Tesi etd-09132021-091118 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SENESE, FRANCESCA
URN
etd-09132021-091118
Titolo
Viaggi nell'oscurità: la figura della strega in Jackson, Carter, Drabble e Winterson.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE, LETTERATURE E FILOLOGIE EURO - AMERICANE
Relatori
relatore Prof. Ciompi, Fausto
Parole chiave
- Carter
- Drabble
- ghost stories
- gotico
- horror
- Jackson
- Salem
- strega
- stregoneria
- Winterson
- witch
- witchery
Data inizio appello
27/09/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questa tesi verte sull’analisi di una delle figure folkloriche più antiche e conosciute di sempre: la strega. Il lavoro nasce da una passione per il genere gotico e le storie a tema horror e si concentra su una creatura che, insieme a molte altre, domina da secoli le leggende e le storie che si incontrano in letteratura, cinema e arte. Rispetto agli altri esseri soprannaturali, quali fantasmi, mutaforma e zombie, le streghe sono caratterizzate dalla dotazione di poteri magici, che spesso permettono loro di controllare la natura, lanciare incantesimi e maledizioni. Dal punto di vista storico, inizialmente queste donne erano considerate una sorta di guaritrici in molte comunità, ma nel Quattordicesimo secolo, a causa della Chiesa Cattolica, la stregoneria anche presunta, diventa un crimine, punibile persino con la morte. In un disperato tentativo di affermare il bene sul male e di sconfiggere il diavolo e i suoi agenti, inizia una vera e propria persecuzione, documentata a livello storico verso persone, soprattutto donne, del tutto innocenti. Rimangono oggi registri con i verbali dei processi, delle testimonianze e i manuali che furono scritti a riguardo, oltre ai testi delle leggi folli che furono emanate per contrastare questo fenomeno. Forse proprio per questo suo intrecciarsi con la Storia, la figura della strega esercita il suo fascino su autori classici e contemporanei. Esistono vari motivi per cui alcune categorie di donne, e talvolta anche bambine e bambini, furono accusati e ingiustamente condannati per crimini assurdi.
Lo scopo di questa tesi è proprio quello di analizzare, attraverso la narrativa, il fenomeno della caccia alle streghe in diversi luoghi e momenti storici, per cercare di capirne le cause, i meccanismi e le conseguenze. Da sempre la strega è il simbolo non solo della diversità e della devianza, ma anche della ribellione ai dettami patriarcali della società. Per questo si è scelto di concentrare il lavoro su quattro opere diverse, che hanno come tema comune la figura della strega, in senso letterale o figurato, tutti testi scritti da donne, per avere una prospettiva femminile sull’argomento.
Il primo capitolo si occupa di indagare l’origine e l’evoluzione della stregoneria, con particolare attenzione ai processi di Salem del Seicento, di cui sono stati analizzati alcuni verbali e trascrizioni. Dopodiché viene esaminata la figura della strega in ambito letterario, con un excursus degli autori e delle opere di genere gotico e horror che hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse per questo mito fino a oggi. Questa investiga la secolare trasformazione del femminile da angelo del focolare a creatura mostruosa, per arrivare alla recente transvalutazione della diversa e dell’abietta in eroina oscura. Le donne vengono quindi studiate non solo come autrici di storie horror, ma anche come personaggi. Partendo dai concetti di estraneo, capro espiatorio e costruzione del nemico, la tesi si prefigge di dimostrare come le culture, in ogni periodo storico, hanno bisogno di sfogare le proprie ansie, frustrazioni e violenza su un determinato soggetto, che risponde a certe caratteristiche di estraneità e devianza, per poter progredire senza conflitti più distruttivi e diffusi. La società, che da sempre teme ciò che non può categorizzare in maniera netta e quindi controllare, avalla spesso questi comportamenti e accade così che la paura e le storie di paura, diventino uno strumento di monito e controllo delle masse, per indurle a seguire modelli e regole al fine di perpetuare l’ordine sociale precostituito. In questo scenario, si inserisce la figura della strega, ovvero la donna che trasgredisce le norme e per questo viene demonizzata e resa una figura abietta e mostruosa dal potere patriarcale.
Il secondo capitolo analizza l’autrice americana Shirley Jackson, che si definiva una strega per sua stessa scelta e, attraverso i suoi personaggi femminili, in particolare nella storia d’orrore The Haunting of Hill House, mostra la condizione di oppressione delle donne nell’America degli anni Cinquanta e Sessanta, le quali, perseguitate dallo spettro della domesticità, finivano per diventare loro stesse fantasmi. Qualsiasi donna che non rispecchiasse i canoni femminili dell’epoca veniva considerata pazza, deviata, una sorta di strega in senso metaforico.
