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• virtual reality
• sustained attention
• neurophysiology
• psychophysiology
• realtà virtuale
• attenzione sostenuta
• neurofisiologia
• psicofisiologia

Il concetto di embodiment all’interno delle neuroscienze è definito come la capacità di integrare gli oggetti esterni entro la propria percezione corporea e, nell’ambito della realtà virtuale, di percepire sé stesso in un avatar. Al fine di studiare questa relazione abbiamo utilizzato un protocollo che mira a modulare il senso di embodiment attraverso una stimolazione tDCS (transcranial Direct Current Stimulation) anodica sull’area TPJ (giunzione temporo parietale) che da letteratura scientifica risulta implicata nel senso di embodiment. Dopo l’esecuzione del task, sono stati inoltre valutati i seguenti parametri: senso di embodiment, telepresenza percepita (Avatar embodiment e Presence questionnaire), livello di workload percepito (NASA-TLX), indici di performance e l’eventuale relazione tra le variazioni psicometriche e quelle comportamentali.
I cambiamenti negli indici suddetti sono stati studiati tenendo in considerazione l’effetto della stimolazione [fattore within: sessione (active o sham)] e l’ordine delle sessioni eseguite (fattore between: ordine delle sessioni) in 28 soggetti sani. Inoltre, sono state studiate le relazioni causali tra i costrutti utilizzando il modello Partial Least Squared Structural Equation Modeling (PLS-SEM).
I risultati ricavati evidenziano un effetto della stimolazione sull'area TPJ nel miglioramento della performance visuomotoria (maggiore velocità e controllo) e una relazione causale, indipendente dalla stimolazione, tra livelli individuali del senso di embodiment e di presenza esperiti, e di quest’ultima sul carico cognitivo richiesto per l’esecuzione del task. La relazione causale tra embodiment e presenza è interpretabile grazie ad una ottimale integrazione multisensoriale, in grado di facilitare le azioni di controllo nei confronti dell’ambiente virtuale, in cui la TPJ partecipa in quanto area che supporta la percezione soggettiva di sé come agente. Al contempo, la tele-presenza, grazie alla capacità di far sentire gli individui immersi nell’ambiente virtuale, agisce diminuendo il workload attraverso un’ottimale percezione di trasposizione, che diminuisce la distanza tra il soggetto e l’effettore virtuale (controller).
Tale studio evidenzia le relazioni tra embodiment e performance visuomotoria, gettando le basi per interventi in setting in cui il controllo remoto è essenziale (es. Chirurgia robotica).