Tesi etd-09132015-100603 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VALENTI, RAFFAELE
URN
etd-09132015-100603
Titolo
Nuove frontiere nella terapia dell'osteoporosi: anticorpi monoclonali anti-sclerostina
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Calderone, Vincenzo
Parole chiave
- anticorpi monoclonali
- Blosozumab
- farmacocinetica degli anticorpi monoclonali
- farmacodinamica degli anticorpi monoclonali
- immunità neonatale
- immunogenicità degli anticorpi monoclonali
- Osteoporosi
- Romosozumab.
- Scl-ABII
- Sclerosteosi
- sclerostina
- sistema RANK – RANKL – OPG
- Van Buchem
- via di segnalazione Wnt-beta-catenina
Data inizio appello
07/10/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’osteoporosi è una malattia cronica dello scheletro dovuta ad uno scompenso metabolico osseo in cui la quota netta di riassorbimento osseo, data dall'azione degli osteoclasti, non è compensata da una sufficiente quota di formazione di tessuto osseo da parte degli osteoblasti. Questa condizione, che coinvolge un numero sempre più grande di uomini e donne in tutto il mondo, comporta una progressiva riduzione della massa ossea e un alterazione della micro-architettura del tessuto con conseguente fragilità e rischio di frattura. L’identificazione del ruolo centrale della via di segnalazione Wnt nella formazione ossea ha messo a disposizione una serie di nuovi potenziali bersagli per lo sviluppo di nuovi prodotti farmaceutici. Tra questi vi è la sclerostina, una proteina prodotta esclusivamente dagli osteociti e studiata come bersaglio di un potenziale trattamento anabolizzante nell'osteoporosi.
La sclerostina viene codificata dal gene SOST, la cui mutazione e/o inibizione determinano un incremento patologico della massa ossea, configurando quadri clinici quali la sclerosteosi o la malattia di van Buchem. La produzione di sclerostina determina l’inibizione dell’attività degli osteoblasti (e quindi della neoformazione ossea) attraverso il sequestro delle proteine 5 e 6 correlate con il recettore dell’LDL (rispettivamente LRP5 e LRP6) e, di conseguenza, l’inibizione della via di segnalazione Wnt . Questo studio documenta l’efficacia dell’attività degli anticorpi anti-sclerostina nel trattamento dell’osteoporosi.
La sclerostina viene codificata dal gene SOST, la cui mutazione e/o inibizione determinano un incremento patologico della massa ossea, configurando quadri clinici quali la sclerosteosi o la malattia di van Buchem. La produzione di sclerostina determina l’inibizione dell’attività degli osteoblasti (e quindi della neoformazione ossea) attraverso il sequestro delle proteine 5 e 6 correlate con il recettore dell’LDL (rispettivamente LRP5 e LRP6) e, di conseguenza, l’inibizione della via di segnalazione Wnt . Questo studio documenta l’efficacia dell’attività degli anticorpi anti-sclerostina nel trattamento dell’osteoporosi.
File
Nome file | Dimensione |
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Nuove_fr...stina.pdf | 5.49 Mb |
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