Tesi etd-09142009-171240 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BONDI, GIULIA
URN
etd-09142009-171240
Titolo
Studio del degrado di suoli sottoposti al pascolamento di diverse specie di interesse zootecnico.
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
AGRICOLTURA BIOLOGICA E MULTIFUNZIONALE
Relatori
relatore Prof. Pistoia, Alessandro
relatore Dott.ssa Masciandaro, Grazia
relatore Dott.ssa Masciandaro, Grazia
Parole chiave
- desertificazione
- disturbo
- pascolamento
- suolo
Data inizio appello
05/10/2009
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
05/10/2049
Riassunto
La definizione della Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione del 1997, si presenta come uno strumento necessario ed innovativo che può essere considerato il punto di riferimento per tutti i paesi colpiti da tale fenomeno. A livello globale sono presenti molte zone ad elevato rischio di desertificazione. L'area mediterranea, e soprattutto quella meridionale, è quella maggiormente a rischio. Oltre alle caratteristiche climatiche, ci sono altri fattori che giocano a favore del fenomeno desertificazione, come l’elevata erodibilità dei suoli, l’eccessiva antropizzazione delle coste, la frequenza degli incendi boschivi, l'abbandono dell'agricoltura e l'intenso sfruttamento delle riserve idriche delle falde.
Un terreno “desertificato”, in altri termini, è un terreno che ha perso la sua capacità di recuperare la propria configurazione in seguito ad una azione di disturbo. Il suolo, a causa di disturbi esterni, può subire un processo di degradazione che provoca la regressione da uno stato di qualità più elevato ad uno inferiore e può portare, nel caso estremo della desertificazione, al completo annullamento del potenziale biologico e della capacità di resilienza. Il suolo è considerato una risorsa naturale non rinnovabile, e per tale motivo necessita di una tutela pari a quella che si ha per altre risorse come l’aria e l’acqua. L’impatto che la pressione zoogena ha sul suolo, contribuisce ad incrementare il processo di degradazione dello stesso e per tale ragione, si dimostra una tra le maggiori cause responsabili del processo di desertificazione. Il tipo di disturbo che il pascolamento opera ai danni del terreno è la riduzione della vegetazione, che lo protegge dall’erosione e garantisce un buon livello di sostanza organica. I danni nei confronti della fitocenosi possono quindi dar luogo a problemi importanti relazionati alla qualità dei suoli e di conseguenza alla loro fertilità. D’altro canto un ulteriore effetto del pascolamento sul terreno è attribuibile alla compattazione degli orizzonti superficiali determinata dal calpestamento da parte degli animali. Entrambe queste cause che concorrono alla formazione del fenomeno, provocano nel suolo una diminuzione della vitalità, dimostrabile attraverso parametri fisici, biochimici e chimico strutturali.
Ciò che questo studio ha affrontato riguarda appunto le modifiche a cui tali parametri vanno incontro in suoli sottoposti al pascolo di diverse specie di interesse zootecnico, in modo da valutarne l’impatto ambientale. La prova si è articolata in due fasi distinte. La prima consiste in un indagine sulle variazioni dei parametri in questione del suolo interessato dal pascolamento di diverse specie animali. Alla luce di questo sono stati effettuati dei campionamenti su 12 siti, (oculatamente scelti secondo alcuni criteri), tre per ogni specie animale oggetto di studio, che risultavano sottoposti a pascolo da un minimo di 5 anni consecutivi. Su ciascun sito sono stati effettuati dei campionamenti di suolo disturbato che sono stati confrontati con i relativi indisturbati al fine di esaminare alcuni parametri indicatori del livello di degrado dei suoli disturbati. La seconda consiste nel monitoraggio dell’evoluzione nel tempo della qualità del suolo e dei cotici erbosi sottoposti per la prima volta a pascolamento. Questa seconda fase ha avuto come riferimento due siti specifici uno situato a San Piero a grado (PI), l’altro a Coltano (PI), pascolati rispettivamente da ovini e suini. L’obiettivo è stato quello di valutare l’impatto ambientale derivante da un situazione di sovrappascolamento provocata da due specie animale con attitudini comportamentali differenti. I risultati ottenuti in entrambe le fasi sperimentali hanno messo in evidenza come i danni sulla vegetazione (in particolar modo sul cotico erboso) e sul suolo (rimozione del terreno dovuta a rooting e calpestamento) sia strettamente correlato con i parametri analitici a piccola scala riguardanti le caratteristiche chimiche, biochimiche, fisiche e fisico-strutturali del terreno. In definitiva lo studio effettuato mette in rilievo come l’utilizzazione sconsiderata delle aree di pascolo possa mettere a rischio la qualità del suolo, creando i presupposti per una perdita irreversibile delle sue proprie funzioni.