Il terzo capitolo si concentra invece sul mondo fantastico, quello della favola. Attraverso la serie di racconti The Bloody Chamber and Other Stories, Angela Carter ribalta completamente la rappresentazione della donna e anche dell’uomo nelle fiabe classiche, presentando tutta una serie di alias della strega, dalla vampira alla donna mutaforma, esplorando il desiderio, la coscienza femminile e la sua affermazione. Nel quarto capitolo si torna al piano della realtà, stavolta quella della società inglese e borghese degli anni Novanta, che Margaret Drabble ferocemente critica in The Witch of Exmoor.
Infine si analizza The Daylight Gate di Jeanette Winterson, una rivisitazione storica dei processi per stregoneria avvenuti in Inghilterra nel Seicento. Attraverso quest’opera, si analizza il metodo dei processi e soprattutto il trattamento e l’abuso di potere a cui erano sottoposti gli accusati. Denunciando la corruzione del potere, si analizza anche il fenomeno della stregoneria nei bambini e si stabilisce un paragone tra gli eventi del passato e gli analoghi meccanismi simili che si riproducono nelle società moderne.
Lo scopo di questa tesi è proprio quello di analizzare, attraverso la narrativa, il fenomeno della caccia alle streghe in diversi luoghi e momenti storici, per cercare di capirne le cause, i meccanismi e le conseguenze. Da sempre la strega è il simbolo non solo della diversità e della devianza, ma anche della ribellione ai dettami patriarcali della società. Per questo si è scelto di concentrare il lavoro su quattro opere diverse, che hanno come tema comune la figura della strega, in senso letterale o figurato, tutti testi scritti da donne, per avere una prospettiva femminile sull’argomento.
Il primo capitolo si occupa di indagare l’origine e l’evoluzione della stregoneria, con particolare attenzione ai processi di Salem del Seicento, di cui sono stati analizzati alcuni verbali e trascrizioni. Dopodiché viene esaminata la figura della strega in ambito letterario, con un excursus degli autori e delle opere di genere gotico e horror che hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse per questo mito fino a oggi. Questa investiga la secolare trasformazione del femminile da angelo del focolare a creatura mostruosa, per arrivare alla recente transvalutazione della diversa e dell’abietta in eroina oscura. Le donne vengono quindi studiate non solo come autrici di storie horror, ma anche come personaggi. Partendo dai concetti di estraneo, capro espiatorio e costruzione del nemico, la tesi si prefigge di dimostrare come le culture, in ogni periodo storico, hanno bisogno di sfogare le proprie ansie, frustrazioni e violenza su un determinato soggetto, che risponde a certe caratteristiche di estraneità e devianza, per poter progredire senza conflitti più distruttivi e diffusi. La società, che da sempre teme ciò che non può categorizzare in maniera netta e quindi controllare, avalla spesso questi comportamenti e accade così che la paura e le storie di paura, diventino uno strumento di monito e controllo delle masse, per indurle a seguire modelli e regole al fine di perpetuare l’ordine sociale precostituito. In questo scenario, si inserisce la figura della strega, ovvero la donna che trasgredisce le norme e per questo viene demonizzata e resa una figura abietta e mostruosa dal potere patriarcale.
Il secondo capitolo analizza l’autrice americana Shirley Jackson, che si definiva una strega per sua stessa scelta e, attraverso i suoi personaggi femminili, in particolare nella storia d’orrore The Haunting of Hill House, mostra la condizione di oppressione delle donne nell’America degli anni Cinquanta e Sessanta, le quali, perseguitate dallo spettro della domesticità, finivano per diventare loro stesse fantasmi. Qualsiasi donna che non rispecchiasse i canoni femminili dell’epoca veniva considerata pazza, deviata, una sorta di strega in senso metaforico.
Il terzo capitolo si concentra invece sul mondo fantastico, quello della favola. Attraverso la serie di racconti The Bloody Chamber and Other Stories, Angela Carter ribalta completamente la rappresentazione della donna e anche dell’uomo nelle fiabe classiche, presentando tutta una serie di alias della strega, dalla vampira alla donna mutaforma, esplorando il desiderio, la coscienza femminile e la sua affermazione. Nel quarto capitolo si torna al piano della realtà, stavolta quella della società inglese e borghese degli anni Novanta, che Margaret Drabble ferocemente critica in The Witch of Exmoor.
Infine si analizza The Daylight Gate di Jeanette Winterson, una rivisitazione storica dei processi per stregoneria avvenuti in Inghilterra nel Seicento. Attraverso quest’opera, si analizza il metodo dei processi e soprattutto il trattamento e l’abuso di potere a cui erano sottoposti gli accusati. Denunciando la corruzione del potere, si analizza anche il fenomeno della stregoneria nei bambini e si stabilisce un paragone tra gli eventi del passato e gli analoghi meccanismi simili che si riproducono nelle società moderne.
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