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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09132017-122534


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BASSONI, FRANCESCO
URN
etd-09132017-122534
Titolo
Acquisizione delle abilità complesse e prevenzione di stress e burnout nello studente in infermieristica. Realizzazione di un laboratorio di simulazione ad altà fedeltà
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE
Relatori
relatore Prof. Pagnucci, Nicola
Parole chiave
  • abilità
  • Avanzate
  • burnout
  • competenze
  • infermiere
  • laboratorio
  • simulazione
  • stress
  • tirocinanti
  • tirocinio
Data inizio appello
29/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Negli ultimi decenni il percorso formativo degli studenti di infermieristica si è notevolmente modificato, seguendo anche il cambiamento che ha visto la professione stessa di infermiere cercare quantomeno di superare quello scalino che l’ha per anni posta al di sotto degli altri professionisti del mondo sanitario. Questo rinnovamento, seppur spesso lento e macchinoso, vuoi per la complessa macchina burocratica italiana, vuoi per la convivenza di figure professionali formate da approcci pedagogici ormai arcaici, e quindi spesso restii al progresso, è vivo, ed ha tutte le carte in regola per avere successo.
Questa evoluzione ha già portato gli infermieri ad ottenere delle competenze teorico/pratiche quasi inimmaginabili anni orsono, grazie soprattutto alla ricerca ed alla voglia di rivalsa dei professionisti stessi.
Seguendo quella che è stata l’evoluzione della professione nel mondo anglosassone, la nostra realtà ha approcciato nuovi sistemi pedagogici di già dimostrata efficacia come il Problem Based Learning, letteralmente l’apprendimento basato sui problemi, attraverso la quale lo studente acquisisce conoscenze utilizzando l’analisi di un dato come scenario di partenza. Tra questi “nuovi” approcci formativi, la simulazione sembra ad oggi essere la miglior soluzione per conciliare conoscenze teoriche e pratiche, requisito fondamentale richiesto ad un professionista infermiere, e perno centrale nello svolgimento del proprio lavoro.
Ormai in tutte le realtà universitarie, attraverso la simulazione, vengono ricreate delle circostanze che possono presentarsi nell’ambito di un presidio ospedaliero; sin dal primo anno di corso di laurea, gli studenti acquisiscono competenze teorico/pratiche tali da rendere più leggero l’impatto con le realtà lavorative con la quale dovranno scontrarsi con il tirocinio professionalizzante.
Tuttavia le esercitazioni praticate alla presenza di un tutor clinico esperto, seguendo un copione prestabilito, e soprattutto su manichini inanimati e predisposti alle procedure in esame, possono non essere sufficienti a preparare psicologicamente lo studente ad affrontare alcuni eventi definiti “stressanti”, che possono presentarsi in campo sanitario.
Prenderemo in esame il corso di laurea in infermieristica dell’Università di Pisa, dove al terzo ed ultimo anno di corso, gli studenti, ormai prossimi al conseguimento del titolo accademico, si scontrano con l’ultimo periodo di tirocinio, entrando in contatto con l’area critica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, dove i suddetti eventi stressanti, sono spesso all’ordine del giorno. A questo punto si richiede allo studente di saper mettere in pratica le competenze apprese sul campo ed in aula negli anni precedenti, ed i tutor assegnati dovranno aiutare gli studenti stessi ad affinare queste competenze per completare definitivamente la loro preparazione in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro, dove le responsabilità graveranno sulle loro spalle; Le capacità tecniche sono già state acquisite, ma il contesto è ben diverso da quello vissuto nei primi due anni di tirocinio, diversa è la tipologia di paziente, diverso è il rapporto da instaurare con loro e con il nucleo familiare, e diversa soprattutto è la solidità psichica richiesta nell’affrontare casi estremamente complessi.
Alcuni potrebbero aver già affrontato precedentemente il lutto, le fasi che lo accompagnano, sia per quanto riguarda il paziente stesso ma anche i familiari, potrebbe già aver avuto a che fare con pazienti fragili, necessari di un alta intensità di cura, ma adesso, in alcune realtà quali le Unità Operative di Anestesia e Rianimazione e di Pronto Soccorso, entrano i gioco le variabili di Emergenza e di Criticità, che pretendono l’utilizzo impeccabile delle competenze teorico/pratiche in lassi di tempo limitati, all’interno della quale si “gioca” la vita del paziente.
Ovviamente i tirocinanti non vengono, almeno inizialmente, scaraventati nel bel mezzo dell’azione, e soprattutto mai senza il supporto dei tutor e degli altri professionisti; ma ciò nonostante vivono in prima persona il contesto nel quale sono immersi, e per il quale forse non sono stati debitamente preparati.
Magari in futuro, con l’aiuto di nuove tecnologie, sarà possibile ricreare fedelmente determinati setting, in maniera tale da riuscire a sprigionare il comparto emotivo che ne scaturisce, riuscendo a prevedere al 100% le reazioni psico-fisiche da esso derivanti. La miglior soluzione, al giorno d’oggi, potrebbe essere quella di utilizzare la già comprovata metodologia formativa della simulazione, ricreando nel modo più fedele possibile alcuni degli eventi più stressanti, utilizzando dei copioni variabili, rendendo l’ambiente interattivo, anziché statico, portando lo studente non solo ad apprendere specifiche procedure, ma anche a renderlo capace di sapersi destreggiare rapidamente ed efficacemente, riuscendo anche a modificare tempestivamente il proprio modo di agire per adattarsi alle modificazioni che si possono o meno presentare, ottimizzando le propria abilità di decision making e di gestione dello stress.
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