Un terreno “desertificato”, in altri termini, è un terreno che ha perso la sua capacità di recuperare la propria configurazione in seguito ad una azione di disturbo. Il suolo, a causa di disturbi esterni, può subire un processo di degradazione che provoca la regressione da uno stato di qualità più elevato ad uno inferiore e può portare, nel caso estremo della desertificazione, al completo annullamento del potenziale biologico e della capacità di resilienza. Il suolo è considerato una risorsa naturale non rinnovabile, e per tale motivo necessita di una tutela pari a quella che si ha per altre risorse come l’aria e l’acqua. L’impatto che la pressione zoogena ha sul suolo, contribuisce ad incrementare il processo di degradazione dello stesso e per tale ragione, si dimostra una tra le maggiori cause responsabili del processo di desertificazione. Il tipo di disturbo che il pascolamento opera ai danni del terreno è la riduzione della vegetazione, che lo protegge dall’erosione e garantisce un buon livello di sostanza organica. I danni nei confronti della fitocenosi possono quindi dar luogo a problemi importanti relazionati alla qualità dei suoli e di conseguenza alla loro fertilità. D’altro canto un ulteriore effetto del pascolamento sul terreno è attribuibile alla compattazione degli orizzonti superficiali determinata dal calpestamento da parte degli animali. Entrambe queste cause che concorrono alla formazione del fenomeno, provocano nel suolo una diminuzione della vitalità, dimostrabile attraverso parametri fisici, biochimici e chimico strutturali.
Ciò che questo studio ha affrontato riguarda appunto le modifiche a cui tali parametri vanno incontro in suoli sottoposti al pascolo di diverse specie di interesse zootecnico, in modo da valutarne l’impatto ambientale. La prova si è articolata in due fasi distinte. La prima consiste in un indagine sulle variazioni dei parametri in questione del suolo interessato dal pascolamento di diverse specie animali. Alla luce di questo sono stati effettuati dei campionamenti su 12 siti, (oculatamente scelti secondo alcuni criteri), tre per ogni specie animale oggetto di studio, che risultavano sottoposti a pascolo da un minimo di 5 anni consecutivi. Su ciascun sito sono stati effettuati dei campionamenti di suolo disturbato che sono stati confrontati con i relativi indisturbati al fine di esaminare alcuni parametri indicatori del livello di degrado dei suoli disturbati. La seconda consiste nel monitoraggio dell’evoluzione nel tempo della qualità del suolo e dei cotici erbosi sottoposti per la prima volta a pascolamento. Questa seconda fase ha avuto come riferimento due siti specifici uno situato a San Piero a grado (PI), l’altro a Coltano (PI), pascolati rispettivamente da ovini e suini. L’obiettivo è stato quello di valutare l’impatto ambientale derivante da un situazione di sovrappascolamento provocata da due specie animale con attitudini comportamentali differenti. I risultati ottenuti in entrambe le fasi sperimentali hanno messo in evidenza come i danni sulla vegetazione (in particolar modo sul cotico erboso) e sul suolo (rimozione del terreno dovuta a rooting e calpestamento) sia strettamente correlato con i parametri analitici a piccola scala riguardanti le caratteristiche chimiche, biochimiche, fisiche e fisico-strutturali del terreno. In definitiva lo studio effettuato mette in rilievo come l’utilizzazione sconsiderata delle aree di pascolo possa mettere a rischio la qualità del suolo, creando i presupposti per una perdita irreversibile delle sue proprie funzioni.
File
Nome file | Dimensione |
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introduzione.pdf | 1.42 Mb |
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