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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09152011-095233


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LARI, PAOLO
URN
etd-09152011-095233
Titolo
I Luoghi dell’esclusione, nell’ambito della salute mentale. Nuovi servizi e nuove politiche di attivazione emerse a partire dalla Legge 180/1978
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
PROGRAMMAZIONE E POLITICA DEI SERVIZI SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Villa, Matteo
Parole chiave
  • abuso
  • costrizione
  • Discriminazione
  • internamento
  • Labelling Theorist
  • Legge Basaglia
  • nuovi servizi.
  • patologia
  • tecniche di soffocamento
Data inizio appello
03/10/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
Prima di iniziare l'esposizione vera e propria del lavoro, è opportuno chiarire quale sia stata la motivazione della scelta ed a quale scopo risponda la sua realizzazione.
L'intento del presente studio è stato quello di cercare di tentare di analizzare e di capire le ragioni alla base degli atteggiamenti discriminatori tenuti di alcuni individui a discapito di altri, presenti in una determinata società.
In particolare si è potuto osservare come gli individui che emarginano, utilizzino delle etichette atte a distinguere la maggioranza, dai gruppi ritenuti minoritari e devianti, che non si conformano ai voleri della maggioranza stessa.
Tramite l'ausilio di vari contributi teorici, si è osservato come le etichette altro non siano che delle costruzioni di significato, ed abbiano una notevole influenza per il soggetto che le riceve; tanto da arrivare, molte volte, ad una completa immedesimazione del soggetto etichettato con l'etichetta stessa.
Una tra le frange di popolazione che nel tempo ha subito questi comportamenti fortemente discriminatori, si può riscontrare tra gli individui con un disturbo mentale.
Nel secondo capitolo si è messo in evidenza il percorso che ha portato gli individui con un disturbo mentale - etichettati come folli – all'interno degli ospedali psichiatrici, inizialmente nati come luogo di cura e di protezione. Il soggetto folle era infatti visto come un individuo pericoloso ed era necessario prendere le distanze da esso; inoltre la creazione di queste strutture avrebbe potuto curare e migliorare le condizioni di vita dei pazienti.
Nel corso dell'elaborato, si è notato come lo stesso ospedale psichiatrico si sia rivelato estremamente dannoso per i pazienti, costretti a vivere in condizioni ambientali completamente degradate, a subire trattamenti inumani e senza alcuna possibilità di reazione. Individui lasciati a se stessi, senza possibilità di relazionarsi con il personale di riferimento, senza alcun tipo di attività da svolgere, se non lavori forzati.
Quindi si è messo in rilievo la Legge Basaglia del 180/1978 come Riforma che ha provveduto alla chiusura di queste strutture totalizzanti. Vi è da dire che la stessa Riforma non ha risolto tutti i problemi, ed anzi ne ha creati molti nuovi, come ad esempio, non aver pensato ad un idoneo progetto di reintegro dei pazienti in società. La Riforma quindi ha avuto il vanto di porre fine alle violenze cui erano sottoposti i soggetti, ma non è riuscita a risolvere le discriminazioni che sono continuate anche al di fuori degli ospedali psichiatrici, per questi soggetti.
Nel terzo capitolo si sono evidenziati innanzitutto i diritti che hanno questi individui, che in realtà sono di tutti i soggetti (non essendovi alcuna differenza) ovvero: una libera fruizioni di beni e di cure; una piena libertà religiosa, sessuale, politica ecc…; il diritto ad avere un lavoro e con esso un reddito autonomo; in una parola il diritto alla cittadinanza.
Occorre però che il cambiamento parta dalla stessa persona con un disturbo mentale, e che essa si attivi per poter cambiare le proprie condizioni personali; a tal proposito è sembrato opportuno descrivere in cosa consiste l’empowerment.
Oltre a ciò, devono essere presenti servizi in grado di accogliere la domanda di bisogno (presentata direttamente dal paziente, o da chi se ne prende cura), in grado di offrire cure ma anche un progetto riabilitativo personalizzato. Si è descritta l’organizzazione dei servizi in una prospettiva reticolare, dove ogni struttura deve essere collegata e far parte del Dipartimento di Salute Mentale.
Si è infine focalizzata l’attenzione su una forte integrazione che vi deve essere tra tutti gli attori sociali: operatori, famiglie, volontariato ecc…, al fine non solo di aiutare il malato mentale, quanto piuttosto di metterlo nelle condizioni di poter partecipare a pieno titolo: da una parte agevolando l’accesso ai servizi, e dall’altra garantendo la libertà a condurre la vita, così come ritiene più opportuno.





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