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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09142022-135219


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DAMIANI, CECILIA
URN
etd-09142022-135219
Titolo
Studio della vulnerabilità sismica del palazzo Poniatowsky-Guadagni a Firenze
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE E DELLE COSTRUZIONI CIVILI
Relatori
relatore Prof. Croce, Pietro
relatore Prof.ssa Beconcini, Maria Luisa
relatore Ing. Landi, Filippo
Parole chiave
  • architetto Alfarano
  • architetto Isolani
  • architetto Maccagnani
  • epush
  • Giuseppe Poggi
  • indice di rischio sismico
  • istituto agricolo coloniale
  • modellazione strutturale
  • palazzo Poniatowsky-Guadagni
  • palazzo storico Firenze
  • Porta al Prato
  • sede polizia municipale Firenze
  • università di Pisa
  • vincolo architettonico
  • vincolo paesaggistico
  • vulnerabilità sismica
Data inizio appello
03/10/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/10/2025
Riassunto
Il presente elaborato ha per oggetto la valutazione della vulnerabilità sismica del palazzo Poniatowsky- Guadagni, situato a Firenze nel piazzale della Porta al Prato n.6.
Per poter valutare la vulnerabilità sismica di una generica struttura è opportuno studiarne la propensione a subire un danno di un determinato livello, a fronte di un evento sismico di una certa intensità. Se da un lato non è possibile agire per modificare la pericolosità sismica di un territorio e ben poco si può fare per modificare l’esposizione al rischio sismico, dall’altro abbiamo invece molte possibilità di ridurre la vulnerabilità delle costruzioni e di attuare così politiche di prevenzione e messa in sicurezza degli edifici. In particolare, il presente elaborato è finalizzato all’illustrazione di tutti i passaggi per la valutazione della vulnerabilità sismica dell’edificio oggetto di studio.
Particolare attenzione è stata posta nella fase iniziale di conoscenza dell’edificio, comprendente la ricerca della documentazione storica, il rilievo geometrico- strutturale e la caratterizzazione meccanica dei materiali. Dopodiché, una volta valutate le azioni agenti sulla struttura, è stato realizzato un modello strutturale e, in primis, sono state condotte verifiche ai carichi verticali agli SLU. Successivamente mediante il modello strutturale a pareti singole, essendo presenti solai di tipo flessibile, e per mezzo di un’analisi statica lineare sono state effettuate verifiche locali di resistenza per azioni sismiche agli SLV. Inoltre, facendo opportune ipotesi di rigidezza, è stato realizzato un modello per allineamenti sul quale sono state effettuate verifiche di resistenza con un’analisi statica non lineare. Infine, una volta determinato l’indice di rischio di ciascun maschio murario, sono stati proposti dei primi interventi di miglioramento su alcuni maschi che presentano IR<0.60, affinché raggiungano e superino il valore di riferimento come dettato dalle Norme tecniche per le costruzioni del 17 gennaio 2018.
Palazzo Poniatowsky-Guadagni ha ospitato famiglie nobili che ne hanno aumentato il pregio sia con affreschi che con sculture che con semplici arredi interni e, inoltre, fa parte della zona dei viali di circonvallazione della città di Firenze. Per questi motivi, come si può constatare dal Geoscopio della Regione Toscana, il palazzo presenta sia un vincolo di tutela architettonica sia un vincolo di carattere paesaggistico.
L’edificio, attualmente sede del Corpo di Polizia Municipale, occupa un lotto d’angolo estendendosi da Viale Belfiore a via del Ponte alle Mosse. Presenta una forma geometrica alquanto irregolare, dovuta ai vari ampliamenti avvenuti nel tempo. La struttura può essere scandita in tre blocchi principali: il primo, quello ad ovest che si affaccia su via del Ponte alle Mosse, è la parte originaria edificata nel tardo Settecento dalla famiglia Pontelli ed era destinata a casino di delizie; il secondo è quello centrale, realizzato nella metà dell’Ottocento dall’ Ing. Poggi commissionato dalla famiglia nobile polacca dei Poniatowsky che aveva acquistato le proprietà; infine, l’ultimo blocco, quello ad est che si affaccia su viale Belfiore, è stato realizzato nella seconda metà dell’Ottocento durante il periodo di Firenze capitale, quando la proprietà era della nobile famiglia fiorentina dei Guadagni. È proprio da queste famiglie che il palazzo ne prende il nome. Dopo questo primo periodo in cui l’edificio ha ospitato famiglie nobili, nel 1920 è stato acquistato dal Comune di Firenze e destinato inizialmente all’ Istituto Agricolo Coloniale per l’Africa italiana, poi al Comando dei Vigili urbani.
L’immobile si sviluppa su tre piani fuori terra, oltre a due piani ammezzati che si estendono per circa metà superficie di piano; presenta una pianta irregolare che testimonia la trasformazione dell’edificio nel tempo in funzione alle varie proprietà e all’utilizzo dei locali. La superficie calpestabile di ciascuno piano è di 857 mq (piano terra, primo e secondo), eccetto il primo mezzanino di 313 mq e il sottotetto di 206 mq. Le altezze di piano variano da vano a vano, in quanto può essere presente o no un controsoffitto in cannicciato. Nel modello strutturale sono stati considerati gli interassi tra i solai di ciascun piano: 3.20 m per il piano terra, 3.00 m per il primo piano ammezzato (dove presente), 5.40 m per il primo piano, 4.20 m il secondo piano ed infine 2.20 m il secondo piano ammezzato (dove presente).
Per quanto riguarda la tipologia costruttiva delle pareti, sono maggiormente diffuse murature di “pietre a spacco con buona tessitura”; inoltre sono presenti delle murature di spessore esiguo ad una o due teste realizzate “in mattoni pieni e malta di calce”. La copertura del tetto è costituita da coppi e mezzane che poggiano su travetti 8x8 cm in legno, che a sua volta scaricano su travi principali di sezione 24x24 cm. Nella modellazione strutturale la copertura non è stata direttamente modellata, ma è stata introdotta come pesi gravanti sulle pareti dell’ultimo piano che la sostengono.
Le tipologie costruttive dei solai sono molteplici: a volta in laterizio nell’atrio d’ingresso; in netta maggioranza sono quelli in legno con eventuale controsoffitto in cannicciato; molti altri sono in latero-cemento; nel sottotetto è presente un solaio in acciaio e laterizio, di più recente realizzazione; al secondo piano dell’ala ovest è presente un solaio in vetrocemento. Anche gli orizzontamenti non sono stati direttamente modellati, ma bensì introdotti come carichi gravanti sulle murature secondo le aree di influenza.
Le verifiche ai carichi verticali agli SLU sono in generale soddisfatte, fatta eccezione delle pareti in laterizio a una o due teste, che non soddisfano neppure i requisiti di snellezza limite per murature portanti (λ<20).
Le verifiche per azioni sismiche agli SLV sono state condotte sia su pareti singole, con analisi statica lineare, che su pareti allineate, con analisi statica non lineare. Le prime conducono a IR<0.60 su alcuni maschi murari del piano terra, ma si è constatato che facendo opportune ipotesi di rigidezza e collegamento tra maschi murari appartenenti alla solita parete, le verifiche per allineamenti di pareti conducono a IRmin>0.60.
In conclusione, sono stati proposti dei primi interventi su alcune murature, atti a migliorarne sia il comportamento statico che sismico; in particolare sono stati progettati ampliamenti della sezione di alcuni maschi murari al piano terra.

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