. Mediche (e anche quelle Chirurgiche) che potrebbero vedere un cospicuo incremento dei casi. Il rischio di sviluppare queste batteriemie è elevato soprattutto in pazienti anziani, in pazienti con numerose comorbidità e infine in pazienti che hanno subito trapianti e terapie immunosoppressive; è su questa coorte di pazienti che è necessario focalizzare l’attenzione clinica, per prevenire lo sviluppo dell’infezione oppure per identificarla precocemente. La mortalità, una volta sviluppata la batteriemia, è molto alta. Per questo è necessario un trattamento tempestivo, che si basi sulle sensibilità antibiotiche del microrganismo; in questo senso il nostro confronto tra la popolazione deceduta e quella sopravvissuta ha evidenziato una superiorità della combinazione Ceftazidime/avibactam e Aztreonam.
Queste Enterobacteriaceae, principalmente Klebsiella Pneumoniae e Escherichia coli, posseggono geni di resistenza che codificano per carbapenemasi, un gruppo eterogeneo di enzimi che sono in grado di inattivare molti β-lattamici, compresi i carbapenemi. E’ proprio la resistenza ai carbapenemi a destare particolare preoccupazione in quanto essi hanno rappresentato negli ultimi anni una valida opzione per la terapia di pazienti affetti da infezioni da germi multiresistenti. Le infezioni da CRE costituiscono una minaccia per i pazienti e per i sistemi sanitari, non solo per la difficoltà terapeutica, ma anche perché questi microrganismi hanno la capacità di diffondere in ambito nosocomiale così come in quello comunitario, aspetto che rende complicato il controllo della loro diffusione. Inoltre, esse di associano ad elevata morbilità e mortalità. La mortalità dei pazienti con batteriemia da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, che si presentano con shock settico, è stata stimata fino al 67% dei casi.
Nell’ambito della diffusione all’interno delle strutture ospedaliere delle CRE, risulta di grande attualità la recente diffusione nell’Area Toscana Nord Ovest di ceppi di Enterobacteriaceae produttori di New-Delhi metallo-ß-lattamasi (NDM), fenomeno che ha destato l’attenzione delle principali società scientifiche (e non) nazionali ed internazionali nonché dei mass media. Il nostro studio nasce proprio dalla necessità di affrontare questa nuova sfida, di comprendere il fenomeno legato alla diffusione delle infezioni sostenute da germi produttori di NDM, i fattori di rischio per il loro sviluppo e la gravità clinica cui si correlano. Analizzare il fenomeno osservato è inoltre importante per i clinici al fine di individuare le strategie gestionali e terapeutiche in grado di prevenire e/o al meglio curare i pazienti affetti da infezioni da CRE produttori di NDM.
Lo studio ha evidenziato come le batteriemie da CRE NDM abbiano subito un rapido incremento in termini numerici in Toscana, sottolineando la necessità di un’accurata prevenzione e identificazione precoce del problema. A rischio sono non solo le Unità di Terapia Intensiva, ma anche le U.O. Mediche (e anche quelle Chirurgiche) che potrebbero vedere un cospicuo incremento dei casi. Il rischio di sviluppare queste batteriemie è elevato soprattutto in pazienti anziani, in pazienti con numerose comorbidità e infine in pazienti che hanno subito trapianti e terapie immunosoppressive; è su questa coorte di pazienti che è necessario focalizzare l’attenzione clinica, per prevenire lo sviluppo dell’infezione oppure per identificarla precocemente. La mortalità, una volta sviluppata la batteriemia, è molto alta. Per questo è necessario un trattamento tempestivo, che si basi sulle sensibilità antibiotiche del microrganismo; in questo senso il nostro confronto tra la popolazione deceduta e quella sopravvissuta ha evidenziato una superiorità della combinazione Ceftazidime/avibactam e Aztreonam.
